
Passeggiate in centro, lunghe soste al bar, acquisti nei negozi del paese. Era questa la routine quotidiana di un dipendente comunale della Sabina, sorpreso a lasciare regolarmente il posto di lavoro subito dopo aver timbrato il cartellino. Nonostante gli orari d’ufficio prevedessero la sua presenza continua, l’uomo trascorreva gran parte della giornata tra attività personali e commissioni private, per poi rientrare soltanto a fine turno e segnare l’uscita come se nulla fosse.
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Un comportamento che, secondo la Guardia di Finanza di Rieti, andava avanti da tempo e che aveva esasperato sia i colleghi sia il primo cittadino, costretto a intervenire più volte con provvedimenti disciplinari, risultati però inefficaci.
L’intervento della Guardia di Finanza
Mercoledì 24 settembre, a conclusione di una serie di pedinamenti e appostamenti, i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno eseguito l’arresto in flagranza di reato. L’operazione è stata ribattezzata “timbra e scappa” proprio per la modalità con cui il dipendente, 55 anni e addetto alla piccola manutenzione degli uffici pubblici, aveva trasformato la timbratura del cartellino in una pura formalità.
Gli investigatori hanno documentato come, dopo aver registrato l’ingresso attorno alle 7.00 del mattino, l’uomo lasciasse immediatamente il municipio per trascorrere la giornata al bar o a casa propria. Una condotta ripetuta sistematicamente, tanto da consentire ai finanzieri di raccogliere prove schiaccianti.

Le accuse della procura di Rieti
La procura di Rieti ha disposto nei suoi confronti gli arresti domiciliari con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato e di false attestazioni in servizio. Secondo le indagini, il comportamento del dipendente non solo costituiva un danno economico diretto, ma imponeva al Comune di ricorrere a ditte esterne per coprire le mansioni che avrebbero dovuto essere svolte internamente.
Si trattava quindi di una doppia spesa per le casse pubbliche, a carico dei cittadini. Una situazione che aveva reso necessario l’intervento delle autorità, dopo che i tentativi di correzione attraverso sanzioni amministrative e disciplinari si erano rivelati inutili.
L’arresto al bar
Il fermo è avvenuto proprio in uno dei luoghi più frequentati dall’uomo: il bar del paese. Qui, in pieno orario di lavoro, i militari lo hanno sorpreso mentre trascorreva tranquillamente la mattinata, ignaro di essere pedinato. L’episodio ha fornito la prova definitiva della sua condotta, già da tempo sotto la lente della Guardia di Finanza.

Un caso simbolo di malcostume
L’operazione “timbra e scappa” mette nuovamente in luce il fenomeno degli assenteisti nella pubblica amministrazione, una piaga che mina la fiducia dei cittadini e rallenta l’efficienza dei servizi. Il caso del dipendente della Sabina diventa così un esempio emblematico di come la vigilanza e le segnalazioni puntuali possano contrastare abusi che si traducono in danni concreti per la collettività.
Il lavoro della Guardia di Finanza e la determinazione del sindaco nel denunciare il comportamento del dipendente hanno permesso di riportare alla luce una vicenda che, altrimenti, avrebbe potuto continuare ancora a lungo nell’indifferenza.