
Dario Pera non fa più parte del Partito Democratico. Il consigliere della Circoscrizione 8 di Torino è stato espulso dal Pd a seguito di una frase sessista pronunciata durante un’assemblea pubblica l’8 settembre. Dopo giorni di polemiche e la richiesta di dimissioni, ignorata da Pera, i vertici locali del partito hanno deciso per la misura più drastica.
L’episodio si è verificato durante una riunione online della Circoscrizione, alla presenza di altri membri del consiglio e del pubblico collegato in streaming. Il microfono di Pera era rimasto inavvertitamente aperto e la frase da lui pronunciata è stata ascoltata chiaramente da più partecipanti.
Secondo quanto riportato, Pera ha detto: «Starà facendo un pomp*»**, riferendosi alla collega di partito Noemi Petracin, che in quel momento non aveva ancora risposto all’appello. Un commento sessista che ha suscitato indignazione immediata, anche se inizialmente l’autore ha provato a giustificarsi dicendo che si trattava di “una battuta detta a suo cugino”.

Le scuse non hanno convinto né i colleghi né i vertici del Pd torinese, che avevano invitato il consigliere a dimettersi spontaneamente. Di fronte alla sua reticenza a fare un passo indietro, la segreteria cittadina ha avviato la procedura per l’espulsione, conclusa ufficialmente nelle scorse ore.
La consigliera Noemi Petracin non si era accorta immediatamente del commento. È stata informata successivamente, ma ha espresso con fermezza la propria posizione: «Non importa a chi fosse rivolto, è il principio che va condannato», ha dichiarato in un’intervista a TorinoToday.
Petracin ha aggiunto: «Anche se dovessi credere alla sua versione, quel tipo di linguaggio non è accettabile. Non si tratta di una battuta, ma di un commento sessista e incompatibile con il ruolo istituzionale che ricopriamo». Le sue parole hanno ricevuto ampio sostegno sia all’interno che all’esterno del partito.
Il caso ha rapidamente fatto il giro dei media locali e nazionali, rilanciando il dibattito su sessismo nella politica italiana e sulla responsabilità dei rappresentanti istituzionali. Il Pd ha ribadito la necessità di mantenere un comportamento consono e rispettoso, soprattutto in contesti pubblici.
Con l’espulsione di Pera, il Partito Democratico lancia un segnale chiaro: non c’è spazio per atteggiamenti sessisti tra le proprie fila. La linea adottata dai vertici torinesi è stata giudicata da molti come un atto dovuto e coerente con i valori del partito.
L’episodio ha scosso l’ambiente politico torinese e acceso una riflessione più ampia sull’uso delle parole nella sfera pubblica. Per molti, non basta prendere le distanze a posteriori: servono prevenzione, formazione e cultura del rispetto in ogni ambito della vita politica.