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Olanda, due 17enni arrestati con l’accusa di spionaggio per conto di hacker filorussi

Pubblicato: 26/09/2025 11:43
arrestati giovani cosa facevano

Un episodio che richiama le atmosfere delle storie di spionaggio, ma che questa volta non riguarda agenti navigati, bensì due adolescenti. In Olanda, due ragazzi di appena 17 anni sono stati arrestati con l’accusa di spionaggio. Secondo quanto riportato dal quotidiano De Telegraaf, i due minorenni sarebbero stati reclutati attraverso la piattaforma di messaggistica Telegram da presunti hacker filorussi.
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L’indagine ha preso una piega clamorosa dopo che lo scorso 16 agosto i due si sarebbero mossi nei pressi di tre luoghi altamente sensibili: le sedi di Europol, Eurojust e l’ambasciata canadese, tutte situate all’Aia. Qui avrebbero utilizzato un wi-fi sniffer, un dispositivo capace di mappare le reti presenti nell’area e di intercettare dati sensibili. Un’operazione che, se confermata, andrebbe ben oltre la semplice imprudenza adolescenziale, collocandosi in uno scenario delicato di cyber intelligence internazionale.

La ricostruzione dei fatti

A rendere ancora più clamorosa la vicenda è la testimonianza del padre del principale sospettato. L’uomo ha raccontato che lunedì pomeriggio otto agenti incappucciati avrebbero fatto irruzione nella loro abitazione, muniti di un mandato di perquisizione. L’obiettivo era chiaro: raggiungere la stanza dove il giovane si trovava impegnato a fare i compiti.

Gli agenti lo avrebbero portato via senza fornire spiegazioni dettagliate, limitandosi a menzionare i reati di “spionaggio” e “servizi a un paese straniero”. Una scena che ha lasciato sgomenti i familiari e che sottolinea la gravità delle accuse contestate.

Telegram e il reclutamento online

Il coinvolgimento di Telegram come piattaforma di reclutamento apre un ulteriore fronte di riflessione. L’app di messaggistica, già nota per la sua crittografia e la difficoltà di monitoraggio, sarebbe stata utilizzata da hacker filorussi per contattare e indirizzare i due minorenni.

Non è ancora chiaro se i ragazzi avessero piena consapevolezza del contesto in cui stavano operando o se fossero attratti dalla dimensione tecnologica e dal fascino del mondo hacker. Ciò che emerge, tuttavia, è la facilità con cui giovani inesperti possono essere coinvolti in attività di portata internazionale, con conseguenze penali e politiche enormi.

Un caso che scuote i servizi europei

L’episodio, avvenuto nei pressi delle istituzioni europee più importanti, rappresenta un segnale preoccupante per i servizi di sicurezza. La presenza di dispositivi come il wi-fi sniffer a ridosso di Europol e Eurojust non può che sollevare interrogativi sulla vulnerabilità delle strutture europee.

Il fatto che a eseguire l’operazione siano stati due ragazzi di soli 17 anni non riduce la gravità dell’accaduto, ma anzi evidenzia quanto sia estesa e capillare l’attività di reclutamento da parte di realtà legate al cyber spionaggio internazionale.

Le prossime fasi dell’inchiesta

Sarà ora compito della magistratura e dei servizi di intelligence olandesi chiarire il livello di consapevolezza dei due minorenni e accertare l’eventuale legame diretto con organizzazioni filorusse. Nel frattempo, l’arresto ha acceso un dibattito sulla responsabilità dei genitori, delle piattaforme online e delle istituzioni nell’evitare che adolescenti possano diventare strumenti inconsapevoli di operazioni di spionaggio.

Il caso resta aperto e destinato a far discutere a lungo, perché mette in luce la fragilità di un confine sempre più labile: quello tra semplice curiosità tecnologica e cyber spionaggio internazionale.

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