
È stato Shuryn Dmytro, 33 anni, ex collega e amico, ad ammettere di aver ucciso e fatto a pezzi il 21enne Bala Sagor, trovato morto in un sacco abbandonato a Spoleto. Dopo l’arresto, avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì, l’uomo ha confessato tutto durante l’interrogatorio di garanzia.
La confessione davanti al giudice
Davanti al gip Maria Silvia Festa, Dmytro ha ammesso le proprie responsabilità: «L’ho ucciso io. Voleva indietro i soldi che mi aveva prestato, abbiamo litigato e l’ho colpito con una coltellata», avrebbe raccontato. Secondo la ricostruzione fornita dall’indagato, il delitto risale alla mattina del 18 settembre. Dopo aver accoltellato Bala Sagor, avrebbe fatto a pezzi il corpo e nascosto i resti in luoghi diversi, utilizzando sacchi neri per disfarsene nei giorni successivi. Il giudice ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere, in attesa del processo.

Il movente e i dettagli raccapriccianti
Alla base del gesto ci sarebbe stato un debito mai saldato. La vittima, infatti, aveva prestato del denaro al suo ex collega, che non riusciva a restituirlo a causa della ludopatia e di altri problemi economici. La lite esplosa quella mattina sarebbe degenerata fino all’omicidio. Grazie alle indicazioni di Dmytro, gli investigatori hanno recuperato l’arma del delitto — un coltello — insieme ad altri resti del corpo che non si trovavano nel primo sacco rinvenuto da un residente.
Le prove raccolte dagli inquirenti
Il 33enne era già da tempo nel mirino degli investigatori. Le telecamere di videosorveglianza lo avevano ripreso mentre entrava in casa di Bala Sagor la mattina del 18 settembre e ne usciva alcune ore più tardi trasportando in bicicletta dei sacchi neri. Inoltre, più testimoni avevano riferito agli inquirenti dei suoi debiti di gioco, tra cui quello contratto con Bala Sagor. L’appuntamento fissato per discutere della questione sarebbe stata la circostanza in cui si è consumato l’omicidio.
Una verità ancora da verificare
Il racconto di Shuryn Dmytro appare dettagliato e ha già permesso importanti riscontri, ma sarà sottoposto a ulteriori verifiche. Gli inquirenti stanno ora lavorando per ricostruire nel dettaglio ogni fase dell’efferato delitto, che ha scosso profondamente la comunità di Spoleto.