
Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, avvenuto il 13 agosto 2007, si arricchisce di un nuovo, inquietante capitolo che getta ombre sull’integrità del sistema giudiziario. L’attenzione si è recentemente focalizzata su Mario Venditti, ex procuratore aggiunto di Pavia, ora indagato per corruzione in atti giudiziari.
L’accusa è di aver presumibilmente facilitato l’archiviazione di un’indagine su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, Marco Poggi, in cambio di una somma stimata tra i 20.000 e i 30.000 euro. Sempio, che era stato indagato in precedenza per il medesimo omicidio, è ora tornato al centro dell’inchiesta. L’indagine per corruzione ha portato all’audizione dei genitori di Andrea Sempio presso la caserma della Guardia di Finanza di Pavia.
L’audizione dei genitori Sempio
I genitori di Andrea Sempio sono stati sentiti come testimoni nell’ambito dell’inchiesta che coinvolge l’ex procuratore Venditti. La loro audizione è stata di lunga durata, con la coppia che è entrata in caserma intorno alle 12:00 e ne è uscita solo verso le 19:00. Inizialmente è stata sentita la madre, seguita poi dal padre, entrambi mantenendo la veste di testimoni. Questo prolungato interrogatorio suggerisce la volontà degli inquirenti di chiarire a fondo la posizione dei genitori e di ricostruire ogni dettaglio potenzialmente collegato al presunto accordo corruttivo. Nonostante le molte ore trascorse a rispondere alle domande dei magistrati, i genitori di Sempio hanno scelto la via del silenzio al momento dell’uscita, non rilasciando alcuna dichiarazione ai media che attendevano, allontanandosi in automobile. La loro reticenza pubblica contrasta con la gravità delle accuse che pendono sull’ex magistrato e le implicazioni per il figlio, la cui precedente archiviazione è ora messa in discussione.
Le intercettazioni e le “anomalie” nell’indagine
Il fulcro dell’inchiesta per corruzione risiede in una serie di anomalie investigative che avrebbero caratterizzato l’attività d’indagine condotta dalla Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Pavia nel 2017, culminata nell’archiviazione di Andrea Sempio. Secondo i magistrati, la Polizia Giudiziaria incaricata delle indagini avrebbe omesso la trascrizione di alcuni passaggi rilevanti delle intercettazioni ambientali, un fatto di per sé di forte valenza indiziaria. Uno di questi passaggi cruciali coinvolgerebbe il padre di Andrea Sempio, Giuseppe Sempio, che in un’intercettazione avrebbe fatto riferimento alla necessità di “pagare quei signori lì” con modalità che evitassero la tracciabilità.
Il decreto dei magistrati evidenzia la necessità di comprendere appieno le ragioni di tale omissione e, cosa ancora più critica, l’assenza di verifiche bancarie all’epoca dei fatti. Tali accertamenti avrebbero potuto aiutare a identificare i beneficiari effettivi di quei presunti pagamenti e la loro causale. Questa negligenza, o volontaria omissione, nel non trascrivere frasi così incriminanti e nel non eseguire controlli finanziari elementari, ha sollevato seri dubbi sulla correttezza dell’intera procedura che ha portato all’archiviazione.
Movimentazioni di denaro “anomale” e l’appunto sequestrato
Gli accertamenti bancari, finalmente eseguiti nell’ambito della nuova inchiesta per corruzione, hanno rivelato “movimentazioni anomale” di denaro in un arco temporale circoscritto, tra il dicembre 2016 e il giugno 2017. Tali movimenti finanziari sono stati attentamente scrutinati dagli inquirenti. Nello specifico, sono stati riscontrati 43.000 euro spostati tramite assegni dalle zie paterne al padre di Andrea Sempio. Subito dopo, circa 35.000 euro di tale somma sono stati prelevati in contanti. Un’ulteriore transazione sospetta riguarda un versamento di 5.000 euro, sempre tramite assegno, dal padre di Sempio a uno zio, con la successiva, immediata, prelevazione della cifra da parte di quest’ultimo. Queste operazioni, caratterizzate da un rapido passaggio di fondi e una notevole quantità di prelievi in contanti, sono state interpretate come potenziali tracce del denaro utilizzato per la presunta corruzione.
A rafforzare il quadro indiziario, c’è il sequestro, avvenuto durante una perquisizione lo scorso 14 maggio, di un appunto a mano attribuito a Giuseppe Sempio, il padre di Andrea. Su questo foglietto, che funge da vera e propria prova documentale, sarebbero state riportate le parole chiave “Venditti”, “gip archivia” e la cifra “20-30” seguita dal simbolo dell’euro. La presenza di questi elementi congiunti (il nome dell’ex procuratore, la menzione dell’archiviazione da parte del Giudice per le Indagini Preliminari – GIP – e l’indicazione di una somma di denaro corrispondente all’ipotesi corruttiva) costituisce la base della deduzione dei magistrati che si è trattato di un accordo illecito per chiudere l’indagine sul figlio.
Le conseguenze e l’ombra sul sistema giudiziario
L’indagine per corruzione sull’ex procuratore Mario Venditti e l’emergere di prove sulle presunte condotte illecite dei genitori di Andrea Sempio sollevano questioni di estrema gravità non solo per l’esito del caso Garlasco, che ha già visto l’archiviazione e la successiva riapertura dell’indagine su Sempio, ma soprattutto per la fiducia nell’operato della giustizia. L’ipotesi che una decisione di archiviazione in un caso di omicidio così noto e delicato possa essere stata comprata mina profondamente la percezione di imparzialità e trasparenza del sistema giudiziario italiano. La necessità di accertare chi fossero i “quei signori lì” menzionati nell’intercettazione e se l’ex procuratore Venditti sia l’effettivo beneficiario, o se ci siano altri soggetti coinvolti, è ora la priorità investigativa per ristabilire la verità e l’integrità del processo penale.
L’intercettazione tra Andrea Sempio e il padre
“Comunque ha detto che ti chiederà le cose che sono state depositate”. “Sì sì, lo so”. “Massimo, se ti infila dentro qualche domanda che non…dici: guardi che io non mi ricordo, sono passati 10 anni”. Questa intercettazione tra Andrea Sempio e il padre Giuseppe, il giorno prima dell’interrogatorio del 2017, fa parte della nuova indagine su Garlasco che vede indagato l’ex pm Mario Venditti.