
L’atmosfera a Garlasco torna a farsi pesante. A quasi diciotto anni dal delitto che ha sconvolto il Paese, la vicenda giudiziaria legata alla morte di Chiara Poggi si arricchisce di nuovi, sorprendenti sviluppi. Le recenti perquisizioni nelle abitazioni di Andrea Sempio e dei suoi familiari hanno riacceso i riflettori sul caso, lasciando la famiglia Poggi in uno stato di dolore e incredulità. I genitori di Chiara hanno espresso la loro sofferenza, temendo un “tormentone infinito” che rischia di consumare ulteriormente le persone coinvolte e la fiducia nella giustizia.
Un colpo di scena che riporta la cronaca al centro dell’attenzione e che scuote la comunità locale, ancora segnata da quella tragica estate del 2007.
Le perquisizioni e la nuova indagine

Secondo quanto riportato da Open, le forze dell’ordine hanno effettuato un blitz nelle abitazioni di Andrea Sempio e della sua famiglia nell’ambito della nuova inchiesta della Procura di Pavia. L’operazione si estende anche agli immobili dell’ex procuratore aggiunto Mario Venditti, con perquisizioni a Pavia, Genova e Campione d’Italia, dove ricopre la carica di presidente del CDA del Casinò.
A finire sotto la lente della magistratura non solo Sempio, oggi residente a Voghera, ma anche i suoi zii paterni e due ex carabinieri legati alle indagini dell’epoca. Un quadro che appare sempre più complesso e che apre a scenari investigativi inaspettati.
Indizi e ipotesi investigative

Il decreto di perquisizione parlerebbe di rapporti “opachi” tra Sempio e alcuni carabinieri. Secondo l’ipotesi degli inquirenti, Sempio sarebbe stato avvisato in anticipo su alcune domande dell’interrogatorio del 2017 e alcuni passaggi delle intercettazioni potrebbero essere stati omessi. A ciò si aggiunge il sospetto che l’ex procuratore Venditti abbia ricevuto una somma di denaro, tra i 30 e i 40 mila euro, da parte degli zii di Sempio.
Una ricostruzione che, se confermata, getterebbe nuove ombre su una storia già segnata da molteplici colpi di scena.
La reazione della famiglia Poggi
Alla presenza del GIP Daniela Garlaschelli è stata aperta l’udienza per discutere la proroga dell’incidente probatorio, richiesta da due esperti incaricati: la genetista Denise Albani e il dattiloscopista Domenico Marchigiani. Tra i punti più delicati, i profili di DNA rintracciati sotto le unghie di Chiara, uno dei quali sarebbe riconducibile proprio a Sempio, secondo la tesi di accusa e consulenti.
Un elemento che ha ferito nuovamente la famiglia Poggi. Come ha dichiarato il legale di Marco Poggi, fratello di Chiara: “Oggi eravamo qui per ragionare e chiedere che si faccia un incidente probatorio sull’impronta 33”. Parole che testimoniano lo smarrimento e la stanchezza di una famiglia che teme di rivivere all’infinito il dolore di quel giorno.
Una ferita che non si chiude
Nonostante la condanna definitiva a 16 anni inflitta ad Alberto Stasi, all’epoca fidanzato di Chiara, la nuova inchiesta che coinvolge anche l’ex procuratore Venditti riapre scenari intricati. La vicenda giudiziaria, pur non mettendo in discussione la colpevolezza già accertata di Stasi, aggiunge ulteriori strati di complessità e tensione.
La famiglia Poggi continua a oscillare tra il desiderio di giustizia e la paura di un percorso infinito, in cui ogni sviluppo diventa un peso insostenibile.
L’analisi legale e le prospettive
L’avvocato di Stasi, Antonio De Rensis, ha definito la nuova indagine “talmente grave che non debba essere commentata da un semplice avvocato”. Una frase che sottolinea la delicatezza del momento e la necessità di affidarsi esclusivamente al lavoro della magistratura. Secondo De Rensis, infatti, “qui si aggiunge, non si toglie. E quando si aggiunge di solito si sbaglia meno”.
Il processo prosegue davanti al GIP Garlaschelli, mentre la famiglia Poggi resta sospesa tra speranza e dolore, consapevole che ogni passo della giustizia riporta in vita ricordi difficili da sopportare. Una vicenda che, a distanza di anni, continua a interrogare non solo i tribunali ma anche l’opinione pubblica italiana.