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La ladra più famosa d’Italia (anche in tv) è stata arrestata: cosa ha fatto questa volta

Pubblicato: 26/09/2025 20:05

La vicenda di Michela Fatigati, una donna residente a Sesto San Giovanni, è salita alla ribalta mediatica, suo malgrado, grazie ai servizi dedicati dalla trasmissione Mediaset «Fuori dal Coro». Il nucleo centrale della sua notorietà è legato a una contestata occupazione, o per meglio dire, una situazione di morosità prolungata in un appartamento del comune dell’hinterland milanese. Il copione televisivo, che l’ha resa un volto noto al pubblico italiano, la vede regolarmente incalzata da giornalisti della trasmissione, intenti a chiederle conto di un presunto debito che, secondo le stime, ammonterebbe a circa 20mila euro.

Questa cifra comprenderebbe non solo gli affitti non pagati per un periodo stimato di un paio d’anni, ma anche le relative spese condominiali e legali. L’accoglienza che la Fatigati è solita riservare alle telecamere e ai cronisti è tutt’altro che pacifica, trasformando ogni tentativo di intervista in scene di veemenza, spesso caratterizzate da insulti e urla dirette alla troupe. Questa situazione di morosità e le conseguenti reazioni aggressive ai media hanno creato un profilo pubblico della donna estremamente controverso e dibattuto.

Il nuovo arresto e le accuse gravi

L’atteggiamento notoriamente aggressivo e reattivo della donna ha superato il contesto mediatico, manifestandosi in un episodio ben più grave nella serata di giovedì 25 settembre. Questa volta, l’oggetto della sua veemenza non è stata una troupe televisiva, ma le Forze dell’Ordine. I carabinieri di Sesto San Giovanni sono intervenuti in via Felice Cavallotti, nel pieno centro cittadino, a seguito della segnalazione di una lite in corso tra due uomini nei pressi di un bar. Michela Fatigati era presente sulla scena e, decidendo di prendere le difese di uno dei due contendenti, ha inaspettatamente assalito i militari giunti sul posto. L’aggressione è stata di entità tale da portare al suo arresto con le pesanti accuse di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Le conseguenze fisiche per uno dei carabinieri sono state significative: il militare ha riportato graffi su tutto il corpo, in particolare alle braccia e al collo, con una prognosi accertata di 7 giorni.

Danni al patrimonio pubblico e l’ipotesi dell’ebbrezza

Il resoconto dei fatti non si limita all’aggressione fisica al militare. L’escalation di violenza e distruttività manifestata da Michela Fatigati durante l’intervento ha incluso anche danni materiali al patrimonio pubblico. Si riporta infatti che la donna avrebbe preso a calci l’auto di servizio dei carabinieri, provocandone il danneggiamento. Questo gesto aggiunge un ulteriore elemento di gravità alle accuse mosse nei suoi confronti, configurando, verosimilmente, anche un’accusa di danneggiamento aggravato. L’intero episodio violento, che ha coinvolto i militari e l’auto di servizio, è avvenuto in circostanze in cui la donna si trovava, secondo quanto si apprende, in uno stato di probabile ebbrezza. L’eventuale alterazione dovuta all’alcol potrebbe aver giocato un ruolo nell’esasperazione della sua reazione e nella perdita di controllo, culminata nell’aggressione.

La questione dell’occupazione e il presunto debito

Come accennato, l’origine della notorietà della Fatigati è strettamente connessa alla sua situazione abitativa. Da circa un paio d’anni, la donna vivrebbe in affitto in un appartamento a Sesto San Giovanni, peraltro situato in una zona vicina al luogo in cui è avvenuto il recente arresto. La sua permanenza nell’immobile, un’abitazione di ringhiera, sarebbe però caratterizzata da una totale morosità. Il punto cruciale della controversia riguarda il fatto che la Fatigati non avrebbe corrisposto nemmeno una mensilità di affitto. L’accumulo di debiti, come riportato, è notevole, con la cifra che si attesterebbe sui 20mila euro, includendo, oltre alle rate mancate, anche le spese condominiali non onorate e i costi legali sostenuti dal proprietario per tentare di risolvere la situazione. Questa persistente inadempienza finanziaria e il rifiuto di confrontarsi in modo pacifico con le richieste di spiegazioni hanno cementato la sua immagine di persona in perenne conflitto con le regole e le richieste della società e dei proprietari.

La decisione del tribunale e la convalida con la rimessa in libertà

Nonostante la serietà dei reati contestati — resistenza e lesioni a pubblico ufficiale — e la dinamica violenta che ha portato all’arresto, l’esito della prima fase giudiziaria è stato particolare. Portata dinanzi al giudice presso il tribunale di Monza, il magistrato ha innanzitutto convalidato l’arresto, riconoscendo quindi la legittimità dell’operato dei carabinieri e la sussistenza di un reato. Tuttavia, in una mossa che ha lasciato la donna libera in attesa del prosieguo processuale, il giudice ha successivamente disposto la sua immediata rimessa in libertà. Questa decisione non annulla le accuse, ma indica che non sono state ravvisate le condizioni per mantenere la donna in custodia cautelare in carcere. La vicenda, che unisce la cronaca giudiziaria a quella televisiva, rimane quindi aperta, con la donna che dovrà rispondere delle gravi accuse in sede processuale, sebbene abbia potuto lasciare il tribunale da persona libera.

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