
Il rombo non era più solo in cielo. Era un tuono sordo che vibrava nel terreno, un rumore cupo di acqua e fango inarrestabili. Per giorni, la pioggia non aveva dato tregua, trasformando i ruscelli in torrenti minacciosi e i pendii solitamente quieti in cascate di detriti. Si sentiva l’odore acre della terra smossa, e l’aria era pesante, carica di umidità e di una paura silenziosa. Il paesaggio, prima familiare e rassicurante, si era fatto ostile: strade spezzate come rami secchi, asfalti inghiottiti da voragini oscure, e l’acqua ovunque, implacabile, che bussava con violenza alle porte delle case. La natura aveva mostrato il suo lato più brutale, lasciando dietro di sé una scia di distruzione che richiedeva sforzi titanici per essere sanata.
Maltempo in Lombardia: danni e allagamenti
La furia del maltempo continua a flagellare la Lombardia, una regione che da giorni non trova tregua dalle incessanti piogge e dai violenti temporali. L’emergenza si è intensificata, in particolare, nel Comasco, diventato l’epicentro dei danni, dove il bilancio di frane, smottamenti e cedimenti strutturali causati dall’eccessiva quantità d’acqua è in costante aggiornamento. La situazione critica si riflette sulla viabilità e sulla sicurezza del territorio, costringendo le autorità a intervenire con misure straordinarie per proteggere la popolazione e ripristinare i collegamenti essenziali. L’attenzione resta altissima, con l’incertezza legata alle previsioni meteorologiche che continuano a non promettere un rapido miglioramento, mantenendo diverse aree della regione in stato di allerta.
Impatto devastante sul territorio e la viabilità
Le conseguenze del maltempo sono visibili e drammatiche in diverse località. A Como e nelle aree limitrofe, la furia degli eventi atmosferici ha lasciato il segno in modo particolarmente grave. Un esempio lampante è la chiusura temporanea della via che conduce a Brunate, un pittoresco comune montano, interrotta da una voragine che si è aperta proprio all’altezza del Santuario. Questo isolamento stradale non solo crea disagi per i residenti, ma complica anche le eventuali operazioni di soccorso e assistenza.
Anche la città di Cantù è alle prese con i persistenti effetti delle piogge torrenziali. La popolazione locale è ancora scossa dall’enorme voragine profonda oltre cinque metri che si è spalancata sulla strada provinciale che collega la città con Alzate Brianza. A questo si è aggiunto, nelle ore successive, un nuovo e preoccupante smottamento lungo la strada che porta a Como. In questo punto, una porzione della carreggiata è collassata a causa della cedevolezza del terreno, compromessa dall’azione erosiva di un corso d’acqua che scorreva al di sotto. Per ragioni di sicurezza pubblica, il tratto stradale interessato è stato immediatamente ristretto a una sola corsia, una misura essenziale ma che inevitabilmente genera significativi disagi per la circolazione e rallentamenti al traffico, specialmente durante le ore di punta. L’insieme di questi eventi sottolinea la fragilità idrogeologica di molte aree collinari e montane, ulteriormente esacerbata dalla violenza dei fenomeni attuali.
Richiesta formale di stato di emergenza nazionale
Di fronte alla gravità e all’estensione dei danni, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha intrapreso un passo fondamentale per l’ottenimento di aiuti e risorse a livello centrale. Nella giornata odierna, è stata formalmente inviata al presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, la richiesta di dichiarazione di stato di emergenza di livello nazionale. Questa mossa è cruciale per attivare fondi e procedure straordinarie necessarie per la gestione dell’emergenza e il successivo ripristino.
Il documento inviato dalla Regione fa un quadro dettagliato degli eventi meteorologici avversi che hanno colpito la Lombardia a partire dal 10 settembre 2025. Viene evidenziato che i “fenomeni intensi” si sono manifestati inizialmente nella notte tra il 9 e il 10 settembre, protraendosi fino all’11, con un focus sul territorio della provincia di Como e il basso Lario Occidentale. La seconda, e più recente, ondata di maltempo è iniziata con particolare intensità dal 22 settembre, interessando in modo significativo le province di Como, Monza e Brianza, Varese e la Città Metropolitana di Milano. Ma l’emergenza non si è limitata a queste aree; anche i territori di Sondrio, Bergamo, Brescia, Lecco e Pavia sono stati coinvolti, dimostrando l’ampiezza dell’evento.
L’impegno dei soccorsi e l’emergenza sfollati
La risposta all’emergenza ha visto in prima linea il Corpo dei Vigili del Fuoco. Solo nella giornata del 22 settembre, come riportato nella richiesta, sono stati compiuti quasi 400 interventi nelle province più colpite. L’attività dei soccorritori si è concentrata sul salvataggio, sulla messa in sicurezza e sul drenaggio delle aree allagate.
L’evento che ha avuto inizio il 22 settembre, e che risulta tuttora in corso al momento della richiesta, ha avuto un impatto particolarmente critico sul Basso Lario Occidentale e nel Comasco. In queste zone, si sono registrate intense colate detritiche che hanno provocato l’interruzione della viabilità comunale e provinciale, oltre ad aver danneggiato in modo significativo immobili pubblici e privati.
Una delle conseguenze più dolorose è l’emergenza sfollati. Numerose famiglie sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni per motivi di sicurezza, coinvolgendo più di 70 persone nella sola provincia di Como e circa una quarantina nel restante territorio regionale. La situazione è particolarmente grave per le persone evacuate nel Comasco, per le quali è stato già comunicato che non sarà possibile un rientro a breve nelle proprie case, rendendo necessario l’organizzazione di assistenza e alloggi temporanei a lungo termine.
La mobilitazione degli enti locali e la stima dei danni
Contemporaneamente alla richiesta regionale di stato di emergenza, diversi Comuni stanno agendo per ottenere il riconoscimento dello stato di calamità. Tra questi si annoverano Cesano, Meda, Seveso, Lentate, Cabiate e Carimate, tutti impegnati a documentare i danni subiti.
Il governatore Fontana ha sottolineato che, in queste ore, gli enti locali, in particolare i Comuni, stanno operando con la massima celerità per attuare gli interventi di soccorso e di assistenza alla popolazione. Parallelamente, si stanno mettendo in atto tutte le azioni necessarie per il ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche, spesso ricorrendo allo strumento della somma urgenza per interventi che non possono attendere i tempi burocratici ordinari.
Gli Enti Locali sono attualmente impegnati a raccogliere e comunicare progressivamente i danni registrati sui rispettivi territori di competenza. Una volta completata la raccolta dati, si procederà con le verifiche da parte degli Uffici Territoriali Regionali (UTR) per i necessari affinamenti e controlli procedurali. Sebbene una quantificazione definitiva richieda tempo, la Regione Lombardia ha già avanzato una stima, ipotizzando che i danni ammontino a “numerose decine di milioni di euro”. L’erogazione di queste somme, tuttavia, sarà vincolata al completamento dell’intero processo di acquisizione e validazione delle schede Ra.S.Da. (Rilevazione e Stima Danni).
In conclusione, il presidente Fontana ha ribadito l’urgenza di applicare l’articolo 24, comma 1, che prevede la deliberazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale da parte del Consiglio dei Ministri, essenziale per affrontare l’eccezionale entità degli eventi a partire dal 10 settembre e ancora in corso.
Previsioni meteo e allerta: una tregua lontana
Purtroppo, il quadro meteorologico non offre segnali di un imminente miglioramento, mantenendo alta la preoccupazione. Per la giornata di domani, è stata confermata l’allerta arancione su un settore della Lombardia, indicando un rischio idrogeologico e idraulico elevato. Sul resto della regione, permane l’allerta gialla, la stessa in vigore anche in altre regioni italiane colpite in diverse misure dal maltempo, come l’Emilia-Romagna, la Sicilia, l’Abruzzo, le Marche e la Calabria. La persistenza di queste condizioni avverse suggerisce che la fase di emergenza e gli sforzi di contenimento e ripristino dovranno protrarsi ancora a lungo.