
«Non voteremo per la conservazione dell’immunità, perché i reati che ha commesso sono stati commessi prima di diventare parlamentare. Noi siamo garantisti sempre e poiché siamo garantisti, rispettiamo le regole». Con queste parole, pronunciate dal palco della festa di Forza Italia a Telese Terme (Benevento), il vicepremier e leader azzurro Antonio Tajani ha chiarito la posizione del suo partito in merito alla richiesta di revoca dell’immunità parlamentare per l’eurodeputata Ilaria Salis.
La vicenda giudiziaria di Salis resta infatti al centro del dibattito politico. L’europarlamentare, eletta a Bruxelles nelle liste di Avs, è stata arrestata a Budapest nel febbraio 2023, accusata di aver preso parte a scontri con militanti neonazisti ungheresi durante una contromanifestazione antifascista. La sua detenzione in condizioni ritenute degradanti — con manette e catene ai polsi e alle caviglie durante le udienze — aveva sollevato un’ondata di indignazione in Italia e in Europa, portando il caso all’attenzione delle istituzioni comunitarie.
Dopo mesi di carcere preventivo, Salis era stata trasferita agli arresti domiciliari in Ungheria, dove ha continuato a seguire il processo a suo carico per lesioni aggravate e associazione a delinquere. L’elezione al Parlamento europeo le ha garantito, da luglio 2024, lo status di immunità parlamentare, permettendole di lasciare l’Ungheria e rientrare in Italia. Tuttavia, le autorità di Budapest hanno chiesto al Parlamento europeo di revocare l’immunità per consentire la prosecuzione del procedimento.
Il dibattito sulla sua figura si è acceso anche sul fronte politico italiano: da un lato chi sostiene che l’elezione abbia rappresentato un atto di tutela dei diritti e delle garanzie fondamentali, dall’altro chi considera la sua posizione incompatibile con la protezione parlamentare, visto che le accuse risalgono a un periodo precedente al suo ingresso a Bruxelles. La decisione finale spetterà all’Europarlamento, chiamato a votare nelle prossime settimane.