
Trump alza ancora il livello dello scontro commerciale. Dal primo ottobre scatterà una nuova ondata di dazi: 100% sui farmaci di marca o brevettati, 25% sui camion pesanti e 50% sui mobili da cucina e bagno. L’annuncio arriva a poche ore dall’incontro tra il commissario Ue al Commercio Maros Sefcovic e il rappresentante statunitense Jamieson Greer, impegnati a discutere di un possibile abbassamento al 50% delle tariffe su acciaio e alluminio.
Secondo Trump, le nuove tariffe servono a costringere le multinazionali a produrre negli Stati Uniti: non saranno colpiti i farmaci se l’azienda dimostrerà di avere un cantiere già avviato sul suolo americano. Un chiaro incentivo alla delocalizzazione inversa che si inserisce nel solco della politica economica protezionista rilanciata dalla Casa Bianca.
Farmaci e camion nel mirino
Le decisioni del presidente spiazzano Bruxelles, che da appena un giorno aveva visto entrare in vigore l’accordo doganale con Washington: il patto fissava al 15% la maggior parte dei dazi, lasciando fuori solo acciaio e alluminio. Ora l’Europa deve fare i conti con un’improvvisa stretta che rischia di trasformare l’intesa in un’arma spuntata.
Non solo farmaci: la stretta colpirà anche il settore automotive, con una tariffa del 25% sui camion pesanti, e l’arredamento, con il 50% sui mobili da cucina e bagno. Trump ha motivato la scelta parlando di mercato interno “inondato da prodotti stranieri” e della necessità di proteggere la manifattura americana per motivi di sicurezza nazionale.
Le preoccupazioni degli industriali
Gli industriali del farmaco lanciano l’allarme sulle nuove tariffe. L’Associazione europea delle industrie farmaceutiche (Efpia) teme “la situazione peggiore”, ha dichiarato la direttrice generale Nathalie Moll all’Afp. Secondo la manager queste tasse “aumentano i costi, interrompono le catene di approvvigionamento e impediscono ai pazienti di ottenere trattamenti vitali“.

Moll ha aggiunto che “l’Unione europea e gli Stati Uniti hanno già un accordo commerciale in vigore” e che ora “dovrebbero continuare le discussioni su come l’Ue possa migliorare il suo sostegno ai costi della ricerca e sviluppo globale in modo da non danneggiare i pazienti nell’Ue e negli Stati Uniti“.
La replica di Bruxelles
La Commissione europea, però, respinge i timori dell’industria, e si rifà ai i limiti fissati dall’accordo commerciale con Washington. Come ha spiegato il portavoce aggiunto dell’esecutivo europeo Olof Gill, “l’accordo commerciale prevede che la soglia massima di dazi sui farmaci europei sia del 15%“. Il problema è che l’annuncio di Trump sembrerebbe smentire l’accordo, ma per i vertici Ue evidentemente si tratta di un bluff.
In una dichiarazione congiunta Ue-Usa, i due partner hanno stabilito che “gli Stati Uniti intendono garantire tempestivamente che l’aliquota tariffaria … non superi il 15%“. Per Bruxelles questo “chiaro massimale tariffario onnicomprensivo rappresenta una polizza assicurativa che non si verificheranno dazi più elevati per gli operatori economici europei. L’Ue è l’unico partner commerciale ad aver raggiunto questo risultato con gli Stati Uniti”, ha rimarcato Gill.
Verso nuove trattative
Il portavoce ha aggiunto che “l’Ue e gli Stati Uniti continuano a impegnarsi per l’attuazione degli impegni della dichiarazione congiunta, esplorando al contempo ulteriori ambiti per esenzioni tariffarie e una cooperazione più ampia”. La questione rimane aperta e sarà al centro dei prossimi colloqui tra Bruxelles e Washington soprattutto per quanto riguarda i dazi sui farmaci, in un settore che vale miliardi di euro e riguarda l’accesso dei pazienti a trattamenti vitali su entrambe le sponde dell’Atlantico.