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Trump rilancia la guerra commerciale: dazi al 100% sui farmaci, 50% sui mobili e 25% sui camion

Pubblicato: 26/09/2025 08:14

Trump alza ancora il livello dello scontro commerciale. Dal primo ottobre scatterà una nuova ondata di dazi: 100% sui farmaci di marca o brevettati, 25% sui camion pesanti e 50% sui mobili da cucina e bagno. L’annuncio arriva a poche ore dall’incontro tra il commissario Ue al Commercio Maros Sefcovic e il rappresentante statunitense Jamieson Greer, impegnati a discutere di un possibile abbassamento al 50% delle tariffe su acciaio e alluminio.

Secondo Trump, le nuove tariffe servono a costringere le multinazionali a produrre negli Stati Uniti: non saranno colpiti i farmaci se l’azienda dimostrerà di avere un cantiere già avviato sul suolo americano. Un chiaro incentivo alla delocalizzazione inversa che si inserisce nel solco della politica economica protezionista rilanciata dalla Casa Bianca.

Farmaci e camion nel mirino

Le decisioni del presidente spiazzano Bruxelles, che da appena un giorno aveva visto entrare in vigore l’accordo doganale con Washington: il patto fissava al 15% la maggior parte dei dazi, lasciando fuori solo acciaio e alluminio. Ora l’Europa deve fare i conti con un’improvvisa stretta che rischia di trasformare l’intesa in un’arma spuntata.

Non solo farmaci: la stretta colpirà anche il settore automotive, con una tariffa del 25% sui camion pesanti, e l’arredamento, con il 50% sui mobili da cucina e bagno. Trump ha motivato la scelta parlando di mercato interno “inondato da prodotti stranieri” e della necessità di proteggere la manifattura americana per motivi di sicurezza nazionale.

Ue in difficoltà, attacco alla Fed

La Commissione europea punta a nuove esenzioni e spera di riaprire il tavolo dei negoziati. Ma la trattativa appare complessa: le mosse di Trump minano la fiducia nell’accordo raggiunto ad agosto e potrebbero avere conseguenze pesanti sulle esportazioni europee.

In parallelo, il presidente Usa ha rinnovato l’attacco al numero uno della Federal Reserve, Jerome Powell, accusato di mantenere i tassi di interesse troppo alti nonostante i “grandi dati sull’economia” americana. La crescita del secondo trimestre è stata rivista al rialzo al 3,8%, ma Trump insiste: senza Powell, saremmo già al 2% di tassi.

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