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Kiev punta ai missili Tomahawk, ma la decisione è nelle mani di Trump

Pubblicato: 27/09/2025 15:22

Ucraina, il permesso di acquisto dei missili Tomahawk da parte di Kiev non è ancora arrivato. Donald Trump, pur avendo espresso un orientamento favorevole, non ha ancora sciolto la riserva. Una scelta tutt’altro che scontata, considerando le continue oscillazioni della Casa Bianca. Eppure, l’Ucraina spera di incassare presto il via libera per accedere a un’arma dal forte valore strategico.

Cosa sono i Tomahawk

I Tomahawk sono missili da crociera statunitensi progettati per colpire bersagli terrestri dal mare e da piattaforme sottomarine. Con una gittata compresa tra 700 e 1500 miglia, risultano molto più potenti degli Atacms, limitati a 190 miglia. La loro capacità di volare a bassa quota li rende particolarmente difficili da rilevare.

Gli Stati Uniti li hanno impiegati in numerosi scenari: dalla Guerra del Golfo all’Iraq, fino alla Siria contro l’Isis e nei Caraibi contro i cartelli della droga. A differenza dei sistemi Patriot, considerati una risorsa limitata, i Tomahawk sono disponibili in quantità tali da non mettere in discussione l’“America First” sul fronte delle riserve militari.

Il lancio di un missile Tomahawk da una batteria costiera

Ucraina, una richiesta politica e simbolica

Secondo fonti citate dal Telegraph, da Axios e confermate al Corriere, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha formalizzato la richiesta durante un incontro a porte chiuse con Trump. Si tratterebbe di un passo che nemmeno l’amministrazione Biden aveva mai autorizzato, frenata dal timore di reazioni russe.

Gli analisti sottolineano però che l’arrivo dei Tomahawk non cambierebbe radicalmente l’andamento del conflitto, come accaduto in passato con gli Himars o gli Atacms. Il loro impatto sarebbe piuttosto politico: aumentare la pressione su Mosca, spingendo Vladimir Putin a sedersi al tavolo dei negoziati. Lo stesso Zelensky ha dichiarato che basterebbe l’acquisto a inviare un messaggio chiaro al Cremlino, anche senza schierare immediatamente i missili.

La campagna DeepStrike

Gli obiettivi potenziali dei Tomahawk andrebbero dalle basi aeree ai centri di comando, fino alle raffinerie. Un’ipotesi che spaventa non poco Mosca, già colpita duramente dalla campagna ucraina DeepStrike.

Questa operazione, basata soprattutto sull’impiego di droni, ha preso di mira il settore petrolifero russo, danneggiando la logistica e le forniture di carburante delle forze armate. In meno di due mesi, secondo il capo di Stato maggiore ucraino Oleksandr Syrskyi, sarebbero stati colpiti 85 obiettivi di alto valore, tra cui 33 siti militari e 52 infrastrutture industriali strategiche. L’introduzione dei Tomahawk darebbe ulteriore forza a questa campagna.

Ucraina, la situazione sul fronte orientale

Sul campo, il quadro per Kiev appare in leggero miglioramento. Syrskyi ha riferito che alcune unità russe sono rimaste intrappolate nell’area di Pokrovsk, nodo strategico del Donetsk, dopo settimane di combattimenti. Le forze ucraine hanno riconquistato 168 chilometri quadrati di territorio e respinto sabotatori russi su ulteriori 182.

Tuttavia, fonti russe riportate dall’Institute for the Study of War (ISW) affermano che Mosca avrebbe ottenuto avanzamenti localizzati a sud e nord di Pokrovsk.

Nonostante ciò, gli obiettivi strategici fissati dal Cremlino la scorsa primavera – creare zone cuscinetto nelle regioni di Kharkiv e Sumy, conquistare Pokrovsk e spingersi verso Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk e Kherson – non sono stati raggiunti.

Un equilibrio instabile

Il conflitto resta in una fase di stallo dinamico. Kiev non può ancora rivendicare una vittoria sul terreno, ma allo stesso tempo Mosca appare lontana dal conseguimento dei suoi obiettivi. In questo contesto, l’eventuale ingresso dei Tomahawk rappresenterebbe più un’arma di pressione politica che una svolta militare, con il potenziale di condizionare le mosse future del Cremlino.

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