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Assassini, spie e sabotatori per l’Occidente ma eroi in Russia. E il Cremlino li premia

Pubblicato: 28/09/2025 19:25

Il Cremlino premia con medaglie, incarichi pubblici e biopic gli agenti dei propri servizi segreti all’estero, definiti con l’eufemismo di “intelligence illegale”, incaricati di seminare caos in Europa e Stati Uniti. All’estero, la Russia nega sistematicamente le violazioni del diritto internazionale, gli omicidi e i sabotaggi dei suoi agenti, etichettando come “russofobia” ogni rivelazione. In patria, invece, il Cremlino li celebra come eroi nazionali, garantendo loro privilegi e riconoscimenti. Alcuni, un tempo spie operative, oggi siedono in Parlamento o dirigono aziende legate al potere politico.

Putin e il culto dell’“intelligence illegale”

Ogni operazione compiuta dalla Russia contro l’Occidente per mezzo dei suoi agenti segreti viene presentata come motivo d’orgoglio. Nel 2022, in occasione del centenario del Servizio di intelligence estero (SVR), Vladimir Putin lodò apertamente gli agenti “senza copertura diplomatica” che, per decenni, hanno operato oltre confine. In più occasioni, il presidente russo ha invitato i servizi a “risolvere compiti non convenzionali” nella loro lotta contro l’Occidente, richiamandosi esplicitamente alla tradizione del KGB.

La vicenda dei Dultsev

Un esempio recente è quello degli agenti Artiom Dultsev e Anna Dultseva (foto in apertura di questo articolo, ndr), che si erano spacciati per genitori argentini prima di trasferirsi in Slovenia. Arrestati nel 2023 e poi scambiati con prigionieri politici, furono accolti da Putin in persona e successivamente decorati con l’Ordine del Valore. La coppia ha raccontato con orgoglio la propria esperienza in un’intervista alla rivista ufficiale del SVR, definendola un rafforzamento “della famiglia e del servizio”.

Russia, altri casi celebri di ex spie trasformate in “icone”

Il Cremlino non ha esitato a trasformare in icone figure coinvolte in operazioni letali:

  • Andrej Lugovoi, agente FSB, è oggi deputato della Duma nonostante sia accusato dell’avvelenamento con polonio di Aleksandr Litvinenko a Londra nel 2006.
  • Maria Butina, condannata negli Stati Uniti per attività di spionaggio, è tornata a Mosca come parlamentare e volto della propaganda. È stata persino protagonista di un biopic finanziato con fondi pubblici.

Russia, le rotte dello spionaggio

Per anni, i servizi russi hanno sfruttato America Latina e Balcani per creare coperture e identità false. Secondo l’esperto Andrei Soldatov, Argentina e Serbia sono tra i Paesi più usati per “legalizzare” spie russe. Parallelamente, anche FSB e GRU conducono operazioni in Europa, spesso con metodi simili a quelli dello SVR, tra sabotaggi e guerra ibrida.

Politici e influenze in Europa

Non tutti gli agenti sono russi. Secondo inchieste indipendenti realizzate da The Insider, Mosca nell’ultimo decennio ha comprato il sostegno di politici europei, tra cui deputati italiani, europarlamentari e persino figure di rilievo di partiti britannici. Questa settimana, l’ex leader del partito britannico Reform UK, Nathan Gill, ha ammesso di aver ricevuto denaro da Mosca per sostenere le sue posizioni.

Tra propaganda e minacce concrete

Dai droni abbattuti sul Mar Nero agli attacchi informatici e agli omicidi all’estero, Mosca alterna smentite ufficiali a celebrazioni pubbliche dei propri agenti. Ogni missione riuscita diventa materiale di propaganda, rafforzando l’immagine di una Russia assediata ma capace di colpire i suoi avversari.

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