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Orban accusa l’Unione Europea: “Ci trascina in guerra contro Mosca”

Pubblicato: 28/09/2025 17:13

Il premier ungherese Viktor Orban ha rilanciato le sue critiche all’Unione europea, accusandola di trascinare i Paesi membri in una guerra indiretta contro la Russia. Le dichiarazioni sono arrivate nel corso delle celebrazioni del 130esimo anniversario del ponte Maria Valeria, sul Danubio, accanto al premier slovacco Robert Fico. Orban ha paragonato l’Europa di oggi ai vecchi imperi che, secondo lui, hanno spesso paralizzato il continente, definendo l’Ue un vero e proprio “progetto di guerra”.

Secondo il leader ungherese, i vertici europei puntano a una sconfitta della Russia sul fronte orientale nel prossimo decennio, richiedendo un pieno allineamento politico, economico e strategico di cittadini e Stati membri. “L’Ue pretende che ogni cittadino, impresa e Stato membro persegua questo obiettivo”, ha ribadito, mettendo in evidenza la pressione che l’Unione europea esercita sugli Stati membri sul fronte diplomatico e militare.

Fico e Orban: l’energia al centro del dibattito

Accanto a Orban, il premier slovacco Robert Fico ha sottolineato le ripercussioni della politica energetica europea, soprattutto dopo le sanzioni contro la Russia. “Nessuno dovrebbe ordinare dove prendere petrolio e gas, perché secondo il diritto internazionale ogni Paese è sovrano nel decidere il proprio mix energetico”, ha affermato Fico. Il premier ha messo in guardia sull’impatto negativo di una decisione politica e ideologica volta a tagliare completamente le forniture di combustibili fossili dalla Russia, evidenziando che non danneggerebbe solo Ungheria e Slovacchia, ma l’intera Unione europea.

Le osservazioni dei due leader avvengono in un momento di crescente tensione tra Bruxelles e alcuni Stati membri, che contestano la gestione dell’energia, delle sanzioni e della strategia europea verso l’Ucraina. Il ponte Maria Valeria, simbolo storico di collegamento tra la città ungherese Esztergom e la slovacca Sturovo, è diventato così il palcoscenico di un messaggio politico forte e condiviso dai due Paesi dell’Europa centrale.

Le implicazioni politiche e strategiche per l’Europa

Le dichiarazioni di Orban e Fico sollevano interrogativi sulle divisioni interne all’Unione europea, specialmente sul fronte energetico e sulle relazioni con la Russia. La pressione per aderire a una linea comune sulle forniture di gas e petrolio potrebbe alimentare tensioni tra Stati sovrani e istituzioni europee, con possibili conseguenze economiche e diplomatiche.

Al centro del dibattito c’è anche la percezione, da parte dei governi di Ungheria e Slovacchia, che le decisioni dell’Ue possano danneggiare non solo la loro economia ma anche la stabilità dell’intero continente. Orban ha richiamato la necessità di rispettare la sovranità nazionale e di considerare le peculiarità economiche e strategiche dei singoli Stati, puntando il dito contro una politica europea che, secondo lui, ignora le differenze tra Paesi membri.

L’incontro sul Danubio e le parole dei due leader evidenziano come le tensioni sull’Ucraina, la strategia di contenimento della Russia e la gestione dell’energia possano avere ripercussioni durature sulla coesione interna dell’Unione europea, in un contesto internazionale già segnato da instabilità e conflitti geopolitici.

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