Vai al contenuto

Morta a 17 anni dopo il trapianto, arriva il colpo di scena: “Proprio loro”

Pubblicato: 28/09/2025 10:11

L’articolo descrive una svolta significativa nell’inchiesta sulla morte di Lisa Federico, la diciassettenne scomparsa nel 2020 all’ospedale Bambino Gesù di Roma in seguito a un trapianto di midollo. Il procedimento giudiziario per omicidio colposo che vedeva coinvolti alcuni medici della struttura potrebbe essere stato alterato a causa di una presunta falsa perizia.

I due consulenti tecnici nominati dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), Benedetto Bruno e Gianluca Marella, sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Roma con l’accusa di falsa perizia. L’avviso di conclusione delle indagini, notificato ai due periti, suggerisce che abbiano mentito sulla correttezza professionale dei medici Pietro Merli e Maria Rita Pinto e che abbiano alterato intenzionalmente diversi elementi tecnici relativi all’intervento di trapianto.

Le presunte omissioni e alterazioni

L’atto della Procura, guidata dal Pubblico Ministero (PM) Pietro Pollidori, è ricco di dettagli circostanziati che mettono in luce le presunte negligenze e i silenzi dei periti. In particolare, Benedetto Bruno, descritto come un “super perito” nel campo dei trapianti, avrebbe attestato che Lisa Federico era stata trattata nel pieno rispetto delle linee guida mediche. L’accusa, tuttavia, sostiene che Bruno abbia taciuto su possibili negligenze commesse all’interno della struttura, di proprietà del Vaticano. Tra le contestazioni più gravi c’è l’affermazione che i parametri della paziente, relativi all’attecchimento del midollo trapiantato, fossero “idonei”, una valutazione che, secondo l’accusa, sarebbe in contrasto con le prescrizioni internazionali in materia.

Inoltre, la perizia avrebbe omesso di indicare l’esistenza di una valida alternativa terapeutica al trapianto di midollo, ovvero la terapia immunosoppressiva, sostenendo che il trapianto fosse l’unica soluzione possibile per Lisa. Un altro elemento cruciale che sarebbe stato occultato riguarda la compatibilità della giovane paziente con il trapianto stesso. La Procura ritiene che si sia mentito riguardo a un valore alterato dei globuli rossi di Lisa, un fattore che avrebbe dovuto sollevare dubbi sulla sua idoneità alla procedura. Tali alterazioni e omissioni avrebbero avuto un peso determinante sul giudizio, portando a una potenziale distorsione del processo.

La cronologia del caso e le denunce dei genitori

Il PM ritiene che il reato di falsa perizia sia stato commesso in un arco temporale compreso tra maggio e dicembre del 2024, periodo in cui il Giudice per le Indagini Preliminari aveva commissionato ai due consulenti una perizia tecnica che si prevedeva essere decisiva per la sorte del processo.

Per inquadrare la situazione, è fondamentale riepilogare le vicende giudiziarie precedenti. La tragedia di Lisa Federico ha inizio con la sua morte, innescando l’azione legale da parte dei genitori adottivi, Margherita Eichberg e Maurizio Federico, assistiti dall’avvocato Andrea Aiello. I genitori, convinti di un possibile caso di omicidio colposo, hanno presentato la loro denuncia. Una prima indagine si era conclusa con una richiesta di archiviazione. Tuttavia, il GIP si è opposto a tale richiesta, ordinando ulteriori approfondimenti investigativi.

Questi approfondimenti hanno portato all’indagine su diversi specialisti della struttura pediatrica. Furono indagati i medici Pietro Merli e Maria Rita Pinto, ma anche il primario, di fama internazionale, Franco Locatelli, la cui posizione è stata successivamente archiviato. Merli e Pinto, invece, sono stati prosciolti in un processo con rito abbreviato. È a seguito di questo esito che i genitori di Lisa, non convinti della trasparenza del giudizio, hanno presentato una denuncia diretta nei confronti dei periti nominati dal GIP, portando all’attuale iscrizione nel registro degli indagati di Bruno e Marella.

La richiesta di interrogatorio e il commento dei familiari

L’iscrizione nel registro degli indagati dei due periti rappresenta un momento cruciale e offre un nuovo spiraglio di giustizia per la famiglia. Benedetto Bruno, uno dei due periti indagati, ha già richiesto l’interrogatorio, un diritto garantito dalla legge, per potersi difendere dalle gravi accuse.

I commenti dei genitori di Lisa riflettono la speranza e la frustrazione accumulate negli anni. Il padre, Maurizio Federico, ha espresso la convinzione che l’inchiesta sui periti abbia “scoperchiato inconfessati meccanismi di protezione attraverso cui una parte della classe medica si garantisce l’impunità“. Questa dichiarazione sottolinea il sospetto di una possibile rete di solidarietà o copertura all’interno dell’ambiente medico, che avrebbe ostacolato la verità sulla morte della figlia.

La madre, Margherita Eichberg, ha ringraziato “il magistrato e il suo coraggioso consulente” (riferendosi probabilmente al consulente tecnico nominato dal PM, che ha evidenziato le discrepanze) per il loro lavoro. Con un tono di ritrovata fiducia, ha aggiunto che questa nuova indagine sarà “finalmente l’occasione […] per un confronto tra tecnici“, lamentando che la precedente giustizia penale, “condizionata dalla controparte, ci ha negato un vero processo“. Questo rilievo mette in luce la percezione di un processo non equo, dove il peso della perizia tecnica ha prevalso sulla ricerca della verità. L’indagine per falsa perizia non solo mira a punire un reato, ma si propone di ripristinare la trasparenza e l’equità nel processo di valutazione delle responsabilità mediche.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure