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Garlasco, spunta una nuova carta contro Andrea Sempio: il ruolo di Garofano e i dubbi sull’inchiesta

Pubblicato: 29/09/2025 12:22

Un nuovo elemento scuote il già complesso caso giudiziario del delitto di Garlasco. Nelle carte dell’inchiesta che coinvolge l’ex procuratore di Pavia Mario Venditti compare il nome di Luciano Garofano, generale dei Ris oggi in congedo. Dalle indagini emerge che la famiglia di Andrea Sempio, attualmente indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, avrebbe versato a Garofano 6.343 euro. Una cifra che, secondo lo stesso generale, rappresentava il compenso per una consulenza svolta nel gennaio 2017.

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La replica del generale Garofano

Il generale, conosciuto per il suo passato da comandante dei Ris di Parma, ha respinto con decisione ogni sospetto: “Voglio respingere con forza le vergognose ignobili illazioni uscite sulla stampa. Venni incaricato di fare una consulenza che ho firmato il 27 gennaio 2017, ho emesso regolare fattura e ho avuto un regolare bonifico. Per poter interloquire ho letto le conclusioni che aveva fatto il dottor Linarello che non condividevo, ho analizzato la perizia del dottor De Stefano e la consulenza del dottor Linarello e ho espresso le mie conclusioni”.

Foto di Andrea Sempio

Nuove scoperte nell’inchiesta di Garlasco

A prima vista nulla di insolito: all’epoca Andrea Sempio era già indagato e non sorprende che la sua famiglia si fosse rivolta a un esperto come Garofano. La vicenda si complica però analizzando i documenti citati dal generale. Accanto alla nota perizia di De Stefano, già centrale nei processi che portarono alla condanna di Alberto Stasi, compare anche la consulenza del genetista Pasquale Linarello.

Luciano Garofano, ex generale dei Ris

Il nodo del Dna e i sospetti

Quel lavoro, commissionato dai legali di Stasi per ottenere la riapertura delle indagini, segnalava la presenza di un Dna sotto le unghie della vittima, compatibile con un confronto. Una consulenza che avrebbe potuto inchiodare Andrea Sempio, il cui profilo genetico venne poi collegato a una traccia trovata su una tazzina. Il problema, sottolinea il giornalista Luca Fazzo, è che nel gennaio 2017 quel documento avrebbe dovuto restare custodito nel fascicolo segreto dell’inchiesta bis condotta dal procuratore Venditti. Eppure, in qualche modo, finì nelle mani della famiglia Sempio.

Andrea Sempio durante un interrogatorio

Le intercettazioni e la consulenza mai depositata

Un dettaglio confermato anche da un’intercettazione, in cui padre e figlio parlano alla vigilia di un interrogatorio: “Non ci chiederanno del Dna ma noi per sicurezza portiamo tutto”. Colpisce però un aspetto cruciale: la consulenza di Garofano non risulterebbe mai depositata. Da qui nasce l’interrogativo che alimenta i sospetti: chi avvisò la famiglia Sempio dell’esistenza di una perizia che puntava proprio su Andrea? È una delle domande a cui ora cerca risposta la Procura di Brescia.

La posizione della difesa di Stasi

Dal fronte della difesa di Alberto Stasi interviene l’avvocata Giada Bocellari, che al Corriere della Sera ha dichiarato: “Per come è formulata adesso l’incolpazione, credo sia una delle peggiori accuse che possa essere mossa a un magistrato. Credo, quindi, abbia lasciato tutti abbastanza sconcertati. Ma lasciamo lavorare la Procura di Brescia”.

L’avvocata ha poi anticipato la possibilità di chiedere una revisione del processo: “Nel momento in cui dovesse essere confermata l’ipotesi accusatoria, andrà di sicuro a incidere anche sul procedimento di Pavia su Sempio, e più in generale sull’eventuale revisione di Stasi. È evidente. Ad esempio, non si potrà più dire per Sempio che c’è stata un’archiviazione, a quel punto. E a mio modo di vedere sarebbe anche un grave indizio a carico di Andrea: insomma, è opinione comune pensare che se una persona è innocente non ha motivo per porre in essere certe condotte”.

Uno scenario ancora aperto

Il percorso verso una possibile revisione, tuttavia, non sarà immediato. “È ancora presto. È più opportuno attendere la chiusura delle indagini, perché questo ci consentirà di valutare tutti gli elementi che l’attuale procura ha raccolto”, ha spiegato Bocellari. Intanto, il caso Garlasco continua a rivelare nuove sfaccettature, mantenendo alta l’attenzione dell’opinione pubblica e aprendo a scenari giudiziari ancora tutti da scrivere.

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