
AOSTA – L’Union Valdôtaine (Uv) riconquista la vetta nelle elezioni regionali in Valle d’Aosta, tornando a essere il primo partito dopo il calo subito nel 2020. Con lo spoglio ancora in corso, ma ormai all’85%, il movimento autonomista si attesta al 31,16% dei consensi, un risultato che consolida il suo ruolo centrale nel futuro consiglio regionale.
Dallo spoglio emerge anche una buona performance degli Autonomisti di centro, che raggiungono il 14,15%. Nonostante non si siano presentati formalmente in coalizione, il risultato lascia immaginare una nuova possibile alleanza con l’Union Valdôtaine. Più indietro, ma comunque in gioco, il Partito Democratico, che al momento raccoglie l’8,08%. Insieme, i tre partiti superano il 50% dei voti validi, lasciando spazio a un’ipotetica maggioranza regionale.
Nonostante ciò, il centrodestra migliora nettamente i risultati del 2020, quando sia Forza Italia che Fratelli d’Italia rimasero fuori dal consiglio, penalizzati dalla soglia di sbarramento variabile prevista dalla legge elettorale regionale. Oggi, Forza Italia è al 10,40%, e secondo alcuni analisti potrebbe addirittura diventare ago della bilancia nelle trattative post-voto.
Fratelli d’Italia ottiene finora un 11,11%, confermando la propria presenza in consiglio. Va peggio alla Lega, che appare in netto calo rispetto alle tornate precedenti, fermandosi a 8,56%, un dato che ridimensiona le ambizioni del partito in ambito regionale.
Tra le forze minori, entra in consiglio la lista Valle d’Aosta Aperta (5,57%), che comprende anche il Movimento Cinque Stelle. Bene anche Alleanza Verdi e Sinistra, che supera la soglia con un 6,29%. Resta invece fuori dal consiglio Valle d’Aosta Futura, che si ferma al 4,68%, sotto la soglia di sbarramento.

Il Partito Democratico affronta un crollo drammatico: si ferma al 9%, meno della metà del 20% ottenuto nelle Europee, mentre Alleanza Verdi Sinistra registra solo il 4%, contro il 12,1% di due anni fa. La grande novità riguarda la lista centrista promossa da Azione di Carlo Calenda, denominata Autonomisti di Centro, che raggiunge un ottimo 13% dei consensi, quasi raddoppiando il risultato delle Europee (7,6%).
Il Movimento 5 Stelle, presente con la lista Valle d’Aosta Aperta, ottiene tra il 6 e il 7% dei voti, leggermente in crescita rispetto al 4,6% delle Europee, seppur il confronto sia complicato visto che la lista include anche altre realtà oltre ai pentastellati.
Dietro i numeri, si muove una macchina elettorale ben organizzata: otto poli di scrutinio impegnati nell’elaborazione di 65.011 schede. I seggi si sono chiusi alle 23 di domenica, e già in serata si attende la composizione ufficiale del nuovo consiglio regionale.
Va ricordato che, in Valle d’Aosta, non è il voto popolare a determinare il nome del presidente della Regione. Secondo lo statuto speciale e la legge elettorale regionale, saranno i 35 consiglieri eletti a scegliere il prossimo presidente del Consiglio regionale, nella prima seduta già convocata per il 28 ottobre 2025.

Conseguenze politiche e scenari futuri
Il trionfo dell’Union Valdôtaine e i crolli dei grandi partiti nazionali indicano come la Valle d’Aosta confermi la sua specificità politica, in cui le istanze autonomiste e locali prevalgono spesso sulle dinamiche nazionali. Le forze regionali dovranno ora confrontarsi per costruire una maggioranza stabile all’interno del Consiglio, in vista della nomina del presidente.
Inoltre, l’ascesa di liste centristi e moderate come quella di Azione evidenzia un possibile spazio crescente per coalizioni più flessibili e trasversali. Al contrario, il tracollo di Pd e FdI apre interrogativi sulle strategie future dei partiti nazionali nella regione, che potrebbero dover puntare maggiormente su alleanze locali o su candidature radicate nel territorio.
Sintesi e prospettive
Le elezioni valdostane rappresentano un importante termometro politico per capire le tendenze elettorali in una regione che da sempre coniuga identità locale e influenze nazionali. Il risultato parziale indica una netta prevalenza degli autonomisti, un boom per il centro moderato e un significativo calo dei principali partiti nazionali. La definizione della maggioranza consiliare e l’elezione del presidente saranno ora i passaggi cruciali per capire come si muoverà la politica valdostana nei prossimi anni.