
Ci rivolgiamo con la massima urgenza e con un senso di profonda responsabilità morale alle più alte autorità della nostra nazione, a quanti ricoprono ruoli di responsabilità all’interno delle nostre istituzioni e a tutti coloro che detengono la voce e il potere di influenzare il corso degli eventi. La nostra è una supplica che nasce dalla paura e dalla solidarietà e non può essere ignorata in un momento così critico della storia internazionale. A muovere questo accorato appello è Luigi Ciotti, che chiede con forza che si agisca con fermezza e risolutezza per proteggere i nostri concittadini e tutti i partecipanti alla missione della Global Sumud Flottilla.
Un appello per la protezione della Global Sumud Flottilla
Rivolgiamo un accorato appello affinché le vostre voci, che rappresentano la sovranità e i valori della nostra Repubblica, vengano alzate con vigore in tutte le sedi diplomatiche e internazionali. È imperativo pretendere da Israele il rispetto incondizionato delle vite e della incolumità fisica dei nostri fratelli e sorelle, parte integrante della Global Sumud Flottilla, attualmente in missione verso la Striscia di Gaza. Questa non è una semplice esercitazione o una provocazione politica; è una missione che si colloca su un piano umano prima ancora che umanitario, un gesto puro di fratellanza in un contesto di disperazione assoluta.
I partecipanti a questa iniziativa sono disarmati e la loro azione è intrinsecamente disarmante, fondata esclusivamente sui principi della pace e della non violenza. Il loro unico scopo è portare un segno tangibile di fraternità e di speranza in un luogo dove entrambi questi sentimenti sembrano essersi smarriri, travolti dall’onda di violenza e orrore. Si dirigono verso donne, uomini e bambini stremati da una guerra che ha annientato ogni parvenza di normalità e che sembra aver imprigionato il mondo intero in un ciclo di sofferenza. La loro navigazione è un atto di coraggio civile che merita la massima tutela da parte delle istituzioni che li rappresentano.
La condanna della minaccia di violenza
Vi chiediamo di non restare in silenzio. Nelle prossime ore, il vostro silenzio potrebbe essere interpretato come assenso implicito a azioni violente contro civili inermi. È cruciale levare una voce pubblica e inequivocabile per interloquire direttamente con lo Stato di Israele, che ha palesato la minaccia di ricorrere alla forza contro persone che compiono un’azione di solidarietà pacifica.
Non possiamo accettare l’idea che, in questo particolare contesto, si possa minacciare l’uso della forza contro chiunque, soprattutto quando assistiamo quotidianamente a bombardamenti che non risparmiano ospedali, scuole, case e perfino le tende dei campi profughi in Palestina. Il ricorso a carri armati contro una popolazione deportata e inerme è una violazione che non può essere liquidata come un semplice “danno collaterale”.
La nostra richiesta è che siate i custodi dei principi fondamentali del diritto internazionale e dei diritti umani. Dovete ribadire con chiarezza che le acque del nostro Mediterraneo, un mare che dovrebbe unire i popoli, non possono in alcun modo diventare una zona franca dove eserciti armati fino ai denti possano agire indisturbati e in aperta violazione di ogni legge e convenzione internazionale.
Difesa dei diritti umani e della civiltà
L’azione che vi chiediamo di compiere è la difesa non solo dei nostri concittadini, ma dei diritti umani universali e dei gesti umani che ancora onorano la nostra intera comunità internazionale. In un mondo che sembra aver smarrirto la bussola morale, dove si fatica a riconoscere il valore della compassione e l’impatto emotivo di un bambino che piange per il dolore, l’intervento dello Stato è fondamentale per riaffermare tali valori.
Vi esortiamo a richiamare con tutta la forza della vostra autorità lo Stato di Israele alla massima responsabilità per le sue azioni. Questo richiamo non deve essere rivolto solo a coloro che hanno il coraggio di agire in maniera pacifica e non violenta, rischiando la propria vita per tentare di fermare l’orrore e la guerra contro i civili. Al contrario, la critica più ferma e l’azione diplomatica più incisiva devono essere indirizzate a chi detiene il potere militare e lo usa in modo sproporzionato.
Vi supplichiamo di agire senza esitazione né ambiguità nei confronti di chi calpesta sistematicamente i diritti umani, il diritto internazionale e ogni principio e valore etico e giuridico sui quali si fonda la nostra civiltà e, in particolare, la nostra Costituzione repubblicana. È il momento di levare le vostre voci e di dimostrare al mondo che il nostro Paese è un faro di umanità e legalità.