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Giornalismo italiano in lutto, addio a un grande protagonista

Pubblicato: 29/09/2025 23:54

È morto a Cosenza, all’età di 80 anni, Santi Trimboli, ex giornalista della Rai Tgr Calabria e figura di riferimento per il giornalismo sportivo. Da tempo malato, lascia il ricordo di una carriera lunga e intensa, segnata dalla passione per il calcio e per la cronaca, sempre raccontata con rigore e professionalità.

Trimboli aveva iniziato il suo percorso nei primi anni Settanta, ottenendo il tesserino da giornalista professionista nel 1973. Dopo le prime collaborazioni con testate locali e nazionali, aveva firmato articoli per il Corriere dello Sport, distinguendosi come cronista attento e capace di dare al racconto sportivo il tono della grande cronaca. La sua voce e il suo stile incisivo lo portarono ben presto a essere coinvolto nelle trasmissioni più seguite della radio e della televisione italiana: da Tutto il calcio minuto per minuto a Stadio Sprint, fino alla Domenica Sportiva.

Una carriera alla Rai

Alla Rai arrivò negli anni Settanta, diventando in breve tempo un volto noto del telegiornale regionale. A lungo punto di riferimento della redazione di Cosenza, vi rimase per oltre venticinque anni, ricoprendo il ruolo di vicecaporedattore. Fu protagonista delle dirette più delicate della politica e della società calabrese, dando voce a una regione complessa ma ricca di storie da raccontare. Parallelamente, divenne anche un volto familiare di programmi come 90° minuto, portando sugli schermi la sua competenza e la sua capacità di sintesi.

Tra sport, libri e memoria storica

Esperto di calcio e di sport, ma anche osservatore attento della realtà internazionale, Trimboli non si limitò alla cronaca agonistica. Negli anni raccontò viaggi, eventi istituzionali e momenti storici, presentando anche libri e iniziative culturali. Tra i suoi lavori più significativi, l’analisi del crollo dell’utopia sovietica, narrata attraverso un viaggio compiuto nell’ottobre 1989, poco prima della caduta del Muro di Berlino.

Con la sua scomparsa se ne va una voce autorevole del giornalismo calabrese, capace di coniugare l’immediatezza della cronaca con la profondità del racconto sportivo e civile. Colleghi e telespettatori lo ricordano come un uomo rigoroso ma capace di empatia, che ha accompagnato per decenni le domeniche degli italiani e i passaggi cruciali della storia recente della Calabria.

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