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Guerra, l’allarme del generale Giorgio Battisti: “Attacco all’Italia possibile, Roma e le altre capitali europee sono a rischio”

Pubblicato: 29/09/2025 10:34
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La prospettiva di una terza guerra mondiale torna a preoccupare l’opinione pubblica europea, soprattutto dopo le dichiarazioni del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha evocato la possibilità di attacchi con droni anche contro l’Italia. Le sue parole, pronunciate in un momento di crescente tensione internazionale, hanno riacceso il dibattito sul livello di coinvolgimento dell’Europa nel conflitto tra Ucraina e Russia e sulla reale capacità dei Paesi membri di difendersi da una minaccia aerea.
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In un contesto segnato dall’escalation di attacchi con droni e missili in diverse aree del mondo, l’ipotesi di un’incursione diretta in territorio italiano ha inevitabilmente destato preoccupazione. Tuttavia, esperti militari e analisti invitano alla cautela: l’allarme lanciato da Zelensky, spiegano, va interpretato più come un appello politico che come una previsione fondata.

L’analisi del generale Giorgio Battisti

A ridimensionare l’ipotesi di un attacco contro l’Italia è stato il generale Giorgio Battisti, già comandante del corpo d’armata della Forza di reazione rapida della Nato e oggi analista militare. Intervistato dal QN, Battisti ha chiarito: «Ritengo questa ipotesi improbabile. Comprendo però che il presidente ucraino possa fare dichiarazioni simili per rafforzare il sostegno dei Paesi europei alla sua causa».

Secondo il generale, non si può escludere del tutto la possibilità che uno sciame di droni possa raggiungere anche l’Italia o altre aree del continente, ma si tratterebbe di operazioni di natura limitata, più simboliche che strategiche. «I droni quadricotteri leggeri – spiega – hanno una portata massima di 30-40 chilometri. Potrebbero essere lanciati, ad esempio, da una nave che opera sotto copertura, ma si tratterebbe comunque di un’azione circoscritta. Esistono versioni più potenti, certo, ma un attacco su larga scala contro il nostro Paese appare altamente improbabile».

Difesa aerea italiana e protezione Nato

Il generale Battisti ha poi ricordato che l’Italia dispone di un sistema di difesa aerea efficiente, come confermato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha assicurato la piena operatività delle nostre difese. «Le Forze armate – ha sottolineato Battisti – stanno potenziando la rete protettiva antimissile, e il Paese può contare su una rete radar avanzata capace di individuare minacce aeree e di attivare rapidamente i caccia intercettori, sia autonomamente che in coordinamento con gli assetti Nato».

Questo sistema integrato consente all’Italia di reagire tempestivamente a eventuali incursioni, riducendo drasticamente il rischio di danni o vittime. Tuttavia, lo stesso Battisti invita a non abbassare la guardia: «In uno scenario futuro, le difese dovranno essere ulteriormente rinforzate. L’evoluzione tecnologica dei droni e delle armi di precisione richiede un costante aggiornamento dei sistemi di protezione».

L’Europa e la minaccia dal cielo

Le parole del generale trovano eco in una riflessione più ampia che riguarda l’intero continente. «Sul piano teorico – ammette Battisti – tutte le capitali europee sono a rischio. Per questo, tutti gli Stati membri dell’Unione Europea stanno adeguando i propri scudi difensivi contro le minacce aeree». Una consapevolezza che si traduce in piani di cooperazione militare, investimenti tecnologici e rafforzamento delle infrastrutture strategiche.

La minaccia dei droni rappresenta oggi una delle sfide più complesse per le forze armate di tutto il mondo: dispositivi economici, difficili da intercettare e capaci di colpire obiettivi sensibili anche a lunga distanza. Proprio per questo, spiega Battisti, «serve una visione condivisa a livello europeo che integri risorse e informazioni, garantendo una difesa comune efficace».

Zelensky tra strategia politica e allarme militare

Le dichiarazioni del presidente Zelensky, se lette nel loro contesto, assumono anche una valenza politico-diplomatica. Con il conflitto in corso ormai da oltre due anni, Kiev punta a mantenere alta l’attenzione internazionale, sollecitando l’Europa a non ridurre il proprio sostegno militare e finanziario. Evocare il rischio di un attacco ai Paesi occidentali può dunque servire a rafforzare la solidarietà con l’Ucraina, ricordando che la sicurezza di Kiev è strettamente legata a quella del resto del continente.

Secondo gli analisti, Zelensky mira a trasmettere un messaggio preciso: nessun Paese è completamente al sicuro in un contesto di guerra ibrida, in cui droni, cyberattacchi e sabotaggi rappresentano strumenti sempre più diffusi. Tuttavia, il rischio che l’Italia diventi un bersaglio diretto resta, almeno per ora, un’ipotesi remota.

Conclusioni

Il dibattito sulla sicurezza europea e sulla possibilità di un coinvolgimento dell’Italia in uno scenario di guerra globale continua ad animare esperti e politici. Le parole di Zelensky, pur suscitando allarme, sono state interpretate da molti come un richiamo alla responsabilità collettiva più che come un annuncio di minacce imminenti.

Come ha spiegato il generale Battisti, la difesa italiana è oggi in grado di rispondere a eventuali attacchi, ma resta fondamentale potenziare le capacità di reazione e prevenzione, investendo in tecnologie e cooperazione internazionale. In un mondo dove il confine tra pace e conflitto è sempre più sottile, l’Italia, come il resto dell’Europa, è chiamata a non sottovalutare le nuove forme di guerra che si combattono, ormai, anche dal cielo.

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