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Maia Sandu, la Presidente che sfida Mosca e guarda all’Europa

Pubblicato: 29/09/2025 15:35

In un Paese sospeso tra l’influenza russa e l’aspirazione europea, una donna candidata a Presidente emerge come il volto di un Paese deciso a cambiare rotta. Economista di formazione internazionale, prima donna alla guida della Repubblica moldava, Maia Sandu ha costruito la sua leadership su riforme strutturali, lotta alla corruzione e integrazione nell’Unione Europea.

Osteggiata da Mosca e dai partiti filo‑russi, è riuscita comunque a conquistare la rielezione nel 2024 e a ottenere il pieno controllo parlamentare nel 2025, aprendo la strada a un referendum costituzionale sull’adesione all’Ue.

Dalle origini sovietiche a Harvard

Nata il 24 maggio 1972 a Risipeni, piccolo villaggio della Moldavia sotto l’URSS, Sandu cresce tra le difficoltà di un Paese diviso. Figlia di un’insegnante e di un medico, riceve un’istruzione solida che la porterà fino alla prestigiosa Harvard Kennedy School, dove ottiene un master in Public Policy.

L’esperienza americana definisce il suo approccio riformista e orientato alle politiche pubbliche efficienti. Tornata in patria, lavora come economista e consulente per la Banca Mondiale, costruendo un profilo tecnico rispettato anche a livello internazionale.

Dalla riforma dell’istruzione alla presidenza

Il primo incarico politico importante arriva nel 2012, come Ministro dell’Istruzione, ruolo in cui Sandu combatte la corruzione nel sistema scolastico e migliora la qualità dell’istruzione pubblica. Nel 2016 fonda il Partito dell’Azione e della Solidarietà (PAS), formazione centrista e pro‑europea che si propone come alternativa alle élite tradizionali.

Nel novembre 2020, Sandu batte l’uscente Igor Dodon, esponente filo‑russo, diventando la prima donna Presidente della Moldavia. L’insediamento del 24 dicembre segna un cambio di passo: il capo dello Stato assume una linea esplicitamente orientata verso Bruxelles, con anticorruzione e governance al centro dell’agenda politica.

Europa e Mosca: una sfida quotidiana

Durante il mandato, Sandu accelera il percorso di integrazione europea: nel 2022 la Moldavia ottiene lo status di Paese candidato all’Ue, mentre nel 2025 si avvia la campagna per modificare la Costituzione e sancire l’orientamento europeo come principio fondante della nazione.

Sul piano internazionale, la presidente prende posizioni nette contro Mosca: condanna l’invasione dell’Ucraina, chiede il ritiro delle truppe dalla Transnistria e denuncia tentativi di destabilizzazione orchestrati dal Cremlino, arrivando a parlare pubblicamente di possibili colpi di Stato.

Nonostante la forte legittimazione popolare, Sandu deve confrontarsi con una classe politica divisa e con un Paese che soffre di corruzione sistemica, emigrazione giovanile e dipendenza energetica. Molte riforme richiedono approvazioni parlamentari e un apparato statale efficiente, condizioni non ancora pienamente realizzate.

Rielezione e futuro europeo

La rielezione nel novembre 2024 e la vittoria del PAS alle elezioni parlamentari del 28 settembre 2025 creano le condizioni politiche per un referendum costituzionale sull’adesione all’Unione Europea. La leadership di Sandu è ora chiamata a trasformare il consenso elettorale in risultati concreti, consolidando la posizione geopolitica della Moldavia tra Mosca e Bruxelles.

Riservata e lontana dai riflettori mondani, Maia Sandu vive a Chişinău, è nubile e senza figli. Parla fluentemente rumeno, russo, inglese e spagnolo, e mantiene un forte legame con la sua comunità d’origine. La sua figura rappresenta per molti moldavi un simbolo di trasparenza, meritocrazia e modernità: una leader determinata, pronta a sfidare le pressioni interne ed esterne pur di mantenere il Paese sulla rotta europea.

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