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“3 Novembre 2025: la data della Terza Guerra Mondiale”. La profezia che fa tremare l’Europa

Pubblicato: 29/09/2025 12:05

La premeditatio malorum, l’arte di prepararsi al peggiore esito possibile, è un concetto strategico e filosofico che affonda le sue radici nell’antichità, praticato da pensatori come Seneca e Marco Aurelio. Nell’ambito militare, questa pratica ha sempre rappresentato uno strumento cruciale per la riduzione dell’incertezza: i generali romani e greci, per esempio, analizzavano meticolosamente le possibili catastrofi in battaglia non per arrendersi al destino, ma per pianificare vie di fuga, stabilire alleanze di riserva e anticipare fallimenti logistici. L’obiettivo in guerra, e in ogni seria valutazione di rischio, è prevenire perdite e mantenere il controllo, anche di fronte all’ignoto.

Tuttavia, quando questo approccio rigoroso viene trasposto nell’ambiente volatile e sensazionalistico dei social media, l’esercizio teorico si deforma, trasformandosi in una miccia per l’innesco di elaborate teorie del complotto. L’esempio più recente e lampante di questa distorsione ha origine da un’intervista all’ex comandante della NATO, Richard Shirreff, pubblicata sul Daily Mail.

L’esercizio teorico del worst case scenario

L’analisi di Shirreff non è nata come una profezia, ma come un worst case scenario ipotetico volto a mettere in luce le vulnerabilità dell’Alleanza Atlantica. L’ex generale ha elaborato uno scenario fittizio e drammatico: un attacco russo a sorpresa contro le capitali baltiche. Per dare concretezza all’ipotesi, ha selezionato una data puramente casuale, il 3 novembre 2025, e ha previsto che in meno di cinque giorni la Russia avrebbe potuto causare devastazione in Europa.

Il messaggio di Shirreff è inequivocabile e strategicamente orientato: la NATO è debole e l’Europa si trova in una posizione esposta. La sua conclusione non è di panico, ma un pressante invito all’azione: è necessario potenziare la difesa per evitare di essere colti completamente impreparati nel caso, per ora remoto, di un attacco. La tesi, d’altronde, non è nuova; Shirreff l’aveva già sviluppata e illustrata in dettaglio nel suo libro del 2016, War with Russia: An Urgent Warning from Senior Military Command. Il succo della sua allerta è che, di fronte a un attacco a sorpresa di Mosca, l’Europa e i suoi alleati non avrebbero il tempo sufficiente per mobilitare rinforzi, ridistribuire le truppe e mettere in sicurezza le infrastrutture strategiche. In uno scenario del genere, le prime linee difensive potrebbero crollare in appena quattro giorni, esponendo vaste aree densamente popolate.

La trasformazione sui social media

Nonostante la sua chiara natura di esempio teorico, il racconto di Shirreff ha subito una profonda metamorfosi sui social media, diventando qualcos’altro: un presagio, una “prova” per nuove teorie del complotto su un’imminente terza guerra mondiale.

La data del 3 novembre 2025, scelta a caso, è diventata il punto focale di speculazioni paranoiche. C’è chi sostiene di aver “scoperto” sul dark web presunti piani segreti per il conflitto. Altri hanno applicato la numerologia, sommando le date di inizio e fine di guerre passate per trovare corrispondenze “occulte” proprio con il 3 novembre 2025, asserendo che “i potenti conoscono la numerologia e usano determinate date per sfruttare l’energia di distruzione”.

Questa narrazione distorta viene amplificata da mezzi di disinformazione sofisticati, come i falsi telegiornali o le immagini create con l’Intelligenza Artificiale (IA) che mostrano scenari apocalittici. Presunti “geopolitici” improvvisati analizzano lo scenario di Shirreff trattandolo non come un avvertimento, ma come una profezia basata su “fatti noti”, evidenziandone con fervore i “punti di forza” come se si trattasse di un piano operativo reale. Come spesso accade, le teorie del complotto si fondano su frammenti di verità — in questo caso, l’esistenza di tensioni geopolitiche e l’analisi di un militare esperto — che vengono riposizionati e manipolati in base a una narrativa predeterminata.

I dettagli dello scenario ipotetico

Per fare chiarezza è fondamentale ribadire il concetto: l’attacco che Shirreff ipotizza per il 3 novembre 2025 è un esempio puramente teorico, elaborato per illustrare la possibile dinamica di un conflitto rapido e moderno.

Secondo la sua ipotesi, le prime vittime sarebbero le capitali baltiche. Il meccanismo di attacco previsto è un’escalation rapida e ibrida:

  1. Cyberattacco e Blackout: Vilnius subirebbe blackout estesi, che si propagherebbero rapidamente in Estonia e Lettonia attraverso attacchi informatici mirati alle reti elettriche.
  2. Paralisi e Panico: La paralisi delle infrastrutture critichebanche, ospedali, e uffici pubblici – scatenerebbe un panico diffuso.
  3. Disordini Interni: Contemporaneamente, rivolte e disordini interni verrebbero alimentati da agenti russi e bielorussi, sfruttando il caos.
  4. Escalation Continentale: L’escalation non si fermerebbe ai Paesi Baltici, ma continuerebbe verso il resto d’Europa, con interruzioni di energia che colpirebbero Regno Unito, Francia e Germania, creando caos e paralizzando le istituzioni.
  5. Controllo Strategico: Shirreff prevede l’occupazione del corridoio di Suwałki – l’unico tratto di terra che collega la regione di Kaliningrad alla Bielorussia – e il controllo dei cieli da parte delle forze russe.

In questo scenario, la NATO non riuscirebbe a reagire in tempo a causa della velocità e della natura ibrida dell’attacco, portando al crollo dell’equilibrio mondiale in cinque giorni.

La realtà geopolitica attuale

È cruciale distinguere l’analisi teorica dalla realtà geopolitica. Al momento, non esistono segnali concreti e verificabili che la Russia stia preparando un attacco su vasta scala ai confini orientali della NATO. L’attuale assetto militare, in particolare l’assenza di attività significative della Marina russa, rende l’ipotesi di un’offensiva su larga scala poco credibile nell’immediato futuro.

È innegabile che le tensioni tra Russia e NATO siano elevate. Episodi come gli incidenti lungo i confini, le violazioni dello spazio aereo, le interferenze GPS e i droni sospetti sono elementi reali che alimentano una situazione di instabilità latente. Tuttavia, l’analisi di Shirreff rimane un esercizio teorico, un premeditatio malorum moderno che funge da avvertimento strategico sulla necessità di prepararsi, non da cronaca di un disastro imminente.

L’obiettivo dell’analisi di Shirreff è la prevenzione e la deterrenza, non la promozione del panico. L’uso distorto della sua tesi sui social media, invece, serve unicamente a infiammare la paura e a diffondere la disinformazione, confondendo un’analisi di rischio con una profezia catastrofica.

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