
Da circa tre anni la conduttrice Simona Ventura vive una situazione di pressione e allarme personale: una persona ha ripetutamente preso a perseguitarla con messaggi e contatti insistenti sui canali social. La vicenda, che la showgirl ha scelto di rendere pubblica solo di recente, mette in luce quanto la facilità di accesso alla vita privata concessa dalle piattaforme digitali possa trasformarsi in un problema di sicurezza reale e prolungato. Nonostante gli interventi e le segnalazioni, lo stalking non si è interrotto, costringendo la coppia a portare il caso all’attenzione delle autorità e dell’opinione pubblica.
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L’intervento dei media e la scelta della denuncia
Per rompere il silenzio sulla vicenda Ventura ha parlato sia in televisione sia su carta stampata, raccontando l’accaduto insieme al compagno Giovanni Terzi. Dopo un primo periodo in cui i messaggi sono stati tenuti nascosti per evitare ulteriori tensioni, la coppia ha infine deciso di formalizzare una denuncia presso la Polizia. La vicenda è poi stata affrontata anche da Le Iene, che hanno approfondito il caso nel corso di una puntata, cercando di ricostruire il quadro delle molestie e di verificare lo stato di salute mentale dell’indagato.
Il profilo dell’indagato e la natura delle minacce
L’uomo al centro dell’inchiesta è un 48enne residente a Torino, con alle spalle un titolo di studio ma segnato da gravi disturbi psicologici. Secondo quanto emerso, nel corso degli anni avrebbe inviato centinaia di messaggi vocali e testuali carichi di offese, accuse deliranti e minacce rivolte non solo a Ventura ma anche all’entourage della conduttrice. Le dichiarazioni raccolte indicano che l’autore delle persecuzioni sottraeva tempo alla cura e ai rapporti sociali, viveva con i genitori anziani e si seguiva in modo sporadico da parte dei servizi psichiatrici.

Le indagini e la tutela della vittima
Dopo la prima segnalazione, la risposta delle autorità era parsa rassicurante ma non risolutiva, con la convinzione iniziale che l’individuo non avrebbe reiterato comportamenti pericolosi. Tuttavia, la ripresa delle molestie ha convinto la coppia a procedere con un’escalation formale delle misure: oltre alla denuncia è scattata la copertura mediatica e la vicenda è stata portata all’attenzione degli operatori sanitari e delle forze dell’ordine competenti. La segnalazione pubblica mira anche a sensibilizzare sull’importanza di strumenti di tutela più efficaci per chi subisce persecuzioni online.
Il nodo delle diagnosi e la responsabilità sociale
Dalle ricostruzioni è emerso che l’uomo soffre di manie persecutorie e di convinzioni deliranti che lo portano a costruire narrazioni complesse e false relazioni con personaggi pubblici. Anche se la famiglia dello stalker ha riferito di cure psichiatriche sporadiche e condizioni familiari difficili, restano irrisolti i nodi sul livello di monitoraggio clinico e sulla reale efficacia dei percorsi terapeutici intrapresi. La vicenda solleva quindi domande delicate sul confine tra responsabilità penale, tutela delle vittime e obblighi di cura nei confronti di persone con gravi disturbi mentali.

Una chiamata all’azione collettiva
La storia che coinvolge Simona Ventura mette in evidenza la necessità di rafforzare strumenti preventivi e reattivi: migliori sistemi di segnalazione sulle piattaforme, una maggiore integrazione tra servizi sanitari e forze dell’ordine e percorsi di tutela mirati per le persone esposte al rischio. Sul piano sociale, la vicenda richiama anche alla responsabilità di media e istituzioni nel trattare casi di stalking con equilibrio, sostenendo le vittime senza alimentare ulteriori dinamiche persecutorie. La speranza di Ventura e del suo compagno è che la denuncia, insieme alla visibilità pubblica del caso, possa portare a una soluzione definitiva e offrire spunti utili per la prevenzione di simili drammi.