
Con la morte di Renato Casaro, l’Italia perde uno dei suoi più grandi maestri dell’arte cinematografica. Il celebre cartellonista trevigiano si è spento a 89 anni, stroncato da una grave broncopolmonite. Ricoverato da giorni all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, non è riuscito a superare la malattia. Avrebbe compiuto 90 anni il prossimo 26 ottobre.
L’ultimo dei grandi cartellonisti
Casaro rappresentava l’ultima generazione di artisti che dipingevano a mano i manifesti cinematografici, prima dell’avvento del design digitale. La sua specializzazione nel genere Western lo aveva reso una leggenda, capace di creare un ponte artistico tra il cinema europeo e quello hollywoodiano.
Le sue opere hanno immortalato cowboy, indiani, galoppate in paesaggi sconfinati e duelli con le colt spianate, contribuendo a costruire l’immaginario collettivo di intere generazioni di spettatori.

Un’eredità artistica mondiale
Considerato tra i più importanti e influenti cartellonisti del cinema italiano, Casaro aveva conquistato fama internazionale grazie a locandine e manifesti che sono entrati nella storia della settima arte.
Il Museo Nazionale Collezione Salce gli aveva dedicato una sala del San Gaetano. A inizio settembre, come ricordato da Il Gazzettino, Casaro aveva presentato la mostra «C’era una volta il Western», con 45 manifesti che ripercorrevano la sua carriera e celebravano l’epoca d’oro del cartellonismo.
Una tradizione che scompare
Con Casaro non se ne va soltanto un artista, ma un’intera tradizione artistica che ha contribuito a definire l’immaginario del cinema popolare. I suoi pennelli hanno reso epici i film e indimenticabili i loro protagonisti, lasciando un patrimonio che continuerà a vivere nella memoria degli appassionati e nella storia del cinema.