Vai al contenuto

Campi Flegrei, l’asfalto fa bolle e crepe come lava. Cittadini in allarme

Pubblicato: 30/09/2025 19:42

Le immagini che circolano in queste ore sui social network, rilanciate con un misto di preoccupazione e sconcerto, mostrano una situazione che ha dell’inquietante a via Antiniana, l’arteria stradale che serpeggia lungo il bordo del cratere della Solfatara e si estende verso il Monte Gauro, nel cuore pulsante dei Campi Flegrei. L’asfalto della carreggiata appare drammaticamente deformato, quasi come se stesse letteralmente ribollendo o sciogliendosi per un calore anomalo proveniente dal sottosuolo.

Questo fenomeno è testimoniato da bolle evidenti e un intricato sistema di crepe che ne solcano la superficie, dettagli immortalati non solo da smartphone, ma anche documentati con maggiore precisione attraverso riprese aeree effettuate con droni e l’analisi termica fornita dalle termocamere. La visione di una strada che cede in questo modo, in una zona già nota per la sua complessità geologica e la sua attività sismica e vulcanica latente, ha comprensibilmente innescato una crescente apprensione tra i residenti e l’opinione pubblica. La domanda che tutti si pongono è: quale sia il legame tra questa singolare deformazione stradale e i più ampi e noti fenomeni geofisici che caratterizzano l’area, in particolare il bradisismo e l’intensa attività delle fumarole sotterranee?

Le anomalie termiche e il timore del sottosuolo

Il contesto in cui si manifesta la deformazione dell’asfalto è quello dei Campi Flegrei, una caldera vulcanica la cui attività è monitorata costantemente e che è stata recentemente al centro dell’attenzione per l’intensificarsi del fenomeno del bradisismo, ovvero il periodico innalzamento e abbassamento del suolo. È proprio questo sottosuolo vivace a fornire un indizio cruciale: le fumarole sotterranee, manifestazioni della de-gassazione e del calore magmatico, hanno raggiunto in alcune aree temperature eccezionalmente elevate, superando in alcuni casi i 160 gradi centigradi.

È intuitivo ipotizzare che un tale livello di calore, se propagato fino alla superficie stradale, possa essere la causa diretta o quantomeno il fattore scatenante del cedimento e della fusione apparente dell’asfalto. L’asfalto, un materiale bituminoso sensibile alle alte temperature, potrebbe non resistere al gradiente termico anomalo proveniente dalle viscere della terra. La crescente preoccupazione dei cittadini è dunque fondata sulla potenziale correlazione tra l’aumento dell’attività interna del vulcano (evidenziata dall’incremento termico delle fumarole e dal bradisismo) e la deformazione superficiale che mette a repentaglio la sicurezza e l’integrità delle infrastrutture.

Un precedente non isolato: la voragine di giugno

L’episodio attuale a via Antiniana non rappresenta, purtroppo, un evento isolato o inedito per la zona. La stessa strada era già stata teatro di un dissesto strutturale di significativa importanza solo pochi mesi fa. Il 5 giugno scorso, in seguito a uno sciame sismico culminato con una scossa di magnitudo 3.2, era apparsa una vasta voragine che aveva drammaticamente squarciato la carreggiata. Da questa apertura nel terreno fuoriusciva zolfo, un chiaro segnale della natura vulcanica e dell’attività geochimica sottostante.

La ricorrenza di tali fenomeni di cedimento stradale in un lasso di tempo relativamente breve alimenta il sospetto che l’area sia sottoposta a sforzi geologici continui e intensi, esacerbati forse dalla fase attuale di sollevamento del suolo indotta dal bradisismo. L’evento di giugno, con la sua manifestazione zolfurea, funge da precedente significativo che collega direttamente l’instabilità superficiale ai processi interni del sistema vulcanico flegreo. Ogni nuovo cedimento, ogni nuova crepa, non fa che ribadire l’estrema vulnerabilità della zona.

L’intervento dell’Ingv e le prossime verifiche tecniche

Di fronte alla gravità e alla potenziale implicazione vulcanologica del fenomeno, l’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), l’ente preposto al monitoraggio della caldera flegrea, ha immediatamente annunciato l’avvio di ulteriori verifiche e di un’indagine approfondita. L’Ingv ha specificato che una squadra di tecnici altamente specializzati sarà inviata in loco con l’obiettivo primario di analizzare in dettaglio le deformazioni della strada. Il loro compito sarà quello di raccogliere dati precisi, effettuare misurazioni termiche e geofisiche, e in generale condurre una serie di accertamenti scientifici volti a chiarire l’origine esatta del fenomeno.

Sarà fondamentale determinare se il “bollire” dell’asfalto sia dovuto esclusivamente a un’anomalia termica localizzata, magari legata a un flusso di fluidi caldi o alla migrazione di gas, oppure se sia l’effetto visibile di una più ampia e preoccupante deformazione strutturale legata all’attività bradisismica. Le risultanze di queste analisi tecniche saranno cruciali non solo per comprendere la dinamica geologica in atto, ma anche per prendere decisioni informate riguardo la sicurezza della circolazione e la gestione del rischio vulcanico e infrastrutturale nell’intera area dei Campi Flegrei.

Prospettive e necessità: monitoraggio e prevenzione

La situazione a via Antiniana pone in evidenza la necessità vitale di un monitoraggio costante e capillare dell’intera zona dei Campi Flegrei, un’area ad alto rischio vulcanico e sismico densamente popolata. Eventi come la fusione dell’asfalto e la formazione di voragini sono campanelli d’allarme che non possono essere ignorati. Essi sottolineano la fragilità del territorio e l’interazione costante tra la geologia profonda e l’ambiente di superficie. La prevenzione e la sicurezza devono rimanere le priorità assolute, richiedendo non solo l’impiego di tecnologie di monitoraggio all’avanguardia (come i sistemi GPS, l’interferometria satellitare, le termocamere e i sensori sismici), ma anche una pianificazione urbana e infrastrutturale che tenga conto dell’estrema dinamicità del sottosuolo flegreo. La comunità scientifica, le autorità locali e la popolazione devono lavorare in sinergia per affrontare la complessità geologica di questo territorio unico e, al contempo, pericoloso, garantendo la massima trasparenza e una comunicazione efficace sulle evoluzioni del rischio.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure