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Il piano di Trump e Netanyahu: tregua a Gaza tra ostaggi liberati e il ritiro di (quasi tutte) le truppe da Gaza

Pubblicato: 30/09/2025 07:21

Un annuncio arrivato da Washington scuote la politica israeliana e mediorientale. Il piano congiunto di Donald Trump e Benjamin Netanyahu apre spiragli per una tregua a Gaza, ma segna anche un punto di rottura con le promesse che il premier israeliano aveva fatto al suo Paese negli ultimi due anni.

Il progetto prevede il rilascio di tutti gli ostaggi, vivi e morti, in tempi rapidi, insieme al ritiro delle truppe israeliane dalla maggior parte della Striscia. In cambio, Israele ottiene la demilitarizzazione dell’area, eliminando così la minaccia di Hamas. Ma sul tavolo c’è anche la liberazione di 250 detenuti condannati all’ergastolo e di altri 1.700 arrestati negli ultimi mesi: un prezzo che molti analisti giudicano rischioso.

Elemento cruciale: nessun ruolo immediato per l’Autorità nazionale palestinese (Anp), che potrebbe tornare in gioco solo dopo profonde riforme e sotto il controllo di un organismo transitorio presieduto da Trump e dall’ex premier britannico Tony Blair, figura considerata da Israele più vicina alle sue posizioni che a quelle palestinesi.

Il piano sposta inoltre la gestione di Hamas da un problema interno a Israele a una questione internazionale: dall’Egitto alla Giordania, dalle monarchie del Golfo fino all’Indonesia, numerosi Paesi sono stati chiamati a farsi garanti. Trump ha rilanciato la visione dei Patti di Abramo: stabilità regionale in cambio di prosperità economica e sicurezza condivisa.

Ma ci sono punti dolenti: niente annessione di Gaza, nessuna espulsione forzata della popolazione, stop al ritorno delle colonie, amnistia per i leader di Hamas in esilio. Condizioni difficili da accettare per la destra israeliana. Non a caso, nelle ultime 24 ore diversi gruppi vicini a Netanyahu – dallo Yesha Council dei coloni al War Injured Forum – hanno criticato duramente il piano, chiedendo al premier di non arretrare.

La partita politica, dunque, si gioca non solo sul fronte internazionale ma anche dentro Israele, dove la base più radicale di Netanyahu vede in questa intesa una resa parziale. Ora si attende la risposta di Hamas, che dovrà decidere se accettare il compromesso o rilanciare lo scontro.

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Ultimo Aggiornamento: 30/09/2025 07:26

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