
A quasi vent’anni dal delitto di Garlasco, il caso che ha sconvolto l’Italia torna a far parlare di sé. L’ex comandante dei carabinieri Francesco Marchetto, tra i protagonisti delle prime indagini, ha acceso i riflettori con una dichiarazione che lascia poco spazio ai dubbi: “Ci saranno nuovi indagati”. Secondo lui, la Procura di Brescia avrebbe in mano elementi in grado di riaprire scenari inattesi e rimettere in discussione pezzi di verità che sembravano ormai consolidati.
Non solo Brescia: anche la Procura di Pavia potrebbe avere un ruolo chiave in questa nuova fase. Marchetto non esita: “Salteranno fuori nuove sorprese e ci saranno nuovi indagati. Andrea Sempio sarà processato? Io sono convinto che questa nuova procura riuscirà a fare luce dopo 18 anni”. Parole che alimentano curiosità e tensione, accendendo nuovamente i riflettori sul giallo che non ha mai smesso di dividere l’opinione pubblica.
Nuove indagini e vecchie ombre
Le nuove verifiche hanno già portato a perquisizioni delicate, con gli inquirenti che tornano a guardare con attenzione alla figura di Andrea Sempio, il giovane amico di Chiara Poggi la cui posizione era stata archiviata anni fa. Ma non è tutto: nell’inchiesta spunta anche il nome di un ex magistrato, con sospetti legati a decisioni prese durante le prime fasi investigative. Tra i temi più discussi ci sarebbero fondi e intercettazioni gestiti dalla procura pavese con deleghe all’esterno.

Un nome che torna con insistenza è quello dell’ex procuratore aggiunto Mario Venditti. Fu lui ad archiviare più volte la posizione di Sempio, e oggi si trova indagato per corruzione in atti giudiziari. Secondo le accuse, avrebbe ricevuto oltre 30mila euro dai genitori di Sempio per chiudere il suo fascicolo nel 2017, in appena 21 secondi. Le verifiche bancarie finora non hanno però riscontrato movimenti sospetti sui suoi conti.
DNA, chat e soldi: i nuovi fronti del giallo
Il legale di Venditti ha chiesto al Tribunale del Riesame di annullare le perquisizioni e avere accesso agli atti, sostenendo che non ci siano prove sufficienti per giustificare i sequestri. Intanto, torna al centro dell’attenzione il DNA del misterioso “Ignoto 1”, già analizzato in passato. L’obiettivo è confrontarlo con il profilo genetico di Sempio per capire se ci siano compatibilità che possano ribaltare le carte in tavola.

Ma non è tutto: i riflettori si accendono anche su chat e denaro. Secondo gli esperti, i messaggi digitali e i movimenti economici potrebbero svelare intrecci e collusioni occultate nelle fasi più delicate delle indagini. Un quadro che rende ancora più intricato quello che ormai viene definito da tutti come il “giallo infinito”.
Stasi osserva, il caso non si chiude
Mentre le indagini proseguono, c’è chi osserva con attenzione da lontano: Alberto Stasi. Condannato in via definitiva a 16 anni, è l’unico reo riconosciuto per l’omicidio di Chiara Poggi. Ma il riemergere di nuove piste e possibili indagati rischia di rimettere in discussione pezzi dell’inchiesta che lo ha portato dietro le sbarre.

Il delitto di Garlasco, a distanza di 18 anni, continua a scuotere coscienze e tribunali. Ogni nuova rivelazione riapre ferite mai rimarginate, lasciando una sensazione di mistero irrisolto che tiene ancora oggi milioni di italiani con il fiato sospeso.