
L’Istituto Milton Friedman ha sollevato un’allarme significativo riguardo la vicenda della Sumud Flotilla, annunciando l’imminente presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica di Roma. L’iniziativa scaturisce da presunte prove, divulgate da Israele e basate su documenti che sarebbero stati rinvenuti a Gaza, le quali suggerirebbero un coinvolgimento diretto di Hamas nel sostegno finanziario della missione. Queste prove, secondo l’Istituto, includerebbero trasferimenti di fondi che avrebbero alimentato la flottiglia.
Nonostante gli organizzatori della flottiglia, tra cui l’associazione Global Flotilla Italia, abbiano categoricamente negato qualsiasi legame con l’organizzazione, l’Istituto Milton Friedman ritiene che la gravità delle accuse e le prove presentate pubblicamente rendano necessaria l’attivazione della magistratura italiana. L’obiettivo primario dell’esposto, come chiarito da Alessandro Bertoldi, direttore esecutivo dell’Istituto, è quello di spingere la Procura a accertare l’ipotesi di reati e, di conseguenza, a tracciare in modo trasparente i flussi finanziari e i presunti legami con Hamas.
Il contesto e la designazione di Hamas come organizzazione terroristica
Il fondamento legale che rende la situazione particolarmente delicata, secondo l’Istituto Milton Friedman, risiede nella designazione di Hamas come organizzazione terroristica da parte dell’Unione Europea sin dal 2003. Questo status è cruciale, poiché comporta l’applicazione della normativa antiterrorismo anche in Italia, in virtù del Regolamento (Ce) n. 2580/2001.
Tale regolamento stabilisce un quadro giuridico rigoroso per la lotta al terrorismo e al suo finanziamento all’interno dei Paesi membri dell’UE. Bertoldi sottolinea come l’invocazione di un intento umanitario per la missione della flottiglia non possa di per sé escludere la responsabilità penale qualora si configurino gli estremi del dolo (l’intenzione consapevole di finanziare un’organizzazione terroristica) o della colpa grave (una negligenza talmente macroscopica da aver ignorato o omesso di verificare la provenienza illecita dei fondi). La valutazione di queste ipotesi, tuttavia, rimane strettamente dipendente da prove concrete e verificabili, come bonifici bancari, registrazioni finanziarie o documenti ufficiali, il cui accertamento sarà demandato alle indagini preliminari della Procura.
Le accuse di irresponsabilità e la necessità di trasparenza
L’Istituto Milton Friedman non si limita a richiedere un’indagine sui presunti legami diretti, ma esprime anche un giudizio estremamente severo sulla condotta degli organizzatori. Bertoldi definisce la loro azione come grave e irresponsabile, soprattutto per la presunta mancata verifica della provenienza dei fondi che hanno sostenuto l’intera missione della Sumud Flotilla.
Questa accusa di negligenza finanziaria è aggravata, secondo l’Istituto, dalla presenza di parlamentari a bordo della flottiglia, i quali, in quanto figure istituzionali, avrebbero avuto un dovere etico e legale ancora maggiore di assicurare la trasparenza e la liceità delle fonti di finanziamento. Il mancato accertamento della provenienza dei fondi solleva interrogativi sulla consapevolezza o sull’eccessiva leggerezza con cui i singoli membri avrebbero gestito aspetti cruciali della missione. Le indagini dovranno, in ultima analisi, stabilire il grado di consapevolezza dei partecipanti rispetto all’eventuale origine illecita del denaro.
Le specifiche ipotesi di reato formulate dall’istituto
Le preoccupazioni dell’Istituto Milton Friedman si sono tradotte nella formulazione di precise ipotesi di reato che saranno sottoposte all’attenzione della magistratura. Queste ipotesi sono chiare e si basano su articoli del Codice Penale italiano strettamente correlati alla lotta al terrorismo internazionale:
- Finanziamento di condotte con finalità di terrorismo anche internazionale (art. 270-quinquies del Codice Penale): Questo reato punisce chiunque fornisca, raccolga o metta a disposizione in qualsiasi modo fondi, beni o risorse economiche con l’intento che vengano utilizzati per la commissione di condotte terroristiche o per sostenere organizzazioni con tali finalità. La tesi dell’Istituto è che, se i documenti israeliani fossero autentici e provassero il passaggio di denaro da Hamas, gli organizzatori potrebbero essere indagati per aver beneficiato, e quindi indirettamente finanziato, le attività di un’organizzazione terroristica.
- Associazione con finalità di terrorismo anche internazionale (art. 270-bis c.p.): Questo articolo punisce chiunque promuova, costituisca, diriga o partecipi a un’associazione che si propone il compimento di atti con finalità di terrorismo. In questo contesto, l’indagine dovrà accertare se l’attività della flottiglia, al di là dell’intento umanitario dichiarato, abbia oggettivamente costituito un veicolo di supporto o un anello di congiunzione con l’organizzazione terroristica, anche se in modo indiretto o non pienamente consapevole da parte di tutti i partecipanti.
L’esposto rappresenta, quindi, un passo formale e giuridicamente rilevante che mira a trasformare le accuse e le prove mediatiche in una verifica giudiziaria approfondita, essenziale per tutelare l’integrità del sistema finanziario e la sicurezza nazionale rispetto al potenziale sostegno a entità terroristiche internazionali.