
La tensione internazionale legata all’abbordaggio della Flotilla ha trovato un’immediata eco in Italia, dove nella serata di oggi si sono moltiplicate manifestazioni, cortei e azioni di protesta in numerose città. L’immagine simbolo arriva da Genova, con copertoni incendiati davanti alla sede di Music for Peace, ma non è l’unico episodio che segna l’intensità della mobilitazione. Napoli ha visto l’occupazione dei binari della stazione centrale, Roma e Milano cortei spontanei che hanno bloccato zone nevralgiche, Firenze e Perugia presidi improvvisati nel cuore delle città. Sullo sfondo, i sindacati hanno indetto uno sciopero generale nazionale, allargando la protesta dal piano politico a quello sociale.
Genova e Napoli
A Genova la protesta è esplosa con il gesto più eclatante della giornata: un enorme falò di legna e copertoni è stato acceso davanti alla sede dell’associazione Music for Peace, mentre una colonna di fumo nero si alzava nel cielo della città. Decine di manifestanti hanno bloccato la strada scandendo slogan pro Palestina e annunciando nuove mobilitazioni al porto, individuato come obiettivo strategico da presidiare.
A Napoli la situazione non è stata meno tesa: un gruppo di attivisti ha occupato i binari della stazione centrale, paralizzando la circolazione ferroviaria dei regionali e dei treni ad alta velocità. La protesta ha generato caos tra i viaggiatori e momenti di scontro verbale con le forze dell’ordine, che hanno cercato di liberare i binari. Le bandiere palestinesi e i cori contro Israele hanno trasformato uno dei principali snodi di trasporto del Paese in un palcoscenico di contestazione.
Roma, Milano e altre città
A Roma il corteo è partito da San Lorenzo per dirigersi verso piazza dei Cinquecento, davanti alla stazione Termini, ribattezzata dai manifestanti “piazza Gaza”. Centinaia di persone hanno bloccato il traffico e acceso fumogeni, mentre la metropolitana è stata chiusa temporaneamente. La polizia ha schierato i reparti mobili per evitare assalti ai binari e contenere la folla che cresceva di ora in ora.
A Milano la protesta ha occupato piazza della Scala, davanti al Comune, con cartelli, bandiere e cori che hanno richiamato l’attenzione di passanti e turisti. A Torino un corteo ha attraversato il centro fino alla sede della Rai locale, in segno di protesta contro il silenzio mediatico denunciato dagli organizzatori. A Firenze centinaia di persone si sono radunate in piazza Santissima Annunziata in un presidio convocato tramite chat e social network, mentre a Perugia un corteo ha sfilato per le vie del centro con drappi e striscioni. Segnalazioni di presidi e manifestazioni sono arrivate anche da Bologna e Palermo, dove si sono registrati raduni spontanei in solidarietà con Gaza.
Scioperi convocati
La mobilitazione non si ferma nelle piazze: il fronte sindacale ha deciso di portare lo scontro sul terreno del lavoro. La CGIL ha indetto uno sciopero generale per venerdì 3 ottobre in tutti i settori, con le garanzie previste per i servizi essenziali. Alla protesta hanno aderito anche USB, CUB, SGB e Sì Cobas, che hanno annunciato azioni di sciopero tra il 2 e il 3 ottobre. Gli organizzatori parlano di un obiettivo chiaro: non limitarsi a esprimere solidarietà simbolica, ma bloccare realmente il sistema logistico, portuale e dei trasporti per esercitare pressione sul governo e sull’Unione Europea.
Questa scelta segna un salto di qualità: dalle strade si passa alle fabbriche, agli uffici, ai mezzi di trasporto, nella convinzione che la protesta contro l’abbordaggio della Flotilla e la guerra in Medio Oriente debba tradursi in un atto politico e sociale incisivo.