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Israele fuori dal calcio, cosa pensano gli italiani: il sondaggio shock

Pubblicato: 01/10/2025 08:21
Israele fuori calcio sondaggio

Un sondaggio commissionato dalla ong Ekō e realizzato da YouGov rivela che il 69% degli italiani chiede la sospensione di Israele dalle competizioni calcistiche internazionali fino a quando il Paese non rispetterà i diritti umani e il diritto internazionale. La ricerca, diffusa in esclusiva dal Fatto Quotidiano, arriva a due settimane dalla partita in programma il 14 ottobre a Udine tra la Nazionale italiana di Gattuso e la selezione israeliana, incontro valido per le qualificazioni ai Mondiali 2026.
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Secondo i dati, la maggioranza assoluta degli intervistati – circa l’80% tra coloro che hanno espresso un’opinione – chiede di estromettere Tel Aviv dal calcio. Una posizione che non si limita ai settori progressisti della società italiana: la stessa tendenza emerge anche tra gli elettori di centrodestra, tradizionalmente più vicini alle posizioni governative e alla premier Giorgia Meloni, la quale finora ha difeso la presenza di Israele negli eventi sportivi internazionali.

Il contesto e le pressioni internazionali

Il tema arriva in un momento segnato dalle atrocità nella Striscia di Gaza, dove la guerra ha sollevato reazioni di condanna da parte di esperti Onu e organizzazioni umanitarie. Negli ambienti sportivi internazionali si moltiplicano gli appelli: tra questi, una lettera firmata da Francesca Albanese e altri sette esperti delle Nazioni Unite, indirizzata direttamente a Uefa e Fifa, chiede una presa di posizione analoga a quella adottata contro la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022.

Nonostante le smentite ufficiali, alcune fonti citate dal Times avrebbero ventilato l’ipotesi di un voto interno all’Uefa sulla sospensione di Israele. Se ciò avvenisse, secondo le stesse indiscrezioni, pochi Paesi si opporrebbero alla misura. Gli esperti Onu hanno definito il provvedimento una “risposta necessaria per affrontare il genocidio in corso” e per evitare che gli eventi sportivi vengano usati come strumento di normalizzazione delle ingiustizie.

Il precedente russo e la richiesta di coerenza

Il sondaggio sottolinea come la maggioranza degli italiani si aspetti una coerenza di trattamento tra Israele e Russia, esclusa da ogni torneo dopo la guerra in Ucraina. La domanda rivolta agli intervistati faceva riferimento proprio a questo parallelismo, ricordando anche l’appello dell’Associazione italiana allenatori (AIAC) alla Figc.

Per il 69% dei partecipanti, è giusto che anche Israele venga estromessa, almeno finché prosegue lo sterminio a Gaza. Solo il 17% esprime contrarietà. Il consenso è particolarmente forte tra i giovani tra i 18 e i 24 anni, con un 85% di favorevoli, ma resta comunque maggioritario in tutte le fasce d’età.

Il sostegno trasversale degli elettori

Un dato significativo emerge dall’analisi delle preferenze politiche. Il 60% degli elettori della Lega, il 54% di Forza Italia e il 54% di Fratelli d’Italia si dichiarano favorevoli alla sospensione di Israele dal calcio internazionale. Il consenso supera il 70% tra gli intervistati che si collocano fuori dagli schieramenti di governo.

Il sondaggio, condotto online tramite il panel di YouGov Italia tra il 16 e il 17 settembre, mostra inoltre una forte opposizione anche nei confronti delle relazioni economiche con gli insediamenti illegali israeliani: il 72% degli italiani è favorevole allo stop al commercio e agli accordi economici con tali territori. Anche in questo caso, la tendenza è trasversale, con percentuali elevate tra gli elettori del centrodestra.

Le reazioni politiche e sportive

Alla Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la premier Giorgia Meloni ha dichiarato che l’Italia voterà a favore di “alcune sanzioni europee contro Israele”, ma sul fronte sportivo non è giunta alcuna apertura. Il ministro dello Sport Andrea Abodi e il presidente della Figc Gabriele Gravina hanno confermato che la Nazionale azzurra scenderà regolarmente in campo contro Israele il 14 ottobre a Udine.

Un orientamento che però non riflette il sentimento diffuso nel Paese, come sottolinea Alessio Petronelli, attivista di Ekō: “Le italiane e gli italiani non vogliono che la Nazionale condivida il campo con i rappresentanti di uno Stato genocida. Chiedono che Israele venga sospeso dal calcio internazionale, proprio come accaduto alla Russia”.

La spinta della società civile

Secondo Petronelli, la richiesta non nasce da un’area politica specifica, ma rappresenta una posizione trasversale della società italiana. “Non è una questione di destra o sinistra – afferma – ma una domanda che proviene anche dagli elettori del governo Meloni. Le italiane e gli italiani chiedono coerenza e coraggio da parte delle istituzioni sportive e del governo”.

L’attivista conclude ricordando che il calcio, come ogni ambito pubblico, “non può restare indifferente davanti alle violazioni dei diritti umani”. Un messaggio che, stando ai dati di Ekō e YouGov, la maggioranza del Paese sembra aver già accolto.

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