
Nelle redazioni, tra i suoni che attraversano le onde radio, ci sono voci che diventano parte del paesaggio sonoro di un territorio. Voci che si legano a ricordi, a battaglie culturali, a stagioni intere della vita collettiva. Jean Luc Stote era una di quelle voci: inconfondibile, appassionata, capace di raccontare la musica e la società con la stessa intensità. Il suo microfono era più di uno strumento, era un ponte tra le persone, una finestra sempre aperta sulla libertà d’espressione e sull’impegno civile.
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Chi ha avuto la fortuna di ascoltarlo sapeva che dietro ogni parola c’era una storia. Non solo quella della musica indipendente, ma anche quella di un modo di intendere la radio come spazio di incontro e confronto. La sua voce era una presenza viva nei momenti di festa e nei dibattiti più accesi, un’eco che oggi lascia un grande vuoto.
La scomparsa di Jean Luc Stote
È morto Jean Luc Stote, storica voce della Radio Onda D’Urto, a 72 anni. Originario di Nancy, in Francia, è stato colpito da un malore nelle prime ore del mattino di martedì 30 settembre. La notizia è stata annunciata proprio dalla sua emittente, che lo ha ricordato con parole di grande affetto e riconoscenza: «Jean Luc Stote è stato mille cose in una: voce della Radio durante la nostra Festa estiva, nello studio mobile dell’Acquario, ideatore della Festa della Musica di Brescia, antimilitarista, appassionato feroce e gioioso di musica, di vita, di progetti, di futuro e di passione».

Per anni, la sua voce ha rappresentato un punto di riferimento per ascoltatori e colleghi. Il suo impegno, la sua ironia e la sua visione libera della comunicazione hanno reso Stote una figura imprescindibile nel panorama radiofonico bresciano e nazionale.
Una vita tra musica, libertà e impegno civile
Prima di approdare a Radio Onda D’Urto, Jean Luc Stote aveva collaborato negli anni Settanta con Radio Popolare, Radio Azzurra e Radio Montecarlo Brescia, esperienze che gli permisero di affinare uno stile unico, capace di coniugare informazione e passione. Dal 2005 al 2019 fu coordinatore musicale dell’emittente, guidando la programmazione e dando voce a generi e artisti spesso lontani dal circuito mainstream.
Anche dopo il suo ritiro ufficiale dal ruolo di coordinatore, non smise mai di trasmettere. Programmi come La compagnia dei gatti neri e Casa Titta, realizzati con l’amico Giambattista Colleoni, conosciuto come Titta, rappresentavano per lui un modo per continuare a parlare di arte e di vita. La loro amicizia, salda e profonda, era diventata simbolo di quella radio fatta di relazioni autentiche e di una visione collettiva della cultura.
Il sogno della Festa della musica di Brescia
Uno dei momenti più significativi della carriera di Stote fu la creazione della Festa della Musica di Brescia, la cui prima edizione risale al 2014. Un progetto nato per portare la musica nelle strade, coinvolgere giovani e artisti e creare un legame diretto tra cittadini e suono. Nel 2023, dopo dieci anni di lavoro, Stote aveva deciso di passare il testimone al suo allievo Alberto Belgesto, per concentrarsi sull’organizzazione degli eventi scolastici legati alla manifestazione.
Oltre alla festa, Stote fu tra gli ideatori del Centro Musicale Bresciano (CMB), insieme a Belgesto, Marco Obertini, Ercole Gentile e Marco Tambussi. Un sogno condiviso che presto vedrà la luce e che rappresenta una delle sue ultime eredità culturali.

Il ricordo della città e l’ultimo saluto
La scomparsa di Jean Luc Stote ha suscitato un’ondata di emozione e cordoglio nella comunità bresciana. La sindaca Laura Castelletti ha voluto ricordarlo con parole che ne sottolineano l’impatto umano e artistico: «Ha dato alla nostra città tanto, forse più di quanto lui stesso immaginasse. Lascia un grande vuoto. Brescia gli deve gratitudine, riconoscenza e soprattutto la promessa di non dimenticare la sua energia e il suo amore per la musica e per la comunità».
I funerali si terranno venerdì 3 ottobre alle ore 9:15 presso il Tempio crematorio di via Lucio Fiorentini a Brescia, con partenza da Passirano alle 8:45. Sarà l’occasione per l’ultimo saluto a un uomo che ha trasformato la radio in un luogo di libertà e passione, lasciando un segno profondo nel cuore di chi lo ha conosciuto.
Con la sua voce, Jean Luc Stote ha raccontato una città, una generazione e un modo di vivere la musica come respiro quotidiano. E ora che quel suono si spegne, resta il silenzio carico di memoria di chi sa che alcune voci non smettono mai davvero di farsi ascoltare.