
Un tragico femminicidio ha scosso la piccola comunità di Paupisi, in provincia di Benevento, dove Elisabetta Polcino, 49 anni, è stata brutalmente uccisa dal marito Salvatore Ocone, 58 anni. La tragedia si è consumata nella mattina di ieri, a pochi giorni dal 25° anniversario del loro matrimonio. Il paese, con appena 1.400 abitanti alle falde del monte Taburno, era pronto a festeggiare un traguardo che, invece, si è trasformato in un incubo.
È durato circa un’ora e mezza l’interrogatorio dell’uomo, che è stato rintracciato in provincia di Campobass dopo la morte della moglie e di uno dei due figli portati via con la forza (l’altra è gravissima in ospedale). Ha ammesso le sue responsabilità; pertanto, il 58enne è stato trasferito in carcere con l’accusa di duplice omicidio aggravato, tentato omicidio e sequestro di persona.
Le sue dichiarazioni, rese note stamattina dal procuratore facente funzioni di Benevento, Gianfranco Scarfò, puntano a inquadrare gli atti violenti in un contesto di “dinamiche familiari conflittuali”. Ocone ha sostenuto che il comportamento della moglie era caratterizzato da “aggressività” e “dominazione”, attribuendo a questo le ragioni del suo gesto.
Ocone ha confessato di aver colpito tutti e tre i familiari all’interno della casa di Paupisi, in provincia di Benevento, presumibilmente utilizzando la stessa pietra. Questa versione trova conferma nei sopralluoghi effettuati dai carabinieri.
La tragedia si sarebbe consumata nelle prime ore del 30 settembre. Intorno alle sei del mattino, l’uomo avrebbe prima aggredito la moglie Elisa, uccidendola nella camera da letto. Successivamente, avrebbe colpito e ferito gravemente alla testa la figlia Antonia, per poi uccidere anche il figlio Cosimo.
Dopo l’aggressione, Ocone ha caricato i due ragazzi (uno gravemente ferito, l’altro senza vita) sulla sua Opel Mokka nera e si è allontanato, facendo perdere le sue tracce per diverse ore. La fuga è terminata intorno alle 19:00, quando il veicolo è stato rintracciato a Ferrazzano, in Molise, vicino Campobasso, a circa 70 chilometri di distanza dal luogo della strage. Lì, l’uomo è stato fermato.

La folle aggressione
Salvatore, operaio agricolo con una lunga storia di disturbi psichici, ha ucciso la moglie a colpi di pietra, prima di fuggire con i figli Cosimo e Antonia. Dopo una lunga fuga, durata 13 ore, è stato rintracciato nel Molise, ma non prima di aver ucciso anche il figlio Cosimo. La figlia Antonia, 16 anni, è stata gravemente ferita e ora si trova ricoverata in ospedale in condizioni disperate. Stando alle prime ricostruzioni, avrebbe colpito i ragazzi con pietre e una bottiglia di vetro. La figlia avrebbe riportato traumi alla testa ed è stata già operata una prima volta: la prognosi resta al momento riservata.
Nel passato, Salvatore aveva manifestato segnali di instabilità, che non si limitavano alla depressione che aveva compromesso la sua stabilità mentale. Alcuni testimoni riferiscono di episodi inquietanti, come quando, in preda a crisi, si era denudato in piazza, trovando rifugio in chiesa. Ma, secondo il parroco e il sindaco di Paupisi, non c’erano segnali di un pericolo imminente. “Li avevo visti pochi giorni fa alla festa del paese e sembravano sereni”, ha detto il sindaco Salvatore Coletta.

Elisabetta, casalinga che occasionalmente accompagnava il marito nei campi, sembrava mantenere i problemi familiari lontani dallo sguardo degli altri. La loro casa, una palazzina a due piani in contrada Frasso, era luogo di vita familiare, ma anche di difficoltà nascoste. L’unico figlio maggiorenne, Mario, aveva deciso di allontanarsi per lavorare a Rimini, cercando di fuggire da quella che sembra essere stata una realtà insostenibile.
Subito dopo aver appreso della tragedia, Mario è tornato a Paupisi, dove ha saputo che il padre era stato rintracciato e arrestato dopo il lungo inseguimento. La notizia della morte della madre e del fratello ha sconvolto profondamente l’intera famiglia, che si è vista spezzata da un evento che nessuno avrebbe mai immaginato. La comunità di Paupisi è ancora sotto shock: un paese noto per la sua tranquillità è ora segnato dalla tragedia.
Mario Ocone, il figlio maggiore di 23 anni della coppia, si sarebbe confidato con uno zio, descrivendo la casa familiare come “un clima insostenibile, una prigione di liti dalla quale sono fuggito”. Il giovane è arrivato a tarda sera nella villetta di Paupisi accompagnato dai carabinieri, trovando una famiglia in frantumi. Mario, descritto come un ragazzo riservato, aveva lasciato la casa dopo aver ottenuto il diploma all’Istituto Alberghiero di Castelvenere per trasferirsi a Rimini. L’obiettivo era duplice: trovare un’occupazione e, soprattutto, allontanarsi da una situazione familiare divenuta intollerabile. Stava lavorando in un ristorante quando è stato raggiunto dalla notizia sconvolgente: un messaggio gli preannunciava che era “successo qualcosa a tua madre”. Partito immediatamente, ha scoperto che la realtà era ben più grave di quanto temuto. Con lo zio, si è sfogato dicendo: “Non avrei mai pensato che mio padre potesse spingersi a tanto”.
La reazione dei paesani è una combinazione di sconvolgimento e incredulità. La vicina di casa di Elisabetta, in lacrime, racconta: “Non credevamo che Salvatore potesse fare del male alla sua famiglia. Era un uomo che amava la sua famiglia e non aveva mai dato segnali di aggressività. Per questo siamo tutti attoniti.” In molti speravano che la violenta discussione avvenuta qualche sera prima non fosse preludio di qualcosa di più grave, ma purtroppo le paure si sono rivelate tragicamente fondate.
Nonostante il silenziamento dei profili social, dove le foto risalenti al 2018 raccontano una famiglia sorridente, le voci che girano in paese parlano di litigi recenti. Su Facebook, il profilo di Elisa Polcino ritrae una famiglia unita, ma con una storia recente di conflitti che ha scosso le fondamenta di quella che sembrava una vita tranquilla. Le testimonianze di amici e vicini parlano di discussioni frequenti, ma nulla che facesse presagire un’escalation di violenza così drammatica.

Il parroco di Paupisi, Don Cosimo, ha dichiarato di non aver conosciuto personalmente la famiglia coinvolta, ma ha parlato della tragedia come di un duro colpo per l’intera comunità. “Non possiamo dire di conoscere a fondo la situazione, ma è un dramma che ha colpito tutti noi”, ha detto, mentre la comunità si unisce in preghiera per la giovane Antonia, che lotta per la vita, e per il ricordo di Elisabetta, amata per la sua solarità e disponibilità.
Intanto, la comunità si prepara ad osservare un lutto cittadino, con la consapevolezza che una famiglia è stata distrutta in un attimo e che il paese intero sta affrontando una tragedia collettiva. La violenza di questo femminicidio si inserisce in una drammatica sequenza di eventi che hanno segnato la vita di Paupisi, una comunità che ora deve fare i conti con il dolore e il trauma di una tragedia che nessuno avrebbe mai immaginato.