
“400mila contagi in una settimana”: l’allarme di Fabrizio Pregliasco scuote l’Italia. Con l’arrivo del gelo anticipato, che porta temperature fino a 10-12°C sotto la media stagionale, il nostro ottobre si veste più da novembre. Minime vicine ai 4°C e massime che non superano i 13-14°C: un quadro che non riguarda solo il cambio di guardaroba, ma anche la salute. Il freddo infatti diventa il trigger invisibile che accende la circolazione dei virus respiratori, dall’influenza al Covid, senza dimenticare i loro “cugini” meno conosciuti ma altrettanto fastidiosi.
Il risultato? Una stagione che inizia in salita, tra termosifoni accesi e raffreddori in agguato. Ma cosa dobbiamo aspettarci davvero nelle prossime settimane?
Le previsioni di Pregliasco e il ruolo del freddo
Il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio e docente all’Università degli Studi di Milano, avverte: il freddo è «l’elemento trigger», capace di far salire bruscamente i contagi. In poche settimane, il numero di casi di malattie respiratorie potrebbe crescere in modo significativo, coinvolgendo milioni di italiani.
Secondo le analisi, i prossimi giorni segneranno un aumento netto delle infezioni. E non parliamo solo di influenza classica: il mix di virus in circolazione rende la situazione ancora più complessa.
Freddo dalla Russia e crollo delle temperature
L’Italia si prepara a un autunno che sembra inverno. Dalla Russia arriva un’ondata di gelo che porta forti temporali al Nord Est e lungo le regioni adriatiche, mentre il vento amplifica la sensazione di freddo. Lo sbalzo termico è repentino: da giornate miti a minime sotto i 5°C in poche ore. Non a caso, gli esperti definiscono questo scenario «anticipato rispetto alla stagione reale», come riporta Adnkronos Meteo.
Una situazione che non solo ci costringe a tirar fuori cappotti e sciarpe, ma che diventa il terreno perfetto per la diffusione dei virus respiratori.
Il trigger del freddo e l’ondata di contagi
Il calo delle temperature non influenza solo l’umore: crea condizioni ideali per la proliferazione dei virus. L’aria fredda e secca diventa l’habitat perfetto per la loro diffusione. Gli sbalzi termici, uniti a vento e pioggia, favoriscono soprattutto i virus parainfluenzali, mentre l’influenza stagionale esplode quando il freddo persiste per giorni con alta umidità.
Questo significa che nelle prossime settimane potremmo assistere a un vero e proprio boom di contagi, con conseguenze su scuole, uffici e ospedali.
Influenza, Covid e virus “cugini”
Pregliasco mette in chiaro i numeri: l’Italia deve prepararsi a circa 400.000 casi a settimana di infezioni respiratorie. Non solo influenza, ma anche adenovirus, rinovirus e naturalmente il Covid, che continua a circolare senza tregua. «In questo momento le rilevazioni del virus influenzale sono minoritarie rispetto ai virus ‘cugini’, simil-influenzali», spiega l’esperto ad Adnkronos.
Il mix di agenti patogeni rischia di tradursi in assenze massicce da scuola e lavoro e in un inevitabile maggiore affollamento degli ospedali. Un quadro che richiede attenzione e consapevolezza.
Prevenzione e comportamenti smart
Come difendersi allora? Le armi ci sono e sono a portata di mano: vaccinazioni stagionali, igiene scrupolosa delle mani, uso delle mascherine in spazi chiusi e automedicazione responsabile. Pregliasco ricorda l’importanza di uno stile di vita sano: alimentazione equilibrata, sonno regolare e attività fisica possono fare davvero la differenza.
L’autunno 2025, insomma, inizia con un messaggio chiaro: il freddo non è solo fastidio, ma un campanello d’allarme per la salute. Agire per tempo significa ridurre i rischi e affrontare più serenamente una stagione in cui virus e sbalzi termici saranno i veri protagonisti.