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“Affondate”. Flotilla, l’annuncio proprio ora: cosa sta succedendo

Pubblicato: 02/10/2025 09:18

Si aggrava il bilancio dell’operazione della Marina israeliana contro la Global Sumud Flotilla, la missione umanitaria diretta verso la Striscia di Gaza. Secondo quanto riferito dal tracker internazionale che segue il convoglio, sono 21 le imbarcazioni intercettate e fermate nelle ultime ore.

Tra le navi coinvolte figurano l’Adara, l’Alma, l’Aurora, la Dir Yassine, la Grande Blu, l’Hio, la Huga, la Morgana, l’Otaria, la Seulle, la Sirius, la Spectre e la Yulara. Queste erano partite nei giorni scorsi da porti europei con a bordo attivisti, politici e giornalisti diretti a Gaza con aiuti simbolici.

Il ministero degli Esteri israeliano ha dichiarato via social che “gli attivisti stanno raggiungendo in modo sicuro e pacifico Israele, dove inizieranno le procedure di espulsione verso l’Europa”. Lo stesso dicastero ha assicurato che “i passeggeri sono al sicuro e in buona salute”.

Secondo fonti diplomatiche, sarebbero circa 30 gli italiani fermati finora, anche se il numero potrebbe crescere. L’operazione di abbordaggio è ancora in corso e si prevede sarà lenta e graduale, per garantire la sicurezza di tutti i soggetti coinvolti.

I fermati saranno sottoposti a un controllo di identificazione nei porti israeliani, con particolare attenzione alla loro posizione legale e al tipo di documentazione in possesso. Una volta concluse le verifiche, saranno rimpatriati nei rispettivi Paesi, a condizione che accettino l’espulsione volontaria.

La Flotilla ha attirato l’attenzione internazionale non solo per il numero di imbarcazioni coinvolte, ma anche per la partecipazione di figure politiche, tra cui parlamentari italiani ed eurodeputati, oltre a membri della società civile e organizzazioni umanitarie.

Secondo quanto riportato da fonti della stampa palestinese, alcune delle imbarcazioni sequestrate potrebbero essere affondate nelle prossime ore dalle autorità israeliane. Una misura estrema che sarebbe giustificata, secondo Tel Aviv, dalla necessità di evitare futuri tentativi simili.

Israele ha sempre considerato la Flotilla un’operazione “provocatoria e strumentale”, ritenendo che le barche non portassero reali aiuti umanitari, ma fossero piuttosto una forma di pressione politica sul blocco navale imposto a Gaza.

Intanto, la comunità internazionale osserva con crescente attenzione l’evolversi della situazione. Organizzazioni per i diritti umani chiedono trasparenza e rispetto del diritto internazionale, mentre cresce il dibattito sull’efficacia e i rischi di azioni simboliche come questa.

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