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“Non c’è più”. Per 8 anni in coma tra le braccia di mamma Eugenia: la sua storia, straziante

Pubblicato: 02/10/2025 11:34
Catalin Listar morto coma

C’è un momento nella vita in cui tutto cambia, spesso in un battito di ciglia, e nulla potrà più tornare come prima. Una giornata qualunque può trasformarsi in un ricordo indelebile, fatto di silenzi e attimi sospesi, di sogni che si interrompono e di affetti che si stringono nel tentativo di proteggere chi non può più difendersi. Per chi osserva da fuori, sembrano solo dettagli, ma per chi vive accanto alla tragedia, ogni istante diventa eterno, ogni respiro un piccolo miracolo.
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Gli affetti familiari, gli amici, i colleghi: tutti rimangono sospesi tra incredulità e dolore, cercando di dare un senso a ciò che appare insensato. La speranza diventa un gesto quotidiano, il coraggio un compagno di viaggio invisibile. Eppure, anche negli anni più duri, l’amore e la dedizione possono dare un senso alle giornate più buie, trasformando il silenzio in cura e la sofferenza in resistenza.

La tragedia di Verderio e la storia di Catalin

È proprio in questo contesto che emerge la vicenda di Catalin Listar, giovane di 26 anni originario di Verderio, in provincia di Lecco, vittima di un incidente stradale avvenuto nel 2017. All’epoca, Catalin stava percorrendo la strada verso Osnago in sella alla sua motocicletta, diretto al lavoro. All’altezza di Ronco Briantino, nel territorio di Monza-Brianza, la sua moto si è scontrata con un’auto condotta da una donna, provocando un impatto violentissimo.

Le condizioni del giovane, allora 19enne, erano subito apparse gravissime. I traumi riportati erano così estesi da compromettere completamente la coscienza, lasciandolo in coma profondo. Per oltre otto anni, Catalin è rimasto immobilizzato in uno stato di assenza totale, prima in strutture sanitarie specializzate, poi seguito amorevolmente a casa dalla madre Eugenia, che non ha mai smesso di sperare in un miglioramento.

Una madre che non si arrende

Eugenia ha incarnato per anni la forza di una madre che rifiuta di arrendersi. Trasformando la propria casa in un luogo di cura, ha dedicato ogni giorno alla sorveglianza e all’assistenza del figlio, impegnandosi affinché ricevesse tutte le cure possibili. Anche nei momenti più difficili, il suo amore ha rappresentato un sostegno fondamentale, un legame capace di resistere a ogni ostacolo.

La vicenda di Catalin è stata accompagnata dalla solidarietà della comunità, che ha seguito con partecipazione e affetto la lunga battaglia del giovane e della sua famiglia. Una storia che ha ricordato quanto il dolore collettivo possa unirsi alla speranza e alla determinazione di chi resta accanto alle vittime di tragedie improvvise.

L’ultimo saluto

Purtroppo, dopo oltre otto anni di coma, Catalin Listar non ce l’ha fatta. La comunità di Verderio piange oggi la sua perdita, ricordando un ragazzo che avrebbe avuto tutta la vita davanti. I funerali si terranno sabato pomeriggio alle 15.30 nella chiesa dei Santi Giuseppe e Floriano a Verderio, un momento di commozione e di ricordo per amici, parenti e conoscenti.

La storia di Catalin, così drammatica e lunga, rappresenta anche un monito sulle conseguenze degli incidenti stradali, in particolare tra i giovani. Ricorda quanto sia fragile la vita e quanto siano importanti la prudenza e la consapevolezza al volante o in sella a un veicolo a motore.

Un dolore che diventa memoria

La vicenda lascia dietro di sé il ricordo di un ragazzo la cui vita è stata spezzata troppo presto, ma anche la testimonianza della forza di chi non ha mai smesso di credere in lui. Per otto anni, Eugenia ha trasformato il dolore in amore, la sofferenza in cura, insegnando che anche quando tutto sembra perduto, la dedizione e l’affetto possono diventare un rifugio prezioso.

Il ricordo di Catalin Listar continuerà a vivere nei cuori di chi lo ha amato e in quelli di chi, anche lontano, comprende quanto la vita possa essere fragile e quanto il sostegno familiare e comunitario sia fondamentale nei momenti più bui.

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