
Un messaggio chiaro e senza precedenti arriva dalla Colombia: il presidente Gustavo Petro ha scelto di schierarsi apertamente a favore della popolazione di Gaza, condannando con durezza le azioni di Israele contro la Global Sumud Flotilla. L’intervento di Petro non è stato solo verbale: ha disposto misure concrete che hanno immediatamente acceso un acceso dibattito internazionale e interno, segnando un cambio di passo significativo nella politica estera di Bogotà.
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Il capo di Stato colombiano ha definito la cattura delle due cittadine colombiane impegnate in attività di solidarietà umana, Manuela Bedoya e Luna Barreto, un “crimine internazionale” e una flagrante violazione del diritto internazionale. In un post sul suo account X, Petro ha chiarito che la missione della Flotilla era completamente civile e nonviolenta, sottolineando come questi episodi costituiscano un attacco alla dignità e ai diritti fondamentali dei civili.
Espulsione della delegazione israeliana e revoca del trattato commerciale
Le azioni concrete del presidente non si sono fermate alle parole: Petro ha ordinato l’uscita della delegazione diplomatica israeliana dalla Colombia e la revoca immediata del trattato di libero scambio con Tel Aviv. Inoltre, ha rafforzato la sicurezza del Palazzo presidenziale, prevenendo eventuali ritorsioni. Il Ministero degli Esteri colombiano dovrà portare avanti le iniziative diplomatiche necessarie, inclusa la possibilità di ricorrere alla giustizia israeliana e di cercare sostegno presso giuristi internazionali.

Le decisioni del presidente hanno generato un immediato dibattito all’interno del Paese. La senatrice di destra Paola Holguín, candidata per il Centro democratico, ha criticato Petro per aver avvicinato la Colombia a regimi considerati antidemocratici, sottolineando il rischio di allontanarsi dagli alleati tradizionali, come l’asse Washington-Tel Aviv. Anche il governatore di Antioquia, Andrés Julián Rendon, e l’agenzia Infobae hanno espresso perplessità, accusando Petro di non aver mai condannato i crimini di Hamas commessi nel 2023.
Petro sfida l’ordine internazionale
Il presidente colombiano ha spiegato che un attacco alla Flotilla rappresenta un crimine contro l’umanità, sottolineando lo scetticismo nei confronti del piano di pace proposto dall’ex presidente Usa Donald Trump. Petro ha denunciato possibili impunità dei membri delle Israeli Defence Forces, sollevando dubbi sulla trasparenza della giustizia israeliana in merito ai crimini di guerra. La sua posizione è stata rafforzata da appoggi internazionali, tra cui il leader houthi dello Yemen Mahdi al-Mashat e la poetessa palestinese Alaa Al Qatrawi, che hanno elogiato l’intervento di Bogotà come una sfida morale all’indifferenza globale.
Azioni dirompenti e alleanze internazionali
Le mosse di Petro non si limitano alla questione palestinese: il presidente ha espresso l’intenzione di ripensare l’assetto internazionale, proponendo azioni come l’uscita dal Fondo monetario internazionale, l’interruzione dell’accordo di partenariato con la Nato e lo spostamento della sede dell’Onu in un Paese neutrale come il Qatar. La richiesta di sostituire il personale dell’ambasciata cinese a Bogotà, accusato di sabotare le relazioni bilaterali, conferma la volontà di Petro di posizionare la Colombia non allineata al centro della geopolitica internazionale.

Una Colombia vicina a Gaza
Con queste iniziative, la Colombia di Gustavo Petro si distingue per un approccio audace e fortemente simbolico, mettendo al centro la solidarietà verso Gaza e la difesa dei diritti umani. Tuttavia, le conseguenze economiche e diplomatiche di tali scelte sono complesse e potrebbero durare nel tempo. La revoca del trattato commerciale con Israele, ad esempio, rischia di influenzare i settori agricoli, tecnologici e della cyber security.
Il Paese sudamericano si colloca dunque come un attore critico e provocatorio sulla scena internazionale, pronto a sfidare alleanze storiche e a sostenere cause umanitarie con misure concrete. La posizione di Bogotà, vicina a Gaza e contraria alle azioni israeliane, rappresenta un episodio significativo nella politica internazionale contemporanea, capace di suscitare riflessioni profonde sulle responsabilità dei governi e sul ruolo dei diritti civili nella diplomazia mondiale.
Il dibattito sulle scelte di Petro, sul sostegno a Gaza e sulle conseguenze diplomatiche con Israele e gli alleati tradizionali è appena cominciato, e rischia di segnare una svolta nei rapporti tra America Latina e Medio Oriente.