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Festa dei nonni, perché il 2 ottobre l’Italia celebra un legame speciale. Pilastri della società

Pubblicato: 02/10/2025 07:22

Il 2 ottobre in Italia si festeggia la Festa dei nonni, una ricorrenza civile che ogni anno coinvolge milioni di famiglie e mette al centro il ruolo insostituibile dei nonni nella vita dei nipoti e della comunità. È una giornata di affetto, certo, ma anche di riconoscimento concreto: senza il loro tempo, la loro cura e la loro esperienza, una parte importante del nostro welfare familiare semplicemente non reggerebbe. I nonni tengono insieme memoria e presente, trasformano la quotidianità in una scuola di valori, sono il riferimento emotivo quando tutto corre: il loro “esserci” diventa educazione, protezione, stabilità.

Perché si festeggia il 2 ottobre

La data non è casuale e racconta già molto del senso della festa. Il 2 ottobre coincide con la ricorrenza dei angeli custodi nel calendario cattolico: un parallelismo evidente, perché i nonni sono spesso i custodi discreti dei percorsi di crescita, quelli che sanno aspettare e ascoltare. L’ufficialità è arrivata con la legge 159/2005, che ha istituito la giornata per celebrare “l’importanza del ruolo svolto dai nonni all’interno delle famiglie e della società in generale”, dopo anni di iniziative nate sul territorio e nelle scuole.

Il legame con gli angeli custodi ha orientato la scelta della data, ma la storia della festa ha radici più ampie. Negli anni Novanta, il mondo florovivaistico italiano promosse percorsi educativi nelle scuole per valorizzare memoria e relazione intergenerazionale; da lì si è consolidato anche il fiore “ufficiale” della ricorrenza, il Non-ti-scordar-di-me, simbolo di gratitudine e fedeltà. Nel contesto internazionale, l’idea di una giornata dedicata ai nonni risale a esperienze precedenti e ha trovato in Italia una declinazione fortemente sociale e culturale, legata alla nostra struttura familiare.

Nonni pilastro sociale ed economico

Dentro questa cornice simbolica c’è la sostanza del quotidiano. In Italia i nonni coinvolti sono circa 12 milioni: il 31,5% trascorre con i nipoti tre o più ore al giorno e un altro 23% dedica da una a due ore quotidiane. Il rito più riconoscibile è la merenda del pomeriggio, preparata dal 52% dei nonni e spesso condivisa insieme (succede nel 41% dei casi), seguita dal pranzo (45%), dalla cena (26%) e dalla colazione (14,5%). Non è solo cibo: è un tempo di dialogo e di ascolto. Le attività più frequenti raccontano una presenza viva e attiva: il 63% gioca con i nipoti, il 49% li porta al parco o all’aria aperta, il 36% li segue nei compiti, il 29% li accompagna alle attività extrascolastiche.

C’è poi il contributo che regge silenziosamente molta parte della vita delle famiglie. In quasi quattro nuclei su dieci i nonni sono una risorsa fondamentale: il 60% si occupa della cura dei figli sostituendo babysitter e servizi, il 32% sostiene direttamente il bilancio familiare e l’8% aiuta anche nel lavoro, soprattutto in ambito agricolo o artigianale. È un modello che nasce nelle campagne, dove l’impresa familiare ha sempre avuto nei nonni un pilastro, e che oggi si è diffuso ovunque, al punto che il valore complessivo del loro aiuto è spesso paragonato a una “manovra finanziaria” per stabilità e pace sociale.

Il ruolo dei nonni incide anche sugli stili di vita: custodiscono e trasmettono la dieta mediterranea e buone abitudini domestiche, contribuendo a una longevità che è tratto distintivo del Paese. In questa prospettiva si inseriscono anche politiche per l’invecchiamento attivo, che mirano a valorizzare il protagonismo della popolazione senior e a ridurre il ricorso alle cure attraverso benessere, socialità, partecipazione. Ecco perché la Festa dei nonni non è un gesto simbolico una volta l’anno, ma un impegno a riconoscere, ogni giorno, il loro valore: senza di loro mancherebbe quel ponte tra radici e futuro che tiene insieme famiglie e società.

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