
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha contattato il suo omologo israeliano Gideon Sa’ar per sollecitare informazioni e garanzie sullo stato dei cittadini italiani trattenuti in Israele a seguito della partecipazione alla Flotilla. L’iniziativa rappresenta un passo significativo nella gestione diplomatica della vicenda, che ha suscitato attenzione internazionale e preoccupazione per la sicurezza dei partecipanti.
I parlamentari italiani

Durante il colloquio, Tajani ha chiesto dettagli precisi sulla condizione legale e sui tempi previsti per il rilascio di tutti gli italiani coinvolti. Particolare attenzione è stata dedicata ai quattro parlamentari presenti nel gruppo, per i quali il ministro ha confermato con Sa’ar lo status di immunità parlamentare, sottolineando la necessità di rispettare i diritti sanciti dalle convenzioni internazionali.
Le autorità italiane hanno ribadito l’urgenza di garantire un trattamento conforme alla legge e hanno chiesto al governo israeliano di fornire informazioni chiare sul procedimento in corso. Il dialogo tra Tajani e Sa’ar è stato definito cordiale ma fermo, con l’obiettivo di accelerare le procedure e di assicurare il ritorno sicuro dei connazionali.
Tensione diplomatica e impegno italiano
Il caso ha attirato l’attenzione dei media internazionali e della comunità diplomatica, poiché coinvolge cittadini italiani e rappresentanti istituzionali in una situazione delicata. Fonti del ministero degli Esteri precisano che il monitoraggio della vicenda proseguirà costantemente, con aggiornamenti regolari alle famiglie e al Parlamento italiano.
La vicenda dei fermi in Israele segna un momento importante e sentito da molti italiani, ma anche un impegno diretto delle autorità italiane nel tutelare i propri cittadini all’estero. L’incontro tra Tajani e Sa’ar potrebbe aprire la strada a un rilascio rapido.