
Ieri le piazze italiane hanno vissuto una giornata di mobilitazione senza precedenti per sostenere gli attivisti della Global Sumud Flotilla, intercettati nei giorni scorsi dalla Marina israeliana. Migliaia di manifestanti hanno attraversato grandi e piccoli centri, tra strade bloccate e momenti di tensione con le forze dell’ordine. La maggior parte della folla è rimasta pacifica, ma non sono mancati episodi di violenza urbana che hanno scosso le città coinvolte.
Torino, devastate le Ogr da una frangia antagonista
A Torino, una frangia di circa duecento manifestanti a volto coperto si è staccata dal corteo principale, che contava oltre diecimila persone, dirigendosi verso le Officine grandi riparazioni (Ogr). La struttura, che oggi avrebbe ospitato incontri con la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, John Elkann e Jeff Bezos, è stata presa di mira con cancelli e vetri abbattuti, tavoli e sedie rovesciati e l’utilizzo di torce e fumogeni all’interno degli spazi devastati.
Il corteo principale ha invece proseguito la marcia verso piazza Castello, scandendo slogan e cori pro Palestina. Le forze dell’ordine hanno monitorato attentamente la situazione, separando le frange più aggressive dai manifestanti pacifici per contenere ulteriori atti di violenza.
Bologna, Firenze e Milano: tensione alle stazioni

A Bologna, in via Carracci, i manifestanti hanno cercato di forzare un ingresso secondario della stazione centrale. La polizia ha risposto con lacrimogeni per disperdere la folla, mentre bottiglie, petardi e fuochi d’artificio continuavano a volare. A Firenze, la scena è stata simile: lanci di bottiglie, fumogeni e bombe carta hanno costretto la polizia antisommossa a intervenire per proteggere l’area e garantire la sicurezza dei viaggiatori.
Anche a Milano la protesta ha assunto toni significativi. Gli studenti dell’Università Statale hanno occupato l’ateneo in segno di solidarietà con la Flotilla, anticipando lo sciopero generale convocato per oggi e sottolineando la determinazione dei giovani a mantenere alta l’attenzione sull’intervento israeliano.
Flotilla e tensioni internazionali

Sul fronte internazionale, la situazione delle navi intercettate rimaneva delicata. Più di 200 attivisti provenienti da 37 Paesi, tra cui 22 italiani e 30 spagnoli, sono stati trasferiti in Israele per procedure di identificazione e rimpatrio. Gli organizzatori hanno denunciato la mancanza di informazioni e definito l’operazione un “rapimento illegale”, chiedendo l’intervento della comunità internazionale.
Israele ha assicurato che tutti i passeggeri erano al sicuro e sarebbero stati espulsi verso l’Europa. L’Iran ha condannato l’intervento come un atto di “terrorismo”, mentre dalla Turchia sono partite altre 45 imbarcazioni civili in supporto alla Flotilla.
I fatti di ieri hanno confermato come le proteste per la Flotilla abbiano assunto un carattere nazionale, mostrando il delicato equilibrio tra diritto di manifestare e sicurezza pubblica, mentre sullo sfondo restano le tensioni internazionali legate alla crisi umanitaria a Gaza.