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“Mi stanno per arrestare!”, poi il silenzio. L’ultimo messaggio del politico Pd Paolo Romano dalla Flotilla

Pubblicato: 02/10/2025 08:45
Flotilla Paolo Romano Pd

Un ultimo messaggio, poche parole affidate a un canale sicuro prima di scomparire nel silenzio imposto dalle misure di sicurezza. Così Paolo Romano, classe 1996, consigliere regionale lombardo del Partito Democratico, ha salutato famiglia e amici nella serata di ieri, quando le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla sono state abbordate dalle forze israeliane a circa settanta miglia dalla Striscia di Gaza.
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«Se leggete questo messaggio sto per essere arrestato. Probabilmente, tempo che vi arrivi, lo sarò effettivamente stato», ha scritto Romano, consapevole dell’imminente fermo. A bordo della nave Karma fin dal primo giorno della missione umanitaria, il giovane dem ha seguito le istruzioni del team internazionale: in caso di intervento, buttare i telefoni in mare e non opporre resistenza. Un protocollo studiato per tutelare l’incolumità dei partecipanti e rispettare il principio di non-violenza alla base della spedizione.

La missione umanitaria e l’intervento israeliano

L’obiettivo della Flotilla era quello di consegnare aiuti umanitari alla popolazione di Gaza: tonnellate di cibo, medicinali e beni essenziali caricati su venti imbarcazioni dirette verso la costa. Mai così vicine alla Striscia, le navi sono state intercettate in acque internazionali prima di poter raggiungere il porto designato.

Le autorità israeliane hanno proceduto con l’abbordaggio e il trasferimento dei partecipanti in custodia, avviando le procedure di rimpatrio volontario che, secondo le prime comunicazioni, potrebbero iniziare già nelle prossime ore. Chi rifiuterà di firmare il foglio di via dovrà attendere probabilmente fino a lunedì.

Nel suo messaggio, Romano ha rassicurato i suoi cari: «Nella stragrande maggioranza delle probabilità, sto bene: sono probabilmente sotto custodia del governo israeliano, a cui non opporrò alcuna resistenza fisica nel pieno rispetto dei valori di non-violenza con cui sono cresciuto».

Activists and human rights defenders ride aboard a vessel departing from Tunisia’s northern port of Bizerte on September 14, 2025 to join the last boats taking part in the Global Sumud Flotilla, bound for the Gaza Strip to break Israel’s blockade on the Palestinian territory. Sumud means “resilience” in Arabic, and the flotilla describes itself as an independent group not linked to any government or political party. (Photo by Mohamed FLISS / AFP)

Le parole di un giovane politico

Il consigliere del Pd, eletto nel 2023 con oltre diecimila preferenze, ha scelto parole pacate e consapevoli, in linea con lo spirito della missione. «Mi dispiace per le ansie che vi sto procurando. Ma sono sereno», ha scritto, invitando tutti a non distogliere lo sguardo da Gaza e dal dramma che colpisce quotidianamente i suoi abitanti.

Romano ha condiviso il viaggio con altri esponenti politici: i dem Arturo Scotto e Annalisa Corrado, il senatore Marco Croatti del Movimento 5 Stelle e l’europarlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra Benedetta Scuderi. Tutti parte di una missione civile e pacifica, finalizzata a denunciare la crisi umanitaria nella Striscia e a chiedere il cessate il fuoco.

Nel suo messaggio di commiato temporaneo, Romano ha ricordato le opportunità di cui ha goduto nella sua vita: «Ho potuto coltivare relazioni umane straordinarie e significative, crescere sorridendo, godendo di tanti diritti e di poter coltivare le mie passioni, tra tutte quella per la politica».

Diritti che, sottolinea, «ogni bambino di Gaza non può nemmeno sognare, talmente lontani da sembrare un’illusione». Da qui il suo invito a mantenere viva l’attenzione: «Il nostro sguardo deve rimanere lì, a Gaza e ai suoi abitanti».

L’appello alla mobilitazione pacifica

Il messaggio di Paolo Romano si conclude con un appello che è già diventato virale sui social network, rilanciato da centinaia di utenti e colleghi di partito. «Le nostre idee di libertà, eguaglianza, giustizia devono camminare sulle gambe di tutti», scrive, rivolgendosi a chi crede in una società capace di garantire gli stessi diritti a ogni persona, «senza confini di spazio, religione, genere, identità di genere o altro».

Poi, le parole destinate a restare simbolo di questa esperienza: «Fate rumore, pacifici e implacabili». Un invito a non rassegnarsi, a continuare a far sentire la propria voce, ma sempre nel rispetto dei principi di non-violenza e solidarietà internazionale.

Il valore del silenzio e la speranza del ritorno

Dopo l’abbordaggio, è calato il silenzio. Nessuna comunicazione è stata più possibile, come previsto dal piano di sicurezza del team organizzatore. Le famiglie e gli amici attendono notizie, mentre la Farnesina resta in contatto con le autorità israeliane per verificare le condizioni dei partecipanti italiani.

In questo silenzio forzato, risuonano le parole scritte da Romano: «Spero che l’arresto sia avvenuto senza incidenti, e che presto possa darvi mie notizie». Una frase che sintetizza la tensione e la speranza di una missione nata per portare aiuti umanitari e finita per diventare un caso politico e diplomatico.

In attesa di conferme ufficiali, l’immagine che resta è quella di un giovane politico che ha scelto di esserci, di testimoniare con la propria presenza una causa che ritiene giusta. E di affidare al mondo un messaggio di resistenza pacifica: fare rumore, sì, ma senza violenza, con la forza silenziosa di chi crede ancora nella giustizia e nella dignità di ogni persona.

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