
Nell’aula della Camera dei Deputati, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha riferito questa mattina sulla drammatica situazione nella Striscia di Gaza e sulla missione della Global Sumud Flotilla, intercettata dalla Marina israeliana. Le comunicazioni sono durate meno di mezz’ora, ma hanno aperto un acceso dibattito parlamentare che ha visto confrontarsi maggioranza e opposizioni su risoluzioni e linee d’azione.
Tajani ha ribadito che, al momento, 22 cittadini italiani sono tra i fermati in Israele, dopo il blocco delle imbarcazioni dirette a Gaza. “Tutti risultano in buone condizioni”, ha assicurato, precisando che i consolati italiani a Tel Aviv e Gerusalemme sono attivi sul campo per assistere i connazionali nelle procedure di identificazione e rimpatrio.
Durante il suo intervento, il titolare della Farnesina ha sottolineato che Gaza non è Hamas, e che la popolazione palestinese è la prima vittima dell’organizzazione terroristica. “Gli abitanti di Gaza sono stati usati come scudi umani”, ha dichiarato, accusando Hamas di aver provocato una risposta israeliana “andata oltre il diritto all’autodifesa”. Parole che hanno ricevuto applausi bipartisan, uno dei rari momenti condivisi tra maggioranza e opposizioni.

Il ministro ha poi annunciato l’arrivo in Italia del primo gruppo di studenti palestinesi, mentre quasi 200 bambini di Gaza riceveranno cure mediche nel nostro Paese come gesto concreto di solidarietà. “La nostra risposta al dramma di Gaza sono le vite da salvare, non le parole”, ha aggiunto.
Sul fronte diplomatico, Tajani ha confermato il sostegno dell’Italia al piano di pace degli Stati Uniti, che prevede un futuro per Gaza gestito da rappresentanti arabi, il ritiro graduale delle truppe israeliane e un vasto piano di ricostruzione con fondi sauditi e internazionali. “La salvezza di Gaza dipende dalla risposta di Hamas”, ha detto. “L’Italia è pronta a fare la sua parte”.
In aula è atteso il voto su diverse risoluzioni parlamentari. La maggioranza dovrebbe presentare due testi distinti: uno più tecnico, incentrato sul piano Usa, e uno più politico, che condiziona il riconoscimento dello Stato di Palestina alla liberazione degli ostaggi e all’esclusione di Hamas da ogni futuro governo. Le opposizioni (Pd, M5s e Avs) hanno invece firmato una risoluzione unitaria che chiede il cessate il fuoco immediato, il riconoscimento della Palestina e sanzioni contro Israele, incluso un embargo totale sulle armi.

A prendere la parola nel dibattito successivo alle comunicazioni del ministro saranno i leader dell’opposizione: Elly Schlein (Pd), Giuseppe Conte (M5s) e Nicola Fratoianni (Avs). Durante l’intervento di Tajani, Schlein è stata vista prendere appunti al computer in vista della dichiarazione di voto.
La posizione del centrosinistra resta critica nei confronti del governo, ma, salvo sorprese, Pd, M5s e Avs non dovrebbero votare contro la risoluzione della maggioranza sul piano Usa. È ancora da decidere se si tratterà di un’astensione tecnica o di un’uscita dall’aula al momento del voto.
Nel frattempo, anche Azione e Italia Viva presenteranno le loro risoluzioni autonome, portando a cinque i testi complessivi in discussione. La giornata si preannuncia lunga e tesa, con un equilibrio politico sottile tra consenso internazionale, diplomazia e sensibilità interne sul tema di Gaza e della crisi mediorientale.