
A settant’anni e con mezzo secolo di carriera alle spalle, Pupo — al secolo Enzo Ghinazzi — si prepara a tornare su un palco che per lui ha sempre avuto un valore speciale. Non sarà un concerto qualunque, ma un’esibizione dal forte significato simbolico, che unisce la musica alla diplomazia culturale. Sabato 4 ottobre, infatti, il cantautore toscano si esibirà alla Live Arena di Mosca, celebrando non solo i suoi 70 anni, ma anche 50 anni di carriera nel mondo dello spettacolo.
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L’evento è stato annunciato come una grande festa all’insegna dell’arte e dell’amicizia tra i popoli. Un concerto che — come sottolineato nei materiali promozionali e sui siti di vendita dei biglietti — sarà dedicato “all’amore tra la Russia e l’Italia”. Per Pupo, questa tappa rappresenta un ritorno tanto atteso quanto discusso, che conferma ancora una volta il suo rapporto particolare con il pubblico russo.
Un legame artistico lungo oltre quarant’anni
La relazione tra Pupo e la Russia è iniziata nel lontano 1979, quando il cantante portò per la prima volta la sua voce e le sue canzoni oltre i confini italiani. Da allora, la sua popolarità nel Paese è cresciuta di anno in anno, tanto da farlo diventare un volto amato e riconosciuto anche tra le nuove generazioni.
Eppure, il suo legame con la Russia non è mai stato privo di ostacoli. Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, infatti, ogni collaborazione artistica con il Paese è diventata un terreno delicato, spesso accompagnato da polemiche e conseguenze. Lo scorso anno, ad esempio, un concerto al Cremlino aveva scatenato reazioni durissime in Europa, portando alla cancellazione di due date in Lituania e Belgio.
Pupo, però, non si è lasciato intimorire. In più di un’occasione ha definito quelle decisioni una “dimostrazione di arroganza”, aggiungendo con fermezza di non voler rinunciare alla libertà di scegliere dove e per chi cantare. “Non accetterò mai che altri decidano per me”, ha dichiarato, sottolineando come per lui la musica sia “un linguaggio universale” che non può essere limitato da confini o tensioni politiche.

“Pronto a correre qualsiasi rischio”
Nell’intervista rilasciata al quotidiano russo Izvestia, Pupo ha ribadito la sua volontà di proseguire nel dialogo culturale tra i due Paesi, anche in un momento complesso come questo. “Per difendere ciò in cui credo, e quindi per difendere la pace, sono pronto a correre qualsiasi rischio”, ha affermato il cantante.
Un messaggio di coraggio ma anche di provocazione, che riflette la visione di un artista abituato a muoversi in libertà, lontano dalle pressioni delle istituzioni o dell’opinione pubblica. Per Pupo, la musica deve continuare a rappresentare un ponte tra le culture, nonostante le divisioni politiche. “Il mio concerto sarà una festa dell’amore tra la Russia e l’Italia”, ha ribadito, descrivendo l’evento come un’occasione per celebrare la vicinanza tra due popoli.

“Gli italiani dovrebbero essere grati ai russi”
Nel corso dell’intervista, Pupo ha anche toccato un tema che considera fondamentale: il riconoscimento della solidarietà mostrata dalla Russia durante la pandemia da Covid-19. “Il popolo italiano dovrebbe essere grato ai russi”, ha dichiarato, ricordando l’operazione “Dalla Russia con amore”, con cui squadre di medici e personale sanitario giunsero in Italia per offrire aiuto nei momenti più difficili dell’emergenza.
Per il cantante, questo gesto rimane una testimonianza concreta di amicizia e cooperazione, al di là delle tensioni geopolitiche. E aggiunge: “Gli italiani apprezzano e amano i russi, così come i russi amano gli italiani. Il problema non è tra i popoli, ma tra i governi e le leggi che rischiano di separare ciò che la cultura unisce**.”
Il rischio di un divieto e l’ipotesi cittadinanza
Nonostante la determinazione a esibirsi, Pupo non ignora le possibili restrizioni che potrebbero complicare i rapporti artistici con la Russia. Tra le ipotesi discusse negli ultimi mesi vi sarebbe una legge che potrebbe vietare ai cittadini italiani di partecipare a eventi o tournée nel Paese.
Un’eventualità che il cantante affronta con ironia ma anche con decisione: “Se dovessero approvare una legge del genere, chiederei la cittadinanza russa”, ha dichiarato sorridendo, ma lasciando intendere quanto sia profondo il suo legame con quel pubblico e quella cultura.
Per Pupo, la musica non conosce confini e non può essere ingabbiata da logiche diplomatiche. Il suo concerto a Mosca, dunque, non sarà soltanto una celebrazione personale, ma anche una presa di posizione chiara in difesa della libertà artistica e della pace tra i popoli.
Un artista che non teme le critiche
Le scelte di Pupo continuano a suscitare dibattiti e opinioni contrastanti, ma il cantante sembra ormai abituato alle controversie. In più di un’occasione ha sottolineato che “la musica deve unire, non dividere” e che il suo obiettivo è parlare al cuore delle persone, indipendentemente dal contesto politico.
Nel corso della sua carriera, Pupo ha attraversato stagioni diverse, dal successo pop degli anni Ottanta alla televisione, dai palchi internazionali alle collaborazioni più sperimentali. Il concerto di Mosca rappresenta, per lui, una nuova tappa in un percorso artistico che non smette di intrecciare arte, coraggio e libertà.
Quando sabato salirà sul palco, circondato da fan e luci, festeggerà non solo i 70 anni di vita, ma anche la coerenza di un artista che, nonostante tutto, continua a seguire la propria voce.