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“A terra, agonizzante”. Orrore in Italia: massacrata e lasciata così davanti all’ospedale, è tragedia

Pubblicato: 03/10/2025 17:42

Nella serata di giovedì 2 ottobre, l’orrore ha bussato alle porte di un pronto soccorso, manifestandosi in una scena tanto drammatica quanto misteriosa. Una donna, Dolores Dori, 44 anni, originaria di Vicenza, è stata scaricata da un’auto in corsa proprio all’ingresso della struttura sanitaria. Era gravemente ferita, agonizzante, con almeno tre proiettili conficcati nell’addome.

Chi l’ha portata fin lì è fuggito nell’oscurità, lasciandola sola a lottare tra la vita e la morte. I medici si sono precipitati, avviando un intervento d’urgenza disperato. Per ore hanno combattuto per strapparla alla morte, ma la violenza subita era stata troppo devastante. Dopo un’estenuante battaglia, Dolores è deceduta poche ore dopo, lasciando dietro di sé il silenzio agghiacciante di un omicidio e l’ombra di un mistero che le forze dell’ordine sono ora determinate a svelare.

La scena del crimine e l’abbandono

Intorno alle ore 19:00 di quel fatidico giovedì, l’ospedale di Desenzano del Garda, nel Bresciano, è diventato il teatro involontario di un dramma. Un’automobile si è fermata in maniera concitata, sufficiente solo per scaricare il corpo ferito di Dolores Dori.

La donna era in condizioni critiche, con ferite da arma da fuoco che si sono poi rivelate mortali. La persona o le persone a bordo del veicolo hanno dimostrato una freddezza sconcertante, fuggendo immediatamente e abbandonando la 44enne al suo destino. Questo gesto di totale disumanità non solo complica le indagini, ma suggerisce la volontà del responsabile o dei responsabili di sottrarsi immediatamente alla giustizia. L’abbandono della vittima in un luogo di soccorso, purtroppo, è l’ultimo atto di una violenza che le forze dell’ordine ipotizzano essere un omicidio premeditato o un epilogo fatale di una brutale aggressione.

I disperati tentativi di salvataggio

Non appena il personale sanitario ha compreso la gravità estrema della situazione, è scattata una mobilitazione immediata. La vita di Dolores Dori era appesa a un filo sottilissimo. Medici e infermieri del pronto soccorso hanno agito con la massima professionalità e urgenza, sottoponendo la donna a un delicato intervento chirurgico nel tentativo di tamponare l’emorragia interna e riparare i danni causati dai proiettili all’addome. Ogni sforzo si è concentrato sul tentativo di salvare la sua vita. Purtroppo, la violenza delle ferite era tale da rendere vano ogni tentativo. Nonostante la dedizione e la rapidità dell’équipe medica, Dolores Dori è deceduta poche ore dopo l’arrivo, soccombendo alla gravità del trauma. Il lutto e il senso di impotenza hanno pervaso la struttura, trasformando l’ansia della rianimazione in amara constatazione.

Le indagini e le prime ipotesi

Sul caso sono intervenuti immediatamente i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Brescia, affiancati dai colleghi locali, per avviare una serrata indagine per omicidio. Il lavoro si è concentrato sul ricostruire la dinamica e soprattutto sull’identificazione di chi ha sparato e chi l’ha abbandonata. Le telecamere di videosorveglianza dell’ospedale e delle aree circostanti sono ora al vaglio per risalire all’automobile e rintracciare i fuggitivi. L’ipotesi predominante, per la modalità e la gravità del ferimento, è quella dell’omicidio. Gli investigatori stanno esplorando ogni possibile scenario: dal delitto passionale ad una lite sfociata in tragedia, fino a un possibile regolamento di conti. Il fatto che Dolores fosse originaria di Vicenza ma ferita nel Bresciano amplia il raggio delle investigazioni, cercando di stabilire il luogo esatto dell’aggressione e il contesto delle sue frequentazioni.

La vittima e il contesto

Dolores Dori, 44 anni, è il centro di un’indagine che deve svelare il motivo e l’autore di tanta efferatezza. Le forze dell’ordine stanno attentamente analizzando la sua vita privata, i suoi rapporti sociali e lavorativi per individuare un movente plausibile. La ricerca di un filo conduttore nella sua vita è cruciale: ogni contatto, ogni spostamento recente, ogni dettaglio può essere la chiave per individuare il colpevole. La brutalità dell’atto, con l’uso di un’arma da fuoco e il successivo, vile abbandono, suggerisce una violenza profonda, forse maturata in un contesto di forte tensione o pericolo. La comunità attende giustizia per la 44enne, mentre le indagini continuano incessanti per dare un nome e un volto a chi ha spezzato la sua vita in una tragica sera d’autunno.

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