
La storia di Leonardo Fanali, 25 anni, è una di quelle che ricordano quanto la determinazione e la fiducia possano trasformare una tragedia in una rinascita. Il 21 luglio, una data che avrebbe potuto segnare la fine di ogni sogno, è diventata invece l’inizio di un nuovo percorso di speranza e riconoscenza. In un grave incidente stradale, Leonardo ha rischiato la vita: un colpo alla testa, decine di fratture, un lungo periodo di coma e poi mesi di riabilitazione. Ma la sua forza e la generosità di chi ha creduto in lui hanno cambiato il finale di questa vicenda.
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A pochi giorni dalla scadenza del suo contratto da banconiere all’Antico Vinaio di Bologna, dove lavorava a tempo determinato, è arrivata una telefonata che ha ribaltato tutto. Dall’altra parte del mondo, Tommaso Mazzanti, fondatore e amministratore delegato del celebre marchio, lo ha chiamato da New York per annunciargli che il suo contratto sarebbe stato trasformato a tempo indeterminato. Un gesto raro, di umanità e fiducia, che ha dato a Leonardo una nuova spinta per affrontare la vita.
Il racconto dell’incidente
«Era il mio primo giorno di ferie, due giorni dopo il compleanno. Stavo tornando con mia zia da Ferrara, ma lei ha perso il controllo del volante e siamo finiti nell’altra corsia» racconta Leonardo. Dopo il violento impatto, ha perso conoscenza. Quando si è risvegliato, era ribaltato dentro l’auto, ferito e disorientato. «Ho chiamato il 112, ma poi sono svenuto di nuovo», ricorda con voce ferma ma commossa.
Da quel momento è iniziato il calvario. Prima il ricovero all’ospedale di Cona, poi il trasferimento al Maggiore di Bologna, dove i medici hanno deciso di applicargli un “Halo Vest”, una trazione con viti fissate al cranio per immobilizzare la colonna cervicale e dorsale. «All’inizio mi sembrava una tortura medioevale – racconta – ma poi ho capito che era l’unica alternativa a un intervento che avrebbe potuto costringermi a letto per sempre. Ora so che è stata la scelta giusta».

Il lavoro all’Antico Vinaio e la paura di perderlo
Prima dell’incidente, Leonardo lavorava da banconiere all’Antico Vinaio di via Santo Stefano, una delle insegne più conosciute del centro di Bologna. «Preparavo le schiacciate, disossavo i salumi, servivo vino, aiutavo i nuovi arrivati», racconta con un sorriso malinconico. Era un lavoro che amava, che lo faceva alzare ogni mattina con entusiasmo. Ma con il corpo immobilizzato e il contratto in scadenza a fine settembre, la paura di perderlo si era fatta concreta.
«Pensavo di dover rinunciare a tutto, non solo al lavoro ma anche a una parte di me», confida. Invece, quando tutto sembrava perduto, è arrivata la sorpresa. «Era domenica – ricorda – e ho ricevuto una chiamata inaspettata. Era Tommaso Mazzanti, che da New York mi ha detto che avrei avuto il tempo indeterminato. Non potevo crederci».
Il gesto che dà valore alla fiducia
La scelta del titolare ha trasformato una vicenda drammatica in una storia di umanità e fiducia reciproca. Nonostante le incognite sui tempi di recupero – «potrebbe volerci un mese o anche un anno» – l’azienda ha deciso di investire su Leonardo, riconoscendone l’impegno e la dedizione. «Quando l’ho saputo sono scoppiato di gioia. È bello sapere che qualcuno crede in te anche quando non puoi dare nulla in cambio», dice con gratitudine.
Questo gesto assume un valore profondo, soprattutto in un contesto in cui i contratti precari e le incertezze lavorative spesso spezzano i sogni dei giovani. Qui, invece, la fiducia diventa strumento di rinascita.
La riabilitazione e il desiderio di tornare
Oggi Leonardo continua il suo lungo percorso di riabilitazione, seguito dai medici e sostenuto dalla famiglia. «Sono a casa, a letto, ma non riesco a stare fermo. Sono sempre stato molto attivo», racconta. La voglia di muoversi, di tornare a vivere pienamente, è più forte del dolore. Prima dell’incidente era un ragazzo energico, praticava pugilato, usciva spesso con gli amici, lavorava con entusiasmo.
«Voglio tornare a essere quello di prima – dice –. Riprendermi la mia vita, il mio lavoro, la mia indipendenza». La strada è ancora lunga, ma ora ha una certezza: non è solo. Il gesto del suo datore di lavoro è un faro in un momento buio, la prova che la solidarietà può cambiare il destino di una persona.

Una lezione di coraggio e umanità
La vicenda di Leonardo Fanali non è solo una storia personale, ma un esempio che parla a tutti. Racconta come la forza d’animo possa convivere con la fragilità, e come un gesto di fiducia sincera possa diventare un motore di guarigione.
In un mondo del lavoro spesso dominato da logiche di profitto, la decisione di confermare un contratto a tempo indeterminato a un ragazzo che non sa ancora quando potrà tornare in servizio è una scelta etica e coraggiosa. Un messaggio che va oltre il singolo caso: ogni persona, anche nella difficoltà, merita di essere vista per ciò che è, non per ciò che può produrre.
Leonardo oggi affronta la sua sfida più grande, ma lo fa con una nuova consapevolezza. Quella che la vita, anche quando ti spezza, può sempre offrirti una seconda possibilità. E che la fiducia di qualcuno può diventare la spinta per ricominciare.