
Ancora una volta si segnalano droni sospetti nei cieli del continente, con le autorità che rispondono con massima urgenza. La polizia ceca, coadiuvata dall’esercito, è intervenuta all’aeroporto Václav Havel di Praga-Ruzyně dopo una segnalazione anonima di velivoli in avvicinamento.
Secondo quanto riferito su X (ex Twitter), la polizia avrebbe precisato che la minaccia non è ancora verificata. A scopo precauzionale sono stati attivati cecchini e sistemi di protezione anti-droni. L’anonimo segnalatore parlava inglese e si riferiva a droni di “livello superiore”.
Se confermato, il caso di Praga si aggiungerebbe a una serie di episodi inquietanti registrati in Europa negli ultimi giorni. A Monaco, un avvistamento di droni di grandi dimensioni ha costretto alla sospensione delle attività dell’aeroporto. In Belgio, uno sciame di oltre quindici droni ha sorvolato la zona militare di Elsenborn.

Bruxelles ha più volte diffuso l’allarme: il messaggio è che «tutti sono a rischio». L’Alto commissario Onu per i diritti umani, Volker Türk, ha parlato di un «rischio di escalation che cresce ogni giorno», amplificando anche le tensioni nel contesto ucraino.
Proprio in Ucraina, Mosca ha intensificato i bombardamenti: 35 missili e 60 droni su impianti di produzione del gas, con danni definiti “critici”. Nel Donbass un raid ha ucciso il fotografo francese Antoni Lallican (37 anni) e ferito il giornalista ucraino Heorgiy Ivanchenko.
A Monaco, durante l’Oktoberfest, la chiusura dell’aeroporto è avvenuta dopo l’avvistamento di droni con apertura alare fino a un metro. Il transito breve è stato sufficiente per paralizzare lo scalo: 17 voli cancellati, altri 15 dirottati. Tremila passeggeri sono rimasti a terra.
Secondo il tabloid tedesco Bild, gli stessi droni erano già sorvolati, poco prima, un centro militare tedesco dedito allo sviluppo di velivoli avanzati. Avvistamenti analoghi hanno interessato Schleswig-Holstein e Meclemburgo-Pomerania, con sorvoli su infrastrutture critiche: centrali, ospedali, raffinerie e cantieri navali.
Il governatore bavarese, Markus Söder, ha parlato di «pressione elevata» e chiesto l’adozione di una nuova direttiva: «da adesso, abbatterli subito». Il messaggio è arrivato in un momento in cui il cancelliere Friedrich Merz e il presidente Macron rilanciavano l’urgenza di un riarmo europeo.
L’attenzione si concentra ora sul fianco orientale della Nato: la Danimarca ha schierato due caccia F‑35 e la fregata Niels Juel nell’ambito della missione “Sentinella dell’Est” per proteggere la Polonia. Bruxelles, pur confermando che l’est resta il fronte più vulnerabile, ammette che il raggio d’azione delle incursioni potrebbe essere più ampio.
Sul piano tecnologico e strategico, l’Ucraina negozia con il Pentagono un accordo che potrebbe portare gli Stati Uniti a ottenere accesso alla tecnologia dei droni ucraini in cambio di royalties. Un’intesa che, se realizzata, potrebbe ridefinire gli equilibri nel campo della guerra drone‑centrica.