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Giorgia Meloni travolta dalle polemiche: “Bugiarda, vergogna”. Le parole che hanno scatenato il caos

Pubblicato: 03/10/2025 16:31

Undici anni fa Giorgia Meloni scriveva un tweet destinato a rimanere impresso nella memoria del web. Era il 2014, in piena escalation militare a Gaza, e la leader di Fratelli d’Italia pubblicava un messaggio dal tono chiaro e umanitario: “Un’altra strage di bambini a #Gaza. Nessuna causa è giusta quando sparge il sangue degli innocenti. #Israele e #Palestina #duepopoliduestati”. Quelle parole, all’epoca, vennero lette come un segnale di sensibilità verso il dramma palestinese e di allineamento a una tradizione anti-imperialista presente in una parte della destra italiana.

Oggi, quel tweet riemerge e diventa virale per motivi opposti. In tanti lo rilanciano come prova del cambio di rotta della premier, considerata ora tra i leader europei più vicini a Israele. E i social non risparmiano critiche, con utenti che accusano Meloni di incoerenza e di aver abbandonato posizioni che un tempo la caratterizzavano.

Critiche social e accuse di incoerenza

I commenti al tweet del 2014 sono durissimi. Tra ironia e rabbia, gli utenti scrivono: “Tweet invecchiato male”, “Ti ricordi quando dicevi questo! Ah bugiarda!”, oppure “Giorgia, dicci, cosa è cambiato da allora? È arrivato il bonifico israeliano per le armi e ti sei dimenticata tutto? Governo colluso e complice di un genocidio, VERGOGNA”. Non mancano battute pungenti come: “Ah ma quindi eri una brava persona una volta” o “Bella giacca, rossa come il sangue dei 700 mila palestinesi uccisi dai tuoi amici”.

Il tema si intreccia anche con l’attualità della guerra a Gaza e con la vicenda della Flotilla, la missione umanitaria diretta verso la Striscia che ha visto coinvolti anche parlamentari italiani. Un contesto che ha contribuito a rendere ancora più esplosivo il ritorno di quel vecchio tweet.

Giorgia Meloni durante un evento ufficiale

Le parole di Arlechino: “Meloni ha tradito la destra”

Tra le voci più critiche spicca quella di Massimo Arlechino, fondatore di Alleanza Nazionale ed ex militante del Movimento Sociale Italiano. In un’intervista a Il Fatto Quotidiano, Arlechino ha dichiarato: «Giorgia Meloni ha tradito la causa della destra su Gaza e la Palestina. Mentre la Flotilla è un’iniziativa di alto valore politico che ha il merito di attirare l’attenzione del mondo intero su Gaza. Penso che Meloni in cuor suo lo sappia bene».

Arlechino accusa la premier di essersi appiattita su posizioni atlantiste e di essersi allontanata dai valori della destra radicale, tradendo quella tradizione anti-imperialista che un tempo difendeva l’autodeterminazione dei popoli, compreso quello palestinese.

Primo piano di Giorgia Meloni durante una conferenza

Un cambio di immagine e di posizionamento

«Intercettare le barche in acque internazionali è un’azione illegale, come illegale è il blocco navale di Israele davanti a Gaza. A destra molti la pensano come me, ma non hanno il coraggio di dirlo», ha aggiunto Arlechino. E ha ricordato come, nei movimenti giovanili della destra sociale, esistesse un forte spirito anti-americano e di sostegno ai popoli oppressi. «I giovani di destra erano anti-imperialisti, anti-americani e si battevano per l’autodeterminazione dei popoli. Ora è tutto il contrario».

Secondo Arlechino, il processo di trasformazione della destra italiana è iniziato già con Gianfranco Fini e la sua visita in Israele, trovando però il suo culmine con l’arrivo di Meloni a Palazzo Chigi. «A Palazzo Chigi Meloni si è tolta la kefiah e s’è messa la grisaglia», ha commentato amaramente.

Giorgia Meloni durante un dibattito politico
Giorgia Meloni a un evento ufficiale

Il tweet che torna come un boomerang

Alla base delle critiche non c’è solo la questione israelo-palestinese, ma anche l’evoluzione stessa dello stile politico di Meloni. «Una volta a Palazzo Chigi ha dovuto farsi accettare dalle cancellerie: è entrata nel salotto buono, dove si usano le posate d’argento. Si è appiattita troppo su posizioni atlantiste e pro-Israele», ha dichiarato ancora Arlechino. E ha aggiunto: «Di fronte a quello che tutto il mondo reputa un genocidio o, comunque, uno sterminio di massa, il suo intervento all’Onu è stato imbarazzante».

Mentre il conflitto a Gaza continua a mietere vittime, soprattutto civili, quel vecchio tweet del 2014 riaffiora come un boomerang politico. Un ricordo che oggi pesa come un macigno sulla coerenza della premier e alimenta un dibattito sempre più acceso, dentro e fuori la sua stessa area politica.

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