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“L’ha fatto dopo averli uccisi”. Strage nel Sannio, scoperta shock su Ocone. Gesto assurdo

Pubblicato: 03/10/2025 13:47

Salvatore Ocone, l’uomo recluso nel carcere di Campobasso con l’accusa di aver assassinato la moglie e un figlio, è stato al centro di nuove rivelazioni emerse a margine dell’udienza di convalida del fermo. Il suo legale, l’avvocato Giovanni Santoro, ha confermato un particolare che getta luce sulle ore immediatamente successive alla tragica strage domestica avvenuta nel Beneventano e alla successiva fuga verso il Molise. Pare che Ocone, subito dopo il duplice omicidio, abbia cercato rifugio o conforto in un luogo di culto vicino alla sua abitazione.

La visita alla chiesa

L’ipotesi che Salvatore Ocone avesse visitato una chiesa in località Pagani, non distante da dove si era consumato il crimine, ha trovato una parziale conferma nelle parole del suo difensore. L’avvocato Santoro ha risposto in modo affermativo alla domanda dei giornalisti che faceva riferimento al ritrovamento di tracce ematiche all’interno o nei pressi di un edificio sacro. Questa circostanza suggerisce un momento di profonda confusione o disperazione nell’animo dell’indagato, il quale, macchiatosi di un crimine efferato, si sarebbe rivolto alla sua fede nel tentativo forse di trovare una qualche forma di assoluzione o consolazione. La visita alla chiesa, dunque, non sarebbe un gesto casuale, ma un elemento che si inserisce nel complesso profilo psicologico di Ocone, come delineato dalle dichiarazioni del suo stesso avvocato.

Un uomo di profonda fede

Secondo quanto riferito da Giovanni Santoro, Salvatore Ocone si definisce una persona “particolarmente credente”. Questa sua profonda convinzione religiosa lo porterebbe ad affidarsi in modo significativo a quella che il legale ha definito la “misticità”. Nello specifico, l’uomo nutre una devozione particolare per una Madonna venerata nella sua zona, proprio quella legata alla chiesa che si trova in località Pagani, non lontana dal luogo del delitto. Questo legame spirituale così intenso con un’icona mariana e con la fede in generale, offre un contrasto stridente e drammatico con la brutalità degli atti di cui è accusato. La dualità tra la ferocia dell’omicida e l’apparente sincera devozione del fedele è un aspetto che richiederà certamente un attento esame da parte degli inquirenti e degli esperti chiamati a tracciare un quadro completo della personalità dell’imputato.

La situazione nel carcere di Campobasso

Attualmente, Salvatore Ocone si trova recluso nel carcere del capoluogo molisano, Campobasso, in attesa che la giustizia faccia il suo corso e vengano chiariti tutti gli aspetti della vicenda. Le sue condizioni all’interno della struttura detentiva sono state rese note dal suo avvocato: l’uomo è stato posto in “isolamento” e si trova sotto “controllo a vista”. Queste misure di sicurezza e cautela sono standard in casi di tale gravità e sono volte sia a proteggere l’indagato da eventuali gesti autolesionistici, sia a garantire l’ordine interno della prigione. Il periodo di isolamento è spesso imposto per consentire una stabilizzazione emotiva e per evitare contatti che possano influenzare il processo investigativo nelle sue fasi iniziali.

Il mistero del trasporto dei figli

Uno degli aspetti più oscuri e che richiede il maggiore approfondimento investigativo riguarda le motivazioni che hanno spinto l’autore della strage a portare con sé in auto i figli dopo aver commesso gli omicidi. Su questo punto cruciale, l’avvocato Giovanni Santoro ha mantenuto il più stretto riserbo, giustificando la sua reticenza con la necessità di non interferire con le indagini in corso. “Questo aspetto – ha specificato il legale – costituisce materia di approfondimento investigativo su cui c’è riserbo quindi purtroppo non posso rispondere”. La dinamica del trasporto e le intenzioni che vi erano dietro rappresentano un nodo cruciale per comprendere appieno l’escalation di violenza e lo stato mentale di Salvatore Ocone in quei momenti concitati. Le autorità stanno lavorando per ricostruire minuziosamente ogni ora e ogni spostamento dell’uomo, al fine di dare un senso compiuto a un evento che ha scosso profondamente l’opinione pubblica.

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