
Se non fosse per un problema di agenda, Giorgia Meloni avrebbe già confermato la missione. La premier sta infatti valutando di volare negli Stati Uniti tra il 16 e il 18 ottobre per partecipare alla cena di gala che celebrerà a Washington il cinquantesimo anniversario della National Italian American Foundation (Niaf), occasione che vedrà la presenza anche di Donald Trump.
Gaza e la politica interna
Alla base della scelta non c’è soltanto la diplomazia con la comunità italo-americana, ma soprattutto una ragione politica: Gaza. In Italia, Meloni affronta giorni di forti tensioni sociali, culminate nello sciopero generale a sostegno della Flotilla. La premier teme un’erosione del consenso per la vicinanza mostrata in questi anni al premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Il piano proposto da Trump per porre fine al conflitto appare per la presidente del Consiglio come l’occasione per uscire dall’angolo: lo ha sostenuto sin da subito e spinge perché anche l’Italia entri nel board internazionale che dovrà gestire la transizione nella Striscia. Mostrare un incontro con Trump significherebbe dare un segnale all’opinione pubblica: Roma può avere un ruolo nel processo di pace.
Il contributo italiano
Uno degli asset che l’Italia potrebbe offrire è rappresentato dai Carabinieri, definiti dall’ex direttore della Cia David Petraeus i «Michael Jordan della polizia internazionale». L’ambasciatore americano in Israele, Mike Huckabee, ha spiegato che i Carabinieri “non solo saranno i benvenuti, ma immagino che gli verrà chiesto di far parte” della forza di stabilizzazione post-bellica.
A disposizione ci sarebbe il Coespu di Vicenza (Center of Excellence for Stability Police Units), struttura con una lunga esperienza nell’addestramento di unità di polizia internazionale in contesti complessi. La premier potrebbe offrire questo contributo direttamente a Trump.
Il nodo dell’agenda
L’unico ostacolo resta il calendario. La cena del Niaf è fissata per sabato 18 ottobre, ma Trump nel weekend rientra spesso in Florida e i suoi ultimi appuntamenti ufficiali si concentrano di solito entro il giovedì sera. Per incrociarlo, Meloni dovrebbe atterrare a Washington già il 15 ottobre, incontrarlo il 16, restare nella capitale il 17 e partecipare alla cena del 18. Una missione lunga, che resta subordinata alla disponibilità dell’ex presidente a riceverla venerdì 17 ottobre alla Casa Bianca.
L’esito della trasferta, quindi, dipenderà dalle scelte di Trump e dalle sue mosse di campagna elettorale: per Meloni si tratterebbe di una vetrina cruciale per riaffermare il ruolo internazionale dell’Italia.