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“Trattato come spazzatura”. Orrore in famiglia, bimbo di 5 anni ucciso dai nonni. Punizione disumana

Pubblicato: 03/10/2025 19:10

Il piccolo Ethan, un bambino di soli quattro anni, viveva un incubo silenzioso, sottopeso e disidratato al punto da essere a un passo dalla morte, anche prima del collasso fatale causato da un trauma cranico catastrofico. La sua caduta, avvenuta nella casa di famiglia, ha rivelato un orrore nascosto: un corpo martoriato da circa 40 lividi o segni visibili, che raccontavano una storia di percosse, punizioni crudeli e un’esistenza trattata con una disumanità che trascende ogni comprensione.

Le prove hanno messo a nudo la brutalità di chi avrebbe dovuto proteggerlo, persone che lo vedevano come un “sacco di spazzatura” da scartare e che, dopo il crollo, hanno atteso un tempo inspiegabilmente lungo prima di chiamare i soccorsi.

Il verdetto e le pesanti condanne

La giustizia ha fatto il suo corso in un’aula di tribunale che ha ascoltato i dettagli più scioccanti di questo caso. Michael Ives, 47 anni, e Kerry Ives, 46 anni, i nonni materni del piccolo, sono stati dichiarati colpevoli a luglio di omicidio e crudeltà nei confronti di un minore al termine di un angoscioso processo presso la Mold Crown Court. La gravità dei loro crimini è stata rispecchiata nelle durissime pene inflitte oggi: Michael Ives è stato condannato a una pena minima di 23 anni di carcere, mentre sua moglie, Kerry Ives, dovrà scontare un minimo di 17 anni. Anche la madre del bambino, Shannon Ives, 28 anni, non è sfuggita alle sue responsabilità. Residente con il figlio a casa dei genitori, è stata giudicata colpevole di aver causato o permesso la sua morte e di crudeltà sui minori, ricevendo una condanna a 12 anni di reclusione.

Un corpo segnato dalla tortura e dalla negligenza

Il quadro emerso dalle indagini mediche è stato straziante. Al momento del suo collasso il 14 agosto 2021 nella casa di Flintshire, Ethan Ives-Griffiths era in condizioni critiche: pericolosamente disidratato e in uno stato di grave sottopeso, arrivando a pesare solo 10 kg al momento della morte. Gli esperti hanno attestato che il bambino sarebbe morto di disidratazione nel giro di pochi giorni, anche in assenza del trauma cranico. Il suo corpo portava i segni di una violenza prolungata e sistematica, con 40 lividi o segni visibili sparsi ovunque, indizi di un calvario quotidiano.

Le forme di punizione inflitte a Ethan erano psicologicamente devastanti. La corte ha appreso che, quando si “comportava male”, era costretto a stare in piedi, immobile, con le mani sulla testa.

Le prove inconfutabili della crudeltà

Le telecamere di sorveglianza mostrate durante il processo hanno fornito una prova cruciale e agghiacciante della brutalità esercitata da Michael Ives. Un filmato particolarmente inquietante lo ha immortalato mentre trasportava il nipote tenendolo per la parte superiore del braccio, un gesto che il pubblico ministero, Caroline Rees KC, ha descritto come se Ethan fosse “solo un sacco di spazzatura da buttare via”.

Un’altra sequenza, ripresa nel giardino sul retro della casa con quattro camere da letto, ha mostrato il bambino instabile o sdraiato su un trampolino mentre altri giocavano. In un atto di palese sadismo, Michael Ives è stato visto puntargli contro un tubo da giardino, posizionargli le mani sulla testa in segno di punizione e persino fare cenno a un altro bambino di colpirlo. Di fronte all’evidenza schiacciante di queste immagini in tribunale, Michael Ives ha affermato di essersi “vergognato” e ha ammesso di essere stato crudele e negligente, pur negando altre forme di maltrattamento.

Il groviglio di accuse familiari

Il processo ha svelato anche le dinamiche altamente tossiche e le accuse reciproche all’interno del nucleo familiare. Michael Ives ha tentato di minimizzare le sue azioni, puntando il dito contro la figlia, Shannon, che avrebbe avuto un carattere “irascibile” e avrebbe schiaffeggiato Ethan “un paio di volte al giorno”. A sua volta, Shannon Ives ha risposto in modo veemente, descrivendo i suoi genitori come “orribili” e sostenendo di essere stata abusata da bambina da Michael e Kerry Ives, originari di Wolverhampton. Questo quadro di violenza intergenerazionale e di costante recriminazione ha purtroppo intrappolato Ethan, rendendolo l’ultima, innocente vittima.

Il collasso fatale e l’attesa interminabile

Michael e Kerry Ives si trovavano in soggiorno con Ethan al momento del suo collasso, mentre la madre era al telefono al piano di sopra. La coppia ha fornito una versione dei fatti alla giuria, sostenendo che “non era successo nulla” al bambino prima che svenisse. Tuttavia, un elemento cruciale ha gettato un’ombra sulla loro testimonianza: sebbene Kerry Ives abbia affermato di aver chiamato immediatamente la figlia, la corte ha accertato che sono trascorsi ben 18 minuti prima che venissero allertati i servizi di emergenza.

Questa attesa intollerabile ha contribuito, senza dubbio, all’esito fatale. Ethan fu portato prima al Countess of Chester Hospital e successivamente trasferito all’Alder Hey Children’s Hospital di Liverpool, ma morì due giorni dopo.

Le conclusioni mediche: omicidio per scosse

L’autopsia ha rivelato un quadro di traumi multipli. Oltre al trauma cranico catastrofico, sono state riscontrate lesioni addominali, probabilmente derivanti da colpi subiti nei giorni precedenti il crollo, e lividi compatibili con segni di presa sulla gamba e sul viso.

La lesione mortale alla testa è stata giudicata il risultato di forza intenzionale o scosse, e si è verificata al momento del collasso o nei minuti immediatamente precedenti. Il verdetto di colpevolezza per omicidio e le condanne esemplari riflettono la gravità della violenza perpetrata e la deliberata negligenza che ha portato alla morte di un bambino inerme.

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