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“Alberto Stasi fuori dal carcere”. Colpo di scena Garlasco, l’annuncio bomba in diretta

Pubblicato: 04/10/2025 12:37

Il caso Garlasco torna a infiammare il dibattito pubblico. Durante l’ultima puntata di Dritto e Rovescio, il talk show condotto da Paolo Del Debbio, si è discusso delle nuove indagini che coinvolgono Andrea Sempio, ora indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007. Al centro dell’attenzione due elementi che potrebbero riaprire il processo: un presunto “pizzino” che indicherebbe un tentativo di corruzione dell’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, e alcune intercettazioni del 2017 mai trascritte ufficialmente. Dettagli che, a distanza di quasi vent’anni, riportano l’interesse mediatico sul caso.

Tra gli ospiti in studio, il giornalista e direttore de L’Unità, Piero Sansonetti, ha espresso con forza la sua posizione sull’innocenza di Alberto Stasi, condannato in via definitiva per il delitto. “Ma volete tirare fuori dalla prigione quel poveretto che probabilmente è innocente e certamente non ha addosso un monte di prove così forte? Ci sono due assoluzioni e una condanna, assolto in primo grado, assolto in secondo grado, condannato solo nell’appello fatto rifare dalla Cassazione, due a uno. Se facciamo il conto calcistico ci sono più assoluzioni che condanne”.

Il confronto in studio e le reazioni politiche

A rispondere a Sansonetti è stata Ilaria Cavo, deputata di Noi Moderati, che ha voluto sottolineare come la vicenda giudiziaria di Stasi non possa essere banalizzata. “Alberto Stasi è stato assolto in primo e secondo grado, ha avuto una Cassazione che ha riformato la sentenza e l’ha rimandata indietro, perché ha avuto dubbi sulla sua assoluzione, è stato condannato nel secondo grado-bis, è stato ri-condannato da una Cassazione. Questo per mettere sulla bilancia il fatto che non ci sono solo tutte le Procure che stanno indagando ora, abbiamo però anche quelle sentenze”.

Alberto Stasi e Chiara Poggi, foto di repertorio del caso Garlasco

Le parole di Sansonetti hanno alimentato il dibattito, riaccendendo una discussione mai sopita sull’uso delle prove e sull’attendibilità degli strumenti investigativi.

Il giornalista critica le intercettazioni: “Un disastro”

Nel corso del programma, Sansonetti ha messo in discussione l’affidabilità delle intercettazioni, definendole uno strumento investigativo abusato e spesso frainteso: “Io non mi sono mai fidato delle intercettazioni, mai. Io penso che l’uso smodato delle intercettazioni sia un disastro. È diventato quasi l’unico strumento d’indagine che oggi usano i pm. Se io e te facciamo una telefonata, la intercettiamo e la copiamo la si può interpretare probabilmente in modo opposto rispetto alle cose che ci siamo detti, perché abbiamo dei gerghi, parole chiave, manca il pezzo prima, quello dopo. Se ci basiamo sulle intercettazioni io non credo a nulla”.

Il giornalista Piero Sansonetti durante la trasmissione Dritto e Rovescio

Le sue dichiarazioni, condivise anche sui social del programma, hanno rapidamente fatto il giro del web, suscitando reazioni contrastanti tra chi ne condivide la posizione e chi invece difende l’operato della magistratura.

Il mistero del “pizzino” e i nuovi dubbi

Non meno controversa la questione del presunto “pizzino”, un elemento che per Sansonetti resta debole come prova: “Il pizzino mi sembra una cosa un po’ più complicata da scartare, non mi sembra molto forte l’interpretazione data per le carte giudiziarie. Però anche il pizzino sicuramente non è una prova, ci vuole qualcosa di più. Su gip e pm io ho forti dubbi, sappiamo tutti che i gip fanno esattamente quello che dicono loro i pm”.

Paolo Del Debbio conduce Dritto e Rovescio durante il dibattito sul caso Garlasco

Le parole del giornalista riaprono un capitolo ancora doloroso nella memoria collettiva italiana. Il caso Garlasco, con i suoi colpi di scena e la sua lunga storia giudiziaria, continua a dividere l’opinione pubblica tra chi chiede giustizia definitiva e chi invoca una revisione del processo. Di certo, il dibattito resta aperto e destinato a far discutere ancora.

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